Precesso a «Controinformazione», rivista che esaitava i delitti delie Brigate rosse
Precesso a «Controinformazione», rivista che esaitava i delitti delie Brigate rosse Si inizia oggi in corte cP assise con ventidue persone sul banco degli imputati ifi ii Precesso a «Controinformazione», rivista che esaitava i delitti delie Brigate rosse Durante l'istruttoria furono interrogati anche Toni Negri, Vesce, Scalzone e Piperno: ma il giudice li prosciolse Alcuni dei redattori parteciparono ad azioni armate, altri fondarono in carcere l'organizzazione "Pantere rosche si proponeva il sequestro di giudici - Fra le accuse, detenzione di armi e falsificazione di documenti se Oggi alla seconda sezione dell'Assise (presidente Lacquanitl, p.m. Marciante) prende il via un altro processo-fiume contro 22 persone imputate di attività (partecipazione, propaganda sovversiva, sequestri politici, rapine, falsi) compiute all'insegna delle Brigate rosse o in qualche modo collegate alle stesse. Genericamente è definito il «processo a Controinformazione*, la rivista che secondo l'inchiesta giudiziaria avrebbe fiancheggiato istigando e teorizzando, giustificando e inneggiando, le azioni armate. Direttore e collaboratori del periodico sono cosi imputati di partecipazione «al!'associamone delle Brigate rosse costituita in banda armata*: usciti dal grande setaccio del giudice Giancarlo Caselli ai tempi dell'istruttoria su quello che sarebbe poi diventato il processo ai capi storici delle Br, sono entrati nella successiva indagine conclusasi il 1" agosto '77 con l'ordinanza di rinvio a giudizio. Oggi, dunque, il processo, proprio nel momento in cui «Controinformazione, è stata nuovamente portata alla ribalta dall'inchiesta parallela dei giudici di Padova e Roma e dall'arresto dei «teorici» Toni Negri, Emilio Vesce, Scalzone e Piperno. Già ai tempi della indagine che si conclude con questo processo Toni Negri e Vesce vennero sentiti dal giudice Caselli, ma il puntiglioso magistrato allora non trovò a loro carico nulla di compromettente e vennero prosciolti per mancanza di indizi. Il processo odierno si divide in più parti: c'è l'accusa a «Controinformazione* di aver avuto tra i redattori anche «brigatisti.: un gruppo è accusato di partecipazione alla banda armata; ci sono imputati che han- no fatto parte del collettivo politico «La Comune, del Lodigiani un serbatoio nel quale le brigate attingevano sovente, altri imputati di aver costituito in carcere le «Pantere rosse., associazione nata in carcere e stroncata prima che compisse imprese criminose. E c'è dell'altro come vedremo più avanti. A dodici imputati è contestata la partecipazione alle Br (i fatti risalgono al '74-'75). Sono Paolo Gastaldi, Laura Allegri, Teresa Duo, Massimo Maraschi, Anto¬ nio Bellavita, Francesco Tommei. Ermanno Gallo. Aldo Bonomi, Oreste Strano, Brunilde Pertramer, Alessandra D'Agostini e Francesco Pistone. Il Maraschi è inoltre accusato di detenzione d'armi da fuoco (in concorso con Margherita Cagol, la moglie di Curcio uccisa alla cascina Spiotta il 4 giugno '75). Ci sono poi Tonino Paroli e Arialdo Lintrami (già condannati al «processone.) imputati degli assalti (sequestro di persona, rapina, danneggiamento, violenza privata) nelle sedi del sindacato Sida di via Nichelino a Torino e Rivalta e di aver occultato nella «base, delle Br di via Pianezza materiale proveniente da un furto commesso nelle sedi della Cisnal-Mirafiorì, del Centro Sturzo e dell'Ucid di Milano. La D'Agostini è accusata di aver falsificato alcuni nullaosta per l'acquisto di pistole (i documenti servirono tra l'altro a comperare armi trovate in possesso di Pietro Bassi, Pietro Bertolazzl, Alfredo Buonavita, Paroli e Lintrami). 11 furto di una Dyane e la detenzione di una pistola, una carabina ad aria compressa e due cartucce cai. 9 lungo sono contestati alla Pertramer ed allo Strano. Giovanna Marin e Daniele Martori sono accusati di favoreggiamento personale. Mario Fracasso, Francesco Sardo, Maria Rosaria Roppoli devono rispondere di apologia sovversiva per aver scritto «sul muro dell'oratorio S. Luigi la frase "Contro la cassa Integrazione costituiamo nuclei armati clandestini"». Tre imputati appartengono alla «XXII Ottobre» di Genova, i loro nomi sono già noti: Mario Rossi, Giuseppe Battaglia e Fiorentino Conti. Sono quelli delle «Pantere rosse», associazione «avente Io scopo di sovvertire violentemente l'ordinamento politico e giuridico dello Stato procedendo in modo particolare al sequestro di magistrati*. Infine l'accusa specifica a «Controinformazione» nelle persone di Antonio Bellavita ex direttore della rivista e Francesco Tommel, collaboratore. Sono imputati di apologia di reato per aver pubblicato «articoli e slogans che esortavano alla lotta armata contro lo Stato ed approvavano ed esaltavano le azioni criminose delle Br*. Costituiscono apologia eversiva alcune cronache 'contenenti l'esaltazione della violenza fisica contro padroni e capi e del sabotaggio in fabbrica, nonché l'esaltazione del sequestro Amerio*, un articolo 'di difesa e giustificazione del duplice omicidio nella sede del msi di Padova* definito dalle Br «un incidente sul lavoro*. Costituisce reato per 11 giudice istruttore anche la pubblicazione di documenti teorici delle Brigate rosse. Unico latitante è proprio Antonio Bellavita. Il 30 marzo '78 venne arrestato a Parigi ed interrogato dalla polizia francese a proposito della morte di Francois Duprat, esponente di estrema destra dilaniato il 16 marzo nell'esplosione della sua auto. L'estradizione dell'imputato venne respinta dalle autorità francesi. Bellavita ha sempre sostenuto la propria estraneità all'organizzazione clandestina. Pier Paolo Benedetto Tra gli imputati: Arialdo Lintrami, Antonio Bcliavita, Tonino Caroli, Massimo Maraschi: tutti detenuti tranne Bellavita
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