Mosca tenta il dialogo con Pechino per contenere spinte dall'Occidente di Frane Barbieri

Mosca tenta il dialogo con Pechino per contenere spinte dall'Occidente Mosca tenta il dialogo con Pechino per contenere spinte dall'Occidente Con una nota diplomatica a sorpresa Gromyko offre a Pechino la firma di un documento che stabilisca i principi delle relazioni fra i due immensi Paesi in latente conflitto. Il documento si presenta anzitutto come un riconoscimento da parte di Mosca della Cina come terza potenza mondiale. Siamo ben lontani dalla possibilità che Mosca, capovolgendo il gioco, possa usare la 'Carta cinese» contro gli Stati Uniti. Si tratta semplicemente di una mossa, ad ogni modo abile, e si vede quanto efficace, per impedire che sia Washington a poter usare la stessa carta contro Mosca. L'irruzione della Cina sulla scena mondiale compiuta in modo piuttosto perentorio da Hua e Teng diventa ormai un fatto irreversibile. Sfumate da tempo le speranze del Cremlino di poter manipolare la politica cinese dalla sua posizione di centro unico del mondo comunista monolitico, a Mosca si è creduto almeno di poter tenere la Cina lontana dalle grandi dispute planetarie, contando più sulla tendenza all'autolsolamento di Mao. Svanito anche questo obiettivo, il governo sovietico si era ultimamente trovato di fronte ad un'alternativa alquanto scomoda: di trattare con Pechino tramite Washington, lasciando così agli ame• ricani la facoltà di dosare la tensione e la distensione lungo le frontiere siberiane. Le recenti dispute al Dipartimento di Stato americano sulla necessità di mediare fra le due potenze comuniste dovevano apparire a Mosca almeno paradossali. Con ogni probabilità, tali sono apparse anche a Pechino. La mossa di Gromyko sembra una logica disputa a questa situazione. Il Cremlino tenta un gioco a mezzadria con Pechino, cercando di impedire che nel rapporto bipolare fra le due superpotenze, la sottopotenza asiatica pesi tutta dal lato americano. Il documento di Mosca costituisce la risposta diplomatica alla sempre più complessa 'questione cinese». Una risposta che non va confusa con le posizioni assunte da Mosca sullo stesso tema nel quadro intercomunista. Sul piano diplomatico, cioè, viene espressa la disponibilità alla trattativa ed alla coesistenza sulla falsariga dei principi applicati alle relazioni con tutti i Paesi. Sul piano ideologico, intercomunista, la coesistenza per i sovietici non è concepibile in nessun caso. Uno dei massimi personaggi eurocomunisti mi ha parlato tempo fa delle pressioni Frane Barbieri (Continua a pagina 2 in prima colonna) .*■'■","." \ - ■ -

Persone citate: Gromyko, Mao, Teng