I magistrati contestano a Toni Negri quattro punti di rapporto con le Br di Sandra Bonsanti

I magistrati contestano a Toni Negri quattro punti di rapporto con le Br Momenti di fortissima tensione durante l'interrogatorio a Roma I magistrati contestano a Toni Negri quattro punti di rapporto con le Br Un dattiloscritto con l'organizzazione brigatista, un documento ritrovato nel covo di via Gradoli, la telefonata a casa Moro, i viaggi - Il professore si dice pronto a una perizia fonica ROMA — La marcia di avvicinamento dei magistrati alla roccaforte di Toni Negri sembra conclusa, dopo un secondo, lungo interrogatorio ieri sera. Ora è cominciato l'assedio vero e proprio, non si parlerà più di libri e di ideologia, ma di fatti. Quanti di essi risultino alla fine prove concrete contro il professore padovano è troppo presto per prevederlo. I punti che i magistrati Guasco e Amato hanno contestato nelle cinque ore e mezzo di interrogatorio serrato, che ha avuto momenti di fortissima tensione, sono quattro. Su di essi-già nei giorni scorsi erano trapelate informazioni, seppure approssimative. Archivio —Nella cassetta di documenti che Toni Negri aveva affidato a un amico di Padova c'era un dattiloscritto con appunti a mano. L'argomento trattato è l'organizzazione delle colonne Br e il comportamento di alcune di esse. A Negri viene contestato il possesso del documento, e forse anche la grafia dello scritto. L'imputato risponde: «Nel 1975-76, nelle assemblee del movimento circolavano queste cose, che venivano forse da gente vicina a "Prima linea". Comunque non era roba mia, né scritta da me. Noi di Autonomia siamo contro il terrorismo». Domanda: «Perché allora le ha conservate?». «Tengo tutto, le mie critiche si basano su documenti». A questo punto i magistrati hanno insistito per sapere da Negri chi gli avesse consegnato il foglio. Lui, visibilmente alterato, ha risposto: «Siete fuori dalla realtà. Non sapete che la roba circola improvvisamente, non si sa da dove arriva?». Via Gradoli — I magistrati hanno fatto notare a Negri la somiglianza tra un documento trovato nella cassetta di Padova e uno trovato in via Gradoli. E' un foglio di due pagine in cui si elencano le I regole del terrorista. E' scritto ; si macchina con appunti a | mano. Negri risponde: «Sono cose che si trovano nei libri». La voce — In base ai rapporti della Digos, hanno spiegato i magistrati, alcune persone hanno detto che la voce della telefonata alla signora Moro è quella di Negri. I rapporti non vengono letti per intero, ma solamente citati. Negri reagisce vivacemente. Il giudice Guasco interviene: «Ecco, quando lei è concitato, mi ricorda la voce della telefonata». Negri esplode: «£' un'infamia, non si permetta, questa è un'insinuazione». Guasco: «E' disposto a rilasciare un saggio fonico?». Negri: «Si». Guasco: «Dov'era il 30 aprile?». Negri: «Non ricordo, ho bisogno della mia agenda, lasciatemela consultare». (La | data corrisponde a quella della telefonata in casa Moro). Viaggi — Secondo la difesa, l'accusa di aver simulato dei viaggi sarebbe crollata. Il p. m. ha contestato a Negri l'acquisto di un biglietto ferro-1 viario il 16 marzo a Parigi che poi non fu usato. Negri ha risposto: «Dovevo utilizzarlo in seguito, il 22 marzo avevo un seminario ad Aix-en-Provence. Ci andai e due giorni dopo tornai a Parigi. Quanto al 16 marzo, posso dire che l'ho trascorso presso alcuni amici parigini». L'interrogatorio di Negri ricomincerà martedì mattina presto. Negri dunque respinge le accuse con puntiglio intellettuale, qualche vivace «impennata», serietà e «precisione». Le respinge il suo collegio di difesa, una specie di «collegio di garanti», a cui partecipano avvocati italiani e parigini. Durante una conferenza stampa tenuta ieri mattina e caratterizzata da un tono di sdegno e di denuncia è stato fatto il punto della situazione. In sostanza l'avvocato Giuliano Spazzali insiste sulla mancanza di contestazioni concrete da parte dei magistrati e in questo vuoto il sospetto è di aver «montato» un processo ancora più grave di quello di piazza Fontana, i cui contorni sono per ora difficili da individuare. «Noi siamo affamati di notizie, di contestazione di elementi precisi. Siamo tuttora in attesa di riscontri, per alcuni di noi la discussione è interessante ma anche noiosa visto il luogo dove si è svolta». Poi gli avvocati hanno cercato di dare il senso complessivo delle tesi difensive di Negri. Hanno insistito sul fatto che il professore «si è sforzato di far comprendere ai magistrati la differenza fra la sua attivi tà di studioso e le teorie delle ,. Br» una differenza «invali- cabile. a meno di non suppor- Negri sia «perfetta- re che mente scisso». Le Br si «autodelegano» avrebbe spiegato Negri ai magistrati, «si assumono la responsabilità di una guerra che non esiste invece di preoccuparsi di sviluppare la rivoluzione». L'Autonomia invece «sviluppa dentro le masse le condizioni di una fase di Sandra Bonsanti (Continua a pagina 2 in nona colonna) A PAGINA 11 r

Luoghi citati: Padova, Parigi, Roma