Veranda e decoro

Veranda e decoro — Saer spendere Veranda e decoro Contro la chiusura del balcone: mancano licenza del Comune e consenso dei condomini «Sono proprietario di un appartamento in un condominio di tre piani con sei alloggi — scrive Pietro Chiappini di Piacenza — ogni appartamento ha un balcone, ma l'esposizione e la torma di questi è diversa nei due lati della casa. Recentemente due condomini hanno chiuso i loro balconi con vetrate e li hanno adattati a cucinino. Dall'altra parte invece uno ha ricavato una porta dal finestrino ed un secondo ha applicato al finestrino un'inferriata (al piano rialzato). Il lutto ha cambiato l'aspetto del fabbricato. Tali modifiche sono sfate fatte senza licenza del Comune né assenso dell'assemblea (nemmeno convocala) Mi sono rivolto ai tecnici per sapere se l'operato era legale: alcuni mi hanno risposto che bastava la licenza del Comune; altri che occorreva anche il consenso dell'assemblea dei condomini. Un legale può precisare qual è la verità?*. Risponde l'avv. Lorenzo Profeta, consulente legale dell'Unione Piccoli Proprietari: «La trasformazione, a carattere stabile, di un balcone in una veranda chiusa può alterare il decoro architettonico dell'edificio comune e consente al condominio di esercitare l'azione di manutenzione per eliminarla. Un esempio: un condomino aveva trasformato una terrazza balcone del suo appartamento in veranda chiusa, dalla base al balcone soprastante, con un'intelaiatura metallica con pareti di legno e cristallo e con grillage: i giudici di merito avevano ritenuta illegittima questa opera ordinandone la demolizione: la suprema corte, confermando la lo- S ro decisione, ha enunciato il principio precedente. «Quindi stabilire se — in concreto — un'innovazione deter- ' mini o meno alterazione del decoro architettonico dell'edificio in condominio è compito del giudice di merito, onde un'eventuale causa contro il proprietario che ha operato la trasformazione sarebbe d'esito incerto». Continua l'esperto: «Riporto un principio enunciato dalla Corte d'Appello di Bari, con sentenza 26-11-'74: "Le innovazioni che alterano il decoro architettonico del fabbricato non possono essere attuate neanche se autorizzata, come previsto dal regolamento di condominio, da una deliberazione adottata con il consenso di tutti i condomini, ostandovi il divieto di cui al 2' comma dell'art. 1120 del Codice Civile: a tale divieto il regolamento di condominio non può derogare". Non capisco tuttavia come potrebbe sorgere all'atto pratico una questione tra privati dove ci fosse il consenso di tutti i condomini: in tal caso rimarrebbe soltanto la questione della licenza amministrativa, questione che non toccherebbe il rapporto tra condomini». Il prezzo è scontato ma l'Iva è a parte Una lettrice denuncia un caso abbastanza grave. La sua esperienza può mettere in guardia altri consumatori. Forse la colpa potrebbe anche essere dell'ignoranza, ma — tra tanti inganni dei quali siamo vittime — non c'è da stupirsi se ingenuità e ignoranza siano anche compagne di una consapevole trufia. Marisa C scrive: 'Acquisto normalmente bustine di calte liolilizzato. sempre dallo stesso negoziante. La scorsa settimana ho visto sulle conlezioni stampata a caratteri vistosi la scrìtta "Sconto". Infatti il prezzo era ridotto di 150 lire dalle abituali 900 lire. Prendo due confezioni e pago. *Ed ecco la sorpresa. Il commerciante mi dice: "C'è da pagare l'Iva in più". Ribatto: "Ma è sicuro che non sia compresa?" Risponde senza esitazione: "No. no. è a parte. Sono 60 lire per confezione". Ahimé, in quel momento non avevo gli occhiali. Non riuscivo assolutamente a distinguere che cosa c'era stampato sul cartone Perciò, brontoilando. ho pagato 'A casa, altra sorpresa Inforcati gli occhiali ho visto la verità: era stampato "sconto di 150 lire" e subito sotto "Iva 6 per cento inclusa". Il che dimostra che qualche volta i disonesti si riescono a smascherare: it Natale è lontano, ma è sempre tempo per un panettone fatto in casa. Da Bianca delle conserve la ricetta richiesta da Luigina. Occorrono: un chilo di farina, 60 gr. di lievito, mezzo litro di latte, 400 gr. di zucchero, 300 gr. di burro, 70 gr. di mandorle, 130 gr. di cedro candito, 130 gr. di arancio candito, 300 gr. di uva sultanina, sei uova, sei cucchiai di rhum, la scorza grattugiata di un limone, un pizzico di sale, mezzo cucchiaino di vaniglia, un pizzico di cannella, ancora 200 gr. di burro e zucchero a velo. Disporre a fontana la farina sul tavolo, sciogliere il lievito con un po' di latte tiepido e versarlo nella farina. Lasciare lievitare per 15-20 minuti, impastare aggiungendo la prima quantità di zucchero e di burro, le uova, il restante latte, l'uva passata nella farina, il rum, la scorza di limone, i. sale, la vaniglia, la cannella. Lavorare molto bene la pasta e metterla a lievitare al caldo per circa mezz'ora. Tritare grossolanamente le mandorle e la frutta candita e mescolare la pasta. Lasciare lievitare per altri 20 minuti. Dare alla pasta la forma ai una grossa pagnotta, incidere con la mano la superficie, appoggiare il panettone su un foglio di carta stagnola unta di burro e cuocere in forno già caldo a 200 gradi per 50-60 minuti. Appena si toglie cospargere con burro e zucchero a velo. Simonetta

Persone citate: Lorenzo Profeta, Marisa C, Pietro Chiappini, Ribatto

Luoghi citati: Bari, Piacenza