Il 2000 s'affaccia dal profondo Sud di Ennio Caretto

Il 2000 s'affaccia dal profondo Sud È ATLANTA LA NUOVA CAPITALE DELL'ECONOMIA AMERICANA Il 2000 s'affaccia dal profondo Sud Fino a 15 anni fa sinonimo di arretratezza, la Georgia vanta oggi uno dei più alti indici di sviluppo - Gli «scompensi della crescita» colpiscono i ghetti negri, ma qui, al contrario di quanto avviene in Alabama, si accelera anche la lotta a povertà e ignoranza - Il sindaco e il governatore: «E' una rivoluzione industriale e culturale» - «Meglio del favoloso Nord» dal nostro inviato speciale ATLANTA — «Ricordo il discorso di un nostro concittadino. Parlava di grandi cambiamenti nella Georgia, di un rinascimento del profondo Sud, di una nuova volontà dei singoli, non potenti, non ricchi, di plasmare un futuro migliore... Diceva che Dio non ha posto limiti a ciò che i georgiani possono fare... Era il '72, e molta gente reagiva con scetticismo. Ma oggi la Georgia non è più uno Stato americano di serie B, è in perfetta media nazionale, e presto Atlanta diventerà il crocevia del mondo.... Quel nostro concittadino, incidentalmente, è Jimmy Carter, il presidente... Talvolta Maynard Jackson, il sindaco di Atlanta, si abbandona al sentimentalismo, discutendo della Georgia. Negro, con una bella moglie, rieletto in carica a stragrande maggioranza, attivo nei diritti civili dai tempi di Martin Luther King e Andrew Young. ne è uno degli uomini più rappresentativi. «Una volta la Georgia era la scorciatoia per il sole della Florida, al massimo un centro di folclore, dice. Adesso, è la nuova frontiera dell'economia e della tecnologia americane. Chi non la cono-' sce non sa che cosa sarà il nostro Paese domani... / fatti confortano questa descrizione. Prima celebre per le sue pesche e le sue noccioline, la sua segregazione razziale e la sua bigotteria religiosa. Via col vento e il Masters tournament di golf, la Georgia vanta adesso uno dei più alti tassi di sviluppo degli Stati Uniti, la vita culturale più intensa, e le più importanti scoperte scientifiche. Atlanta ha il secondo aeroporto del mondo, é considerata la capitale del Sud-Est e aspira al monopolio dei congressi e dei commerci. «Il mi¬ racolo americano, conclude Maynard Jackson, siamo noi». Il frenetico attivismo di George Busbee, il governatore, riassume il nuovo spirito della Georgia. Busbee fa la spola tra New York e Los Angeles. Bruxelles e Tokyo a caccia di contratti. Per due anni consecutivi ha chiuso in attivo il bilancio dello Stato. Sotto di lui. Atlanta s'è trasformata anche architettonicamente, «aprendo una finestra sul Duemila». Dove c'erano gli slums sorgono quartieri modello, e i negri, che costituiscono il 60 per cento della popolazione, si mescolano liberamente ai bianchi. Jackson e Busbee snoccìo- lano statistiche come litanie di un rosario. Atlanta ospita 110 banche, 2500 industrie manifatturiere, 60 ospedali con 12 mila posti letto, 50 stazioni radiotelevisive, 10 quotidiani. 30 università compreso il famoso Institute of Technology. Vi sono rappresentate quasi 440 delle 500 massime aziende americane dell'autorevole rivista Fortune e il sistema telefonico è il pù avanzato del mondo. Per una città con 550 mila abitanti è un primato assoluto, tanto più lodevole, asseriscono il sindaco e il governatore, quanto più è rimasta «a misura d'uomo». La Georgia e Atlanta hanno conosciuto il loro momento di fulgore il febbraio scorso, con la visita del vicepremier cinese Teng Hsiao-ping.' Per l'ospite, lo Stato e la città hanno accantonato la loro xenofobia e il loro conservatorismo. Essi sono la patria della -Coca Cola», la prima bevanda occidentale di massa importata in Cina, e della Lockheed, l'industria aeronautica degli scandali. La General Motors e la Ford vi hanno alcuni tra i loro principali impianti, e i magnati dell'auto sono accorsi da Detroit per accompagnarvi il visitatore in ispezione. Come premesso da Jackson, il «boom georgiano» è un fenomeno recente. Ancora quindici anni fa. lo Stato pareva fermo agli ambienti e agli umori dei romanzi di Faulkner. Atlanta perdeva mensilmente abitanti all'immigrazione a Nord. La mistica dei Kennedy non spezzava il cerchio di pregiudizi e ingiustizie. Agli occhi della favolosa New York, Georgia era sinonimo di grettezza e arretratezza. Non fosse stato per l'incantevole città costiera di Savannah. Washington l'avrebbe dimenticata, «come accadeva a Dio». Dietro la nuova fioritura, si nascondono fattori diversi. Non poca rilevanza hanno il clima propizio e le difese ecologiche, cosi contrastanti con le severità del tempo nel Centro e Nord-Est. Ma le vere attrazioni sono la disponibilità della manodopera e i trasporti che. precisa Busbee, «tagliano drasticamente i costi». A essi va aggiunta l'emigrazione di ritorno: dal 75, per ogni tre «sudisti» che partono vi sono cinque «nordisti» c/ie arrivano. «La Georgia non è la California né il Texas, aggiunge Busbee. Ma come Mecca, li segue da vicino». Un sondaggio di Fortune tra le 440 superaziende ha accertato che nella produzione e nel lavoro la Georgia e Atlanta offrono incentivi da terra di pionieri. «Lo Stato concede agevolazioni fiscali e per gli acquisti immobiliari». spiega Dick Freeman, il direttore della Rockwell, l'industria della conquista della Luna. Dai centomila studenti delle università escono ogni anno buoni tecnici. Esiste ancora un piccolo serbatoio di disoccupazione, ereditato dal passato. Gli organismi sindacali sono pochi, e soprattutto duttili, con mentalità imprenditoriale». Nella storia americana. Freeman vede aprirsi il capitolo del profondo Sud: «C'è stato il periodo bost-wash, cioè dei territori che vanno dal Massachusetts al Delaware; poi quello del Midwest. le grandi praterie; e di recente quello della costa occidentale, la California specialmente. La nostra storia avanza a cicli e io credo che la Georgia ne stia inaugurando uno». Freeman è pronto a scommettere che sarà «più duraturo e costruttivo» di quelli precedenti: «Abbiamo imparato molte cose ed eviteremo molti errori». spiega. Il direttore della Rockwell afferma che il fenomeno af-K fonda le radici da un lato nella disgregazione del tessuto sociale e produttivo delle megalopoli, e dall'altro nel recupero dei valori tradizionali di una provincia troppo trascurata. «Qui sono minori la corruzione e l'assenteismo, osserva, e più forti i legami familiari e fiduciari. L'impressione che l'industria affluisca ad Atlanta perché allettata da margini più alti di profitto è errata. Conta, certo, ma i motivi sono anche altri: l'atmosfera è più distensiva ed entusiasta». Jackson, Busbee e Freeman parlano di rivoluzione culturale e industriale insieme: «Non è solo questione di produttività, sostengono. I georgiani si sono finalmente liberati del complesso yankeet che li affliggeva da oltre un secolo, pensano di poter fare quanto e meglio del favoloso Nord. Hanno ritrovato la fede in se stessi, come è accaduto periodicamente da quando il generale Sherman bruciò Atlanta. Ma la differenza è che questa volta non da perderanno più. Sono cambiate le condizioni esterne, c'è un nuovo equilibrio». Sia il sindaco sia il governatore e l'imprenditore individuano nel triangolo col Texas e la Florida una specie di terra promessa del Duemila, sorretta da tecnologie straordinarie e da una cultura di estrazione europea, di cui Savannah e Neio Orleans sarebbero i pilastri. Essi additano il retaggio franco-inglese, la fioritura letteraria e musicale, l'impegno progressista de¬ gli intellettuali che parlano orgogliosamente di una rive gauche Usa come garanzie di riforma del costume. Ricordano che dopo Hollywood la Georgia è già il centro del cinema. Il repentino boom di Atlanta ha però portato notevoli scompensi, che si rivelano nella diversità tra le aree sovra e sottosviluppate, nel peggioramento dei ghetti negri e dei quartieri del sotto-, proletariato bianco, e nell'aggravarsi di certe tensioni locali. Una minoranza ha reagito al rinnovamento, esasperando le contraddizioni secolari, chiudendosi vieppiù in se stessa. Il futuro si mescola così al passato in una difficile coesistenza, con scoppi violenti, perdite di vite umane, sottili e crudeli ipocrisie. Il volto della città, così irregolare e riassuntivo delle opposte fasi storiche, i contrasti all'interno della magistratura e della polizia, particolarmente a proposito dei negri e della proprietà l'arroganza della casta privilegia ta bianca rievocano talora il fantasma di Scarlet O' Hara. Né Maynard Jackson né George Busbee nascondono questo aspetto della realtà: «Ogni tanto, accusiamo un passo indietro, ammettono. Per il negro povero e disoccupato è assai più facile finire in carcere che per il bianco ricco». Essi definiscono comunque questi «scompensi della crescita». Sottolineano che dal travaglio razziale degli Anni Sessanta, nato dal vecchio terrore delle piantagioni di cotone e da quello più recente del Ku Klux Klan. è scaturito il movimento dei diritti civili. La moglie di Martin Luther King. Coretta, Andrew Young, ambasciatore all'Onu, Jackson medesimo sono i punti di riferimento attuali. Dove altri Stati, ad esempio l'Alabama, si dibattono nelle pastoie dell'impotenza, la Georgia accelera il suo processo di liberazione anche dalla povertà e dall'ignoranza, mali universali. Ennio Caretto