Come sindacalisti e imprenditori affrontano il tema «assenteismo»

Come sindacalisti e imprenditori affrontano il tema «assenteismo» ■KM Dopo la proposta Massacesi e l'intervento di Giugni Come sindacalisti e imprenditori affrontano il tema «assenteismo» Il presidente Intersind: «Insisteremo sul non pagamento del primo giorno di assenza» -1 pareri di Callieri (Fiat), di Mandelli (Federmeccanica) e di Mattina (Uil) ROMA — Il problema dell'assenteismo — che è stato sollevato al tavolo delle trattative contrattuali per i metalmeccanici dal presidente delle aziende pubbliche (Intersind) Massacesi — è stato analizzato ieri dal prof. Gino Giugni con un intervento su ..La Stampa». Che cosa ne pensano sindacalisti e imprenditori? Le aziende hanno indicato più volte (non soltanto in periodo di rinnovo contrattuale) i guasti produttivi ma anche psicologici che nascono dalle assenze anomale. Meno noto è il fatto che la disorganizzazione della produzione può essere determinata anche da un repentino eccesso di presenze (i direttori del personale lo definiscono .presenteismo»). Le lavorazioni in grande serie soffrono questi sbalzi in meno o in più. Per esempio, alla Fiat, il «presenteismo» è un fenomeno che si ripete nei giorni di paga (intorno il 15 e il 30 di ogni mese). «Nei giorni di paga — ci ha dichiarato il direttore del personale del settore auto del Gruppo Fiat. Carlo Callieri — c'è dal 5 al 6 per cento di presenze in più (cioè l'assenteismo scende dal 14 all'S-9 per cento). Ciò — ha proseguito Callieri — costringe gli stabilimenti a ribilanciare i programmi produttivi delle linee di montaggio-. Sull'altro versante (quello dell'assenteismo) le punte anomale in questo periodo si hanno in prevalenza in concomitanza con gli scioperi indetti dal sindacato per il contratto. All'Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco il fenomeno è stato denunciato dallo stesso Massacesi ed i sindacalisti hanno tenuto assemblee di fabbrica sul tema. Alla Fiat è stato reso noto che in due mesi si sono perdute oltre 5 mila vetture per assenteismo anomalo (oltre a quelle non prodotte per gli scioperi contrattuali). Nei giorni precedenti lo sciopero le assenze alla Fiat hanno toccato il 30 per cento rispetto alla media del 14-15 per cento. La discussione però riguarda specialmente l'assenteismo cosiddetto «normale» che alla Fiat oscilla dal 14 al 15 per cento. E' «normale» oggi ma è anomalo rispetto a qualche anno addietro: nel 1970 alla Fiat si aggirava intorno al 10 per cento. Callieri definisce «ottica fuorviante» l'ipotesi di una «cogestione dell'assenteismo-. «Ognuno —afferma — deve svolgere il proprio ruolo: il sindacato deve considerare l'assenteismo come disgregatore del tessuto sociale e combatterlo; t poteri pubblici debbono mettere a disposizione strumenti efficaci e le aziende, infine, debbono assumere le loro responsabilità-. Callieri sottolinea che «il controllo (eseguito dall'Inam) oggi è fatto poco e male: si creino strumenti che consentano di rilevare, accertare, punire, ed il sindacato non ostacoli l'utilizzo di questi strumenti ed eserciti, in positivo, la propria autorità morale-. Il presidente dell'Intersind (e dell'Alfa Romeo) Massacesi ci ha dichiarato: «Insisteremo sulla nostra proposta 'non retribuire il primo giorno di assenza e devolvere la somma a un fondo di solidarietà) che Giugni non condivide. Se il sindacato guardasse di più ai propri interessi e meno alle bandiere considererebbe la proposta con maggior attenzione. «Non è vero — ha aggiunto Massacesi — che non retribuendo il primo giorno di assenza si spara nel mucchio come dice Giugni. Anche il ticket per le medicine crea questo problema eppure è stato approvato. Oggi il 20-30 per cento dei dipendenti sono assenteisti, cioè vivono sulle spalle degli altri. Il Paese deve prendere coscienza che le grandi aziende, in Italia, sono sull'orlo di una grave crisi di competitività nei confronti dell'estero. Sull'assenteismo, a questo punto, il sindacato ci deve dire delle cose, non soltanto delle parole-. Il presidente degli industriali metalmeccanici privati (Federmeccanica) Walter Mandelli ritiene che la chiave sia «il miglioramento delle relazioni industriali all'interno delle fabbriche-. «Se i sindacati sono convinti, come lo so-, no gli imprenditori, che il nostro Paese ha bisogno di un rapido recupero di produttività, bisogna mettersi insieme per escogitare, con buona volontà, qualcosa di intelligente che eviti l'assenteismo abusivo senza colpire gli ammalati veri-. Il segretario generale dei metalmeccanici della Uil. Vincenzo Mattina, ha ribadito che il sindacato «non accetterà modifiche» (cioè il non pagamento del primo giorno di assenza). «Se anche per ipotesi impazzissimo tutti quanti — ha proseguito — e accettassimo la proposta dell'Intersind. i lavoratori ci caccerebbero e la respingerebbero». Mattina riconosce che «esiste un'area di abuso- ed afferma che «il vero problema non è tornare indietro, ma modifi¬ care le condizioni che favoriscono l'abuso». A suo giudizio «è fondamentale il discorso dei medici, perché, se manca questo punto d'appoggio, viene meno anche la possibilità di controllare l'assenteismo-. Sulla ipotesi di «giustificare automaticamente il primo giorno di assema- (in modo da evitare che il lavoratore ottenga tre giorni di malattia perché un mattino ha dovuto accompagnare il bimbo a scuola) i pareri sono discordi. Mattina ha citato come positivo «l'esempio tedesco». Il direttore del personale dell'auto Fìat. Callieri. ha osservato: «Forse il sistema funziona perché sono tedeschi-. Il presidente dell'Intersind. Massacesi, è nettamente contrario: «Cosi tutti si prenderebbero sette giorni di assenza giustificata l'anno e gli assenteisti continuerebbero per la loro strada abituale-. Il presidente della Federmeccanica. Mandelli. crede poco all'efficacia della proposta: «Al massimo — ha detto — potrebbe forse funzionare nelle aziende piccole, dove c'è un rapporto più personalizzato-, Sergio Devecchi

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