A due passi e un po' più in là

A due passi e un po' più in là Qualche suggerimento per Pasqua e Pasquetta, se il sole sarà visibile A due passi e un po' più in là La collina, a saper scegliere i posti, è sempre una meta piacevole - Nel Canavese: splendidi itinerari sull'anfiteatro morenico, da S. Giorgio a S. Martino, da Montalenghe a Mercenasco - Un castello fra le Lunghe Pasqua e Pasquetta: cioè scampagnate, anche se il cielo grigio di ieri e le previsioni dei meteorologi non consigliano la tradizionale merenda nei prati, un tempo prima grande uscita dei torinesi dalla città dopo l'inverno. I più fortunati se ne sono già andati: con le complicate alchimie degli anticipi o dei recuperi di ferie, dei riposi non fatti, magari con un certificato medico compiacente, i tre giorni di Pasqua possono voler dire una vacanza di una settimana. Molti però sono rimasti in città. Che fare in queste 48 ore? Dove andare? Qualcuno ne approfitterà per un tuffo nella tecnologia: la fiera di Milano (e il treno è preferibile all'auto) è un appuntamento classico. Per chi invece vuole far la gitarella il consiglio è di studiare un itinerario che consenta di non trascorrere la giornata in auto e che rispetti i giusti diritti di contadini e montanari, per i quali i prati sono una fonte di reddito. L'invito è il consueto: non aggredire la proprietà altrui, facendo sciamare per i prati schiere di bimbi più pericolosi di Attila e non andare all'assalto dei boschi cercando di emulare, con grandi fuochi, gli indiani d'America. Se qualcuno, sole permettendo, volesse riprendere una delle più vecchie tradizioni dei torinesi ricordiamo che da Sassi, con la tranvia a dentiera dell'Atm. si può salire a Pian Gambino. un parco della Provincia attrezzato proprio per i pic-nic: acqua, servizi, panchine, tavoli. Si è già fuori della città, si respira un'aria più pulita. Tutta la collina può però riservare angoli di pace. Gli intinerari sarebbero infiniti, l'importante è uscire dai troppo noti Chieri, San Mauro, Revigliasco. Pecetto. E basta lasciare le strade di gran traffico, imboccando i cento collegamenti fra paesi e frazioni. Esempio: la zona di Castiglione, Pavarolo, Baldissero, Bardassano: decine di strade non asfaltate che si spingono fra i prati, tutti ideali per i picnic. E vi sono anche molte semplici trattorie, non ancora contaminate dai «cibi industriali», a parte un paio di ristoranti di livello eccellente tanto da venir citati nei più evoluti manuali gastronomici. Andar per collina può diventare piacevole se non ci si intruppa nel gregge automobilistico, se si ha la pazienza di studiare su una cartina (ottima quella dell'Autoclub di Torino) un itinerario alternativo, sia per l'andata che per il ritorno, evitando code e conseguente ingestione di gas di scarico. Basta un po' di fantasia e un minimo senso civico per rispettare la natura e poi. anche a quattro passi dalla città, si può trovar modo di .fare Pasquetta». ★ * ★ Canavese in primavera. Le campagne tra Cuorgné e Castellamonte, tra Ivrea e Caluso sono una tenera, splendida tavolozza: dal verde dei prati e dei boschi al rosa degli alberi fioriti, al giallo dei ranuncoli, al candore degli ultimi bucaneve. Una natura tranquilla che ispira serenità, luoghi ideali per il weekend di Pasqua. Itinerari? Innumerevoli e quasi tutti adatti all'auto: le linee ferroviarie servono le direttrici per Ivrea e per Rivarolo. Chi desidera trascorrere una giornata in mezzo ai boschi, fra castagni, pioppi e qualche larice, in meno di un'ora ad andatura turistica da Torino può raggiungere l'anfiteatro morenico che sovrasta la pianura di Strambino e Romano: ampio panorama verso la Dora Baltea e uno sfondo formato dalle colline di Masino, dalla Serra, dal Mombarone sopra Andrate. Se la giornata è limpida si vede la catena del Rosa. Percorso: s'imbocca l'autostrada per Aosta. Dopo una ventina di chilometri si esce al casello di S. Giorgio. A questo punto si gira a destra, verso Caluso e, percorso meno di un chilometro, al primo bivio, si svolta a sinistra verso Montalenghe. Subito dopo s'inizia il bosco di castagni. Le stradine ora si moltiplicano e sono quasi tutte in buone condizioni, asfaltate. Superato il rettilineo che esce da Montalenghe. alla prima curva, sulla sinistra, c'è la strada che, attraverso boschi, vigneti e prati,' consente di «cavalcare» la sommità della collina, sfiorando paesi incantevoli (come Cuceglio. Vialfré) fino a S. Martino. Di qui. scendendo a Perosa e poi a Scarmagno, si può ritornare a Torino riprendendo l'autostrada. Ancora nell'anfiteatro more¬ nico di Ivrea. Usciti dal rettilineo di Montalenghe. invece di imboccare la prima strada asfaltata a sinistra, si prosegue ancora per circa 1500 metri; appena iniziata la discesa, all'indicazione «Villate». si gira a destra sulla stradina che, a mezza costa raggiunge Mercenasco. Traffico ridotto, boschi, prati, vigneti. I bambini possono correre, giocare senza pericoli. Una sola raccomandazione: prati e boschi non sono recintati, possono essere «invasi», ma con civiltà ed educazione. Per chi vuol spingersi un po' più lontano ci sono le Langhe, con le colline, le piccole case a schiera abbarbicate sulle sommità dei cocuzzoli: e i castelli, piantati come lame di pietra chiara fra i filari di barolo e di barbaresco. Raggiungerle è facile, cominciano a poco più di 60 chilometri da Porta Nuova. 45 minuti in macchina. L'autostrada per Savona fino al casello di Marene garantisce un viaggio tranquillo. Ma si possono scegliere, anche, da Carmagnola, le statali per Bra o Alba, che prima di raggiungere il Tanaro attraversano la terra dei Roeri fiorita in questa stagione di ciliegi e peschi. Da Alba (dove c'è la «fiera del vino di Pasqua») e da Bra partono le strade dei vini che raggiungono le località più preziose e segrete. Ogni percorso accompagna i turisti attraverso i vigneti, indicando cantine, ristoranti, trattorie, castelli e borghi medioevali. Scegliamo, per oggi o domani, alcuni castelli. Quello di Roddi. 7 chilometri da Alba, è dell'I 1" secolo. Per visitarlo occorre cercare il guardiano, ma una passeggiata sotto le mura merita la salita al paese sulla collina da cui si può osservare la geometria dei vigneti Il maniero di Serralunga è a meno di 6 chilometri. La fortezza balza verso il cielo da un bosco scosceso. E' del 14 secolo, gli anni non le pesano. Di festa, all'ombra delle torri, la gente della Langa si sfida a pallone elastico. Ritornando verso Alba per riprendere la strada di ca^a. lasciando alla sinistra Castiglione Falletto. c'è Grinzane Cavour. Il castello è del 1350 e da un decennio è sede di enoteca e ristorante. Vini e cucina sono genuini. La garanzia viene dall'. Ordine dei cavalieri del tartufo Servizi di: Gianni Bisio, Giuseppe San giorgio, Emanuele Monta.

Persone citate: Castiglione, Emanuele Monta, Gianni Bisio, Giuseppe San Giorgio, Masino, Pasqua