Via subito a lavori pubblici per 5500 miliardi in tre anni di Natale Gilio

Via subito a lavori pubblici per 5500 miliardi in tre anni Il ministro Compagna: realizzeremo immediatamente i progetti pronti Via subito a lavori pubblici per 5500 miliardi in tre anni ROMA — Francesco Compagna, ministro dei Lavori Pubblici, come primo atto del suo nuovo incarico ha voluto immediatamente dare il via al piano triennale di opere pubbliche con una spesa complessiva di 5500 miliardi. L'obiettivo è di «appaltare» già nel corso del 1979 tutte le opere coperte da progetti pronti. n piano rappresenta la logica prosecuzione del programma di emergenza varato nel 1978 con una funzione tipicamente anticongiunturale. Adesso, gli interventi che Compagna ha programmato dovrebbero contribuire in forma sistematica a sostenere il ciclo della ripresa degli investimenti e dell'occupazione. In pratica, accelerare il movimento di quel volano dell'attività economica rappresentato dalle opere pubbliche. Ancora, con il piano triennale, si dovrebbero creare i presupposti per uscire dalla logica dei «tamponamenti», ossia da interventi sempre conseguenti a situazioni di emergenza (basti pensare alle catastrofi naturali degli ultimi anni), per arrivare finalmente ad un programma territoriale che preventivamente ipotizzi gli ì interventi a difesa del suolo e delle coste. Un tentativo non facile, tenuto conto, come sottolinea il ministro, «che la lunga stasi della politica dei lavori pubblici negli anni precedenti ha portato, specialmente nel settore delle opere idrauliche e marittime, ad una accumulazione notevole di interventi-tampone, di soccorso o per impedire più gravi danni». Il piano triennale è stato approvato nei giorni scorsi dal Parlamento, con una serie di rilievi che in una qualche misura mirano a ridurne la valenza politica. Alla Camera si è detto che il piano non appare legato ad un chiaro disegno di programmazione degli interventi territoriali. Fra l'altro, si dice che mancano rigorose scelte prioritarie. Cosa risponde il ministro Compagna? «Queste critiche, che da alcune parti sono state rivolte al programma, in larga misura sono anche il risultato della crisi politica e della modifica delle collocazioni dei partiti. Certo, il piano non può essere i considerato del tutto soddi j sfacente. A me. però, sembra j che rappresenti un primo im | portante passo verso una logi i ca territoriale degli interventi i die in questi anni è sempre ] mancata». C'è anche che il piano deve tener conto dello sfasciume del territorio e della necessità di tamponare le falle più gravi. Basti pensare al Friuli, alla situazione di Napoli, di Palermo... «Certo, nessuno qui pretende di fare un libro dei sogni. Mi rendo conto che non è facile operare quando predominano esigenze di difesa e di intervento di tipo curativo. Nondimeno, si deve cercare di passare alla difesa preventiva. Il piano è un primo avvicinamento in questa direzione. Sarà un gran giorno quando la politica dei Lavori Pubblici potrà essere tutta orientata alla predisposizione di condizioni geografiche più favorevoli allo sviluppo economico e sociale del paese, senza essere deviata verso finalità minori e casuali, tua pur sempre dettate dall'incnidelimento di ferite a questa o quella costa, a questo oquel bacino». D'accordo, ma la critica fa riferimento all'assenza di una logica nella ripartizione della spesa tra le diverse Regioni sia del Mezzogiorno sia del Centro-Nord. «Questo non è vero. Noi ab- i bùnno dovuto contemperare varie esigenze nella ripartizione della spesa. Intanto, ci sono dei precisi criteri selettivi a favore del Mezzogiorno che il mio predecessore Starnutati ha fatto valere. Per esempio, per le opere igienico-sanitarie. tutti sanno quali e quante siano le carenze che si riscontrano nel Sud. Quanto poi alla ripartizione tra le varie Regioni, il parametro di cui si deve tenere conto non è solo quello della popolazione, ma anche più specificamente quello della mortalità infantile, suggerito da recenti episodi». E per il Centro-Nord? «Il problema è diverso. Intanto occorre correggere la logica che io definisco di inseguimento dello sviluppo. Mi riferisco ai problemi gravissimi della congestione che in certe aree del Nord accresce, al di là di altri fattori, le tensioni sociali e politiche e costringe a conferire priorità a infrastrutture di inseguimento, appunto, dello sviluppo rispetto a quelle di trascinamento dello sviluppo, necessarie nel Mezzogiorno. Occorre Natale Gilio (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Compagna, Francesco Compagna

Luoghi citati: Friuli, Napoli, Palermo, Roma