Arrivano i concorsi

Arrivano i concorsi Università al guado Arrivano i concorsi Né Francesco Barone né io crediamo nella taumaturgia: mi riferisco all'articolo .Università al guado» uscito su .La Stampa» di domenica. Figli come siamo dell'Italia della ragione, non crediamo nel miracolismo in nessun settore, e tanto meno nel campo, drammaticamente devastato, dell'università, e dei suoi tanti irrisolti problemi. L'attuazione del programma di coiworsi universitari a tempi brevi — un programma cui il prof. Barone plaude, da vero uomo di scienza qual è — presuppone solo l'osservanza rigorosa e vorrei dire intransigente della legge, contro le troppe tendenze al rinvio, alla dilazione, al pasticcio che caratterizzano il nostro Paese. Dal naufragio della legislatura ormai terminata, una sola legge si è salvata nel campo dell'Università, solcato da tante generose e magari eccessive ambizioni nel suo breve e travagliato corso: la legge del dicembre 1978 sull'istituzione del Consiglio nazionale universitario provvisorio e sulla contestuale riapertura dei concorsi a cattedra previsti dai provvedimenti urgenti del '73 (nella misura di 7500) ma attuati solo per un terzo e poi paralizzati dai veti intrecciati, politici e sindacali. Fu quasi un dono di Natale, quel salvataggio. Inabissato il decreto Pedini nei gorghi dell'ostruzionismo parlamentare alla Camera, qualcuno si ricordò che esisteva, depositato alla Commissione Pubblica Istruzione del Senato, un disegno di legge di iniziativa governativa, appunto sul Consiglio universitario, il cui contenuto era stato quasi letteralmente travasato nel 'Corpus» di quello sfortunato provvedimento d'urgenza, ma non per questo era decaduto. A tempo di record, proprio alla vigilia delle feste natalizie, quel testo legislativo fu approvato dall'aula di Palazzo Madama; in gennaio a Montecitorio. L'attuazione di quel provvedimento, sanzionato dall'unanimità dei consensi parlamentari, appartiene ai doveri istituzionali del ministro della Pubblica Istruzione, anche nella fase provvisoria ed eccezionale di cui l'attuale governo è espressione. E tutte le scadenze sono state per ora rispettate. Le elezioni per il Consiglio universitario nazionale si sono svolte regolarmente in tutta Italia alla data del 27 marzo: larghissima affluenza alle urne, un risultato equilibrato, l'ingresso di competenze qualificate nel nuovo organismo consultivo del ministro, una più adeguata rappresentatività della società civile, un passo avanti nella democratizzazione delle strutture universitarie già avviata, all'interno delle facoltà, dalle misure urgenti dell'autunno •73. Ora si tratta di compiere gli ulteriori passi Entro il 24 aprile mi riprometto di emanare il decreto sulla ripartizione delle 3650 cattedre universitarie fra i singoli atenei, in base ai criteri obiettivi, e non equivocabili né strumentalizzabili, fissati dalla legge. Per il successivo 30 aprile ho già convocato il Consiglio universitario nazionale ai fini dell'elezione del vicepresidente e del formale insediamento. Il mese di maggio è più che sufficiente per completare i raggruppamenti esistenti con l'inquadramento delle discipline nuove e per provvedere alle richieste di trasferimenti da parte delle singole facoltà. Entro il 15 giugno saranno banditi i concorsi veri e propri: entro luglio elette le commissioni giudicatrici; entro agosto fissato il termine della consegna delle pubblicazioni. A ottobre certo — e Barone ha ragione — solo una parte non grande dei concorsi universitari sarà stata espletata. Giovanni Spadolini (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Francesco Barone, Giovanni Spadolini

Luoghi citati: Italia