Padova: si cerca la «spia» nel Palazzo di Giustizia
Padova: si cerca la «spia» nel Palazzo di Giustizia Padova: si cerca la «spia» nel Palazzo di Giustizia DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PADOVA —«Che dice della voce secondo la quale in questo Palazzo di Giustizia ci sarebbe una spia che avrebbe messo in allarme Toni Negri, l'ideologo di Autonomia, pochi giorni prima dell'arresto?-. La domanda piove sul procuratore della Repubblica di Padova. Aldo Fais. che risponde: «Io non so se ci sia, quella che chiamano talpa. Ma se la scoprissi la schiaccerei. Cioè: entro mezz'ora sarebbe già in galera-. Il capo della Procura padovana precisa, comunque, che non è in corso un'inchiesta su un presunto «informatore». «In ogni caso — aggiunge il magistrato — noi teniamo gli occhi aperti: qui c'è gente che va e viene, tutto è possibile. Però, fino a questo momento, io non ho elementi o indizi tali che mi portino a sospettare che tra il personale dell'ufficio possa esserci qualcuno che tradisca il dovere del segreto-. «Insomma — dice Aldo Fais — la storia della talpa è un fatto del tutto nuovo, che mi ■ casca dal cielo». Lasciando da parte questo argomento, il magistrato padovano parla brevemente dell'istruttoria sui leaders di Autonomia. Si dice in giro che Pietro Calogero si accinga ad una terza inchiesta, dopo quella del '77 e quella assai più clamorosa che ha condotto ai 22 arresti di due settimane fa. Si aggiunge che Calogero verrebbe sollevato per sei mesi da qualsiasi incarico alla Procura della Repubblica, perché dovrebbe occuparsi di indagini sul terrorismo in diverse città italiane. Aldo Fais smentisce: «Macché terza inchiesta. Lo sapete: ci sono due tronconi di un'istruttoria. Per il resto di quel che si dice si tratta di illazioni, che non so da dove vengano fuori. E non s'è fatto ancora alcun programma, per la nostra inchiesta-. Il procuratore della Repubblica di Padova precisa, comunque, che questa istruttoria «non si ferma-, «però non so dirvi quali saranno gli sviluppi-. Gli si fa osservare che egli stesso, nei giorni scorsi, aveva accennato alla possibili à che gli ordini di cattura salissero ad una quarantina. «Sì. ma era soltanto una mia ipotesi-. S" !nsiste. cercando di sapere in questo momento sic in corso un'operazione in altre città. «Questo — risponde Fais — non lo so». Nel primo pomeriggio di ieri, giunge a Padova una notizia che provoca un certo scompiglio. Un sedicente militante delle «Ronde armate per il comunismo» ha telefonato alla redazione milanese de la Repubblica. Una voce maschile: parlava di quello che è ritenuto il «supertestimone» di Pietro Calogero nel''inchiesta a carico dei leaders di Autonomia. Forniva un nome e un cognome, e aggiungeva: «E' l'agente occulto di Dalla Chiesa, dopo esserlo stato di De Lorenzo nel Veneto-. Poi avvertiva che il «supertestimone» si trovava a Mestre. La telefonata è arrivata in due riprese, perché durante la prima fase si sono inseriti i carabinieri: «Pronto. Quinucleo operativo-. Affannose ricerche di questo personaggio. Si tratterebbe del titolare di un'agenzia investigativa privata, condannato a due anni per calunnia e uscito qualche mese fa dal carcere : si chiamerebbe Rizzato (o Rizzardo). Nel tardo pomeriggio telefona alla redazione milanese de la Repubblica un ufficiale dei carabinieri: «Avete ricevuto una telefonata, oggi-. Risponde uno dei redattori: «Lo sapete anche voi. perché l'avete intercettata-. L'ufficiale replica: «Non è vero, siamo stati avvertiti da Roma-.
Persone citate: Aldo Fais, Dalla Chiesa, De Lorenzo, Fais, Pietro Calogero, Rizzato, Toni Negri
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