Le industrie chimiche occupate Proposto uno sciopero generale di Marco Tosatti

Le industrie chimiche occupate Proposto uno sciopero generale Per sollecitare il governo a risolvere la grave crisi Le industrie chimiche occupate Proposto uno sciopero generale Nelle aziende in difficoltà in atto l'autogestione con aumento della produzione - Limitato il lavoro nelle imprese che tirano - Ai vertici della Federazione sindacale (Fulc) si ritiene necessaria un'agitazione nazionale dell'industria e dell'agricoltura (la Uil però è contraria) ROMA — Da ieri fino a venerdì in tutte le aziende chimiche in crisi i lavoratori attuano l'autogestione degli impianti, mentre negli altri stabilimenti hanno istituito ..presidi» simbolici di occupazione. La Federazione unitaria di categoria (Fulc) ha deciso questa forma di lotta, assieme a otto ore di scioperi articolati da effettuarsi in settimana e a una manifestazione conclusiva a Cagliari affinché le trattative per il rinnovo del contratto si concludano «in maniera soddisfacente" prima delle elezioni. Ma l'attenzione della categoria non è solo rivolta al con| tratto. Come è stato chiarito ieri in una conferenza stampa, i chimici chiedono una rapida soluzione delle crisi aziendali più acute: in primo luogo Sir-Rumianca (oggi vi sarà un incontro fra banche e governo) e Liquichimica. A questo proposito, il 23 aprile si riunirà il direttivo della Fulc per decidere «ulteriori iniziative-. Ai vertici della Federazione è opinione diffusa che sia necessario mettere in atto uno sciopero generale, sia dell'industria sia dell'agricoltu¬ ra, due categorie che hanno vertenze contrattuali ancora aperte. «Un momento di lotta generalizzata è maturo — ha dichiarato ieri mattina Danilo Beretta, della FederchimiciCisl —: è necessaria una risposta collettiva per vincere le resistenze per i rinnovi contrattuali. E' ora di finirla con le docce scozzesi sui negoziati-. Anche i segretari della Fulc Vigevani e Militello si sono detti d'accordo: «Questa mattina — ha precisato Militello — i nostri rappresentanti formalizzeranno la richiesta alla Federazione Cgil-Cisl-Uil». Di opinione diversa invece il rappresentante della Uil chimici, Mari. «Siomo d'accordo sulla settimana di lotta — ha detto Mari — ma abbiamo forti perplessità sull'opportunità di una spallata per risolvere la crisi chimica, perché si tratterebbe di una forzatura politica dalla quale, come Uil. prendiamo le debite distanze. Siamo contrari alle ammucchiate che hanno un senso solo politico, e non contrattuale-. Mari si è detto favorevole alle iniziative di lotta già in corso. «Sul banco degli imputati — ha detto Militello — sono il governo e la de che rincorrono soluzioni tampone, di chiara natura elettoralistica, per i problemi della chimica ed in particolare di gruppi in crisi, quali la Sir, la Liquigas e Ottona». Domani la Fulc si incontrerà con il ministro dell'Industria. Nicolazzi. per proseguire l'esame della situazione delle aziende in difficoltà. Oltre al «presidio» simbolico delle direzioni aziendali, le forme di lotta messe in opera prevedono il rientro in fabbrica dei lavoratori in cassa integrazione, e forme di autogestione degli impianti. Ne sono interessati gli stabilimenti di Villa Cidro. Assemini, Porto Torres (tutti in Sardegna), e inoltre Brindisi, Priolo e Porto Marghera. Nelle aziende in crisi l'obiettivo è lo «sciopero alla rovescia», cioè l'aumento della produzione. A Porto Torres, per esempio, ieri sono state prodotte 70 tonnellate di acrilovitrile. invece delle consuete 20. Invece nelle aziende che «tirano» l'obiettivo è inverso. Cosi a Ottana sta crescendo la produzione di fibre, mentre nelle imprese del Nord il lavoro assume ritmi più lenti. «Vogliamo che a Ottana si continuino a produrre fibre acriliche — ha dichiarato Militello — per spingere cosi Marghera a diversificare la propria produzione. La Fulc vuole salvare la Sir e spingere la Montedison a diversificarsi, perché, se invece la Sir muore, la Montedison continuerà a produrre chimica di base-. «Queste forme di lotta — ha concluso Militello — sono proporzionate agli obiettivi e alla drammaticità della situazione. Per questo respingiamogli interventi del padronato e del governo, che tendono a contestare la legittimità delle nostre decisioni^. Militello ha poi reso noto che per la prima volta ci sono notizie di «comitati di lotta antisindacali- nel settore chimico. Per il momento il fenomeno è limitato a due stabilimenti. Ferrandina e Iganto (provincia di Terni), dove sono stati trovati manifestini che polemizzavano con il sindacato «considerandolo controparte». Marco Tosatti

Persone citate: Danilo Beretta, Militello, Nicolazzi, Priolo, Vigevani

Luoghi citati: Assemini, Brindisi, Cagliari, Ottana, Porto Torres, Roma, Sardegna, Terni