Dodici gli autonomi accusati per le Brigato rosso a Roma

Dodici gli autonomi accusati per le Brigato rosso a Roma Dodici gli autonomi accusati per le Brigato rosso a Roma Negri e Nicotri indiziati per le telefonate del «caso Moro» - Il giudice Gallucci spiega perché l'indagine è passata anche alla capitale DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Sono dodici i fascicoli arrivati ieri a Roma da Padova: riguardano altrettanti personaggi imputati di «aver organizzato e diretto» le Brigate rosse. Tra loro, Toni Negri e Giuseppe Nicotri sono entrati direttamente nel processo per la strage di via Fani: il primo con un mandato di cattura, il secondo in carcere a Roma in due celle di isolamento a Rebibbia. Tra oggi e domani i giudici interrogheranno il professore padovano e subito dopo toccherà a Nicotri: non si conosce l'ora di questi appuntamenti. Fino a ieri sera i difensori non erano ancora stati convocati dal consigliere Gallucci. titolare dell'inchiesta. La decisione di dividere in due l'indagine è stata presa a Padova dal pubblico ministero Calogero, alla vigilia del passaggio degli atti — richiesto dai legali degli imputati — al giudice istruttore Palombarini. Nella motivazione allegata ai fascicoli trasmessi è spiegato che a determinare lo spostamento di quelle posizioni processuali è stata l'accusa di far parte della «direzione» delle Brigate rosse. Per la magistratura insomma i dodici imputati farebbero parte di quel «vertice» dell'organizza- a i e i o o i zione che decise e organizzò il sequestro di Aldo Moro, il reato più grave di una lunga serie. Chi sono i dodici? Oltre a Negri e Nicotri, i giudici hanno puntato su Emilio Vesce, direttore dell'istituto di meccanica agraria, responsabile di radio Sherwood e del settimanale «Autonomia»: Oreste Scalzone. Mario Dalmaviva. Luciano Ferrari Bravo docente nella facoltà di Scienze Politiche, Lauro Zagato, arrestato nella sede romana di Metropoli insieme con Scalzone. Incerta è la posizione di Ivo Galimberti, del comitato di direzione di «Autonomia». A questo elenco, secondo indiscrezioni, sarebbero aggiunti i nomi di quattro latitanti: Franco Piperno, docente di fisica all'università dell'Aquila, Pietro De Spali, già accusato — ma poi prosciolto — nel processo per l'uccisione dell'agente Antonio Niedda. Il terzo imputato ricercato sarebbe Gianni Baietto; il quarto è indicato in Roberto Ferrari. Per le sette persone arrestate e attualmente sparse in alcuni carceri del Nord, il trasferimento a Roma è previsto per i prossimi giorni. Non si sa di quali elementi disponga la magistratura per rendere concreta l'accusa — tuttora generica — di aver organizzato e diretto le Brigate rosse. Tranne Toni Negri, gli altri undici imputati non compaiono nella lista dei 22 accusati direttamente del sequestro Moro. Fra i nomi recentemente aggiunti al primo nucleo di mandati di cattura, c'è quello di Domenico Gioia, 24 anni, di Cisternino in provincia di Brindisi, funzionario amministrativo di un ospedale cittadino. Gioia era l'intestatario dell'appartamento di via Montenevoso a Milano dove il 2 ottobre i carabinieri arrestarono Nadia Mantovani, Lauro Azzolini e Francesco Bonisoli. Questi ultimi due furono accusati del rapimento Moro già nei giorni successivi. Nella base milanese, infatti, tra armi e documenti, era stato trovato il «memoriale» del presidente della de. Ieri sera, appena diffusa la pz notizia del trasferimento degli atti a Roma,.il consigliere Gallucci ha commentato : «Questa volta non potranno accusare la magistratura romana di aver "rapinato" anche l'istruttoria sul professor Negri e su gran parte delle altre persone incriminate». La dichiarazione suona polemica nei confronti di quanti nei giorni scorsi (soprattutto i membri del collegio di difesa degli imputati) avevano fatto riferimento a un certo «costume» secondo il quale numerose inchieste sono finite negli anni passati a palazzo di giustizia di Roma. «Sono stati i colleghi di Padova — ha aggiunto Gallucci — a spogliarsi spontaneamente dell'inchiesta, senza che da parte nostra ci sia stata la minima iniziativa per ottenere il procedimento».