Camera ed Europa Pajetta capolista

Camera ed Europa Pajetta capolista Comunisti mobilitati per il voto Camera ed Europa Pajetta capolista Consultazione per i candidati: in lizza quasi tutti i parlamentari uscenti Non un alt imo di tregua alla federazione del pei in via Chiesa della Salute: finita la mobilitazione per il congresso, si è iniziata la campagna elettorale. Comizi nelle fabbriche, nelle zone (dal Canavese al Pinerolese), nelle sezioni cittadine. La «macchina» comunista continua ad essere ..sotto pressione» con i suoi 46 mila iscritti, di cui oltre 20 mila a Torino. Questo grande lavoro si tradurrà, fra poche settimane, in manifesti, comizi, slogans. Le ..parole d'ordine» principali sono già state lanciate dalla tribuna congressuale dallo stesso Berlinguer. Sono: «Pei al governo»; «Meno voti alla de-; «Unità delle sinistre». Ora dovranno essere inserite nelle singole realtà locali: a Torino, ad esempio, soprattutto all'interno delle fabbriche. Proprio di qui, sabato scorso, l'on. Giorgio Napolitano ha aperto una campagna elettorale, considerata ..decisiva», per un partito che, partendo dal 34 per cento e da oltre 12 milioni di voti, punta chiaramente a convincere il Paese del suo legittimo «diritto-dovere- di governare. Non per nulla nelle varie assemblee organizzative, che si stanno svolgendo in tutta Italia, si sente sempre di più lo slogan: «E' ora di cambiare, il pei deve governare-. Nella formazione delle liste si terrà conto anche di questa esigenza. Ci rara dunque un forte rinnovamento fra i candidati? Probabilmente no. Anche perché il ciclo comunista, per gli eletti, dura due legislature, come dimostrano i nomi nuovi comparsi alle consultazioni del 1968 e del 1976. Spiega il segretario della federazione, Renzo Gianotti: «Già tre anni fa pensavamo serìamente di dover governare, e l'ipotesi, sema il no democristiano, si sarebbe avverata. Quindi la scelta dei candidati del 76 rimane valida. Tocca comunque al partito decidere. Il comitato federale si riunirà giovedì ed esaminerà il problema-. Dopo quest'incontro la prima -rosa., di deputati e senatori sarà valutata in una consultazione generale che avverrà, nell'arco di 10 giorni, in tutte le sezioni piemontesi. «Potranno — aggiunge Gianotti — emergere anche indicazioni diverse che saranno esaminate complessivamente verso la fine di aprile in una nuova seduta del comitato federale-. Il 20 giugno 1976 i comunisti in Piemonte ottennero 20 deputati: 15 nella circoscrizione Nord (Torino, Novara. Vercelli) e 5 in quella Sud (Alessandria. Asti, Cuneo). Nella prima risultarono eletti: Allegra. Brusca. Casapieri. Castoldi. Garbi, Guasso. Furia, Libertini, Napoleoni, Pajetta. Pugno. Rosolen. Spagnoli, Tamini, Todros. Nella seconda: Fracchia. Manfredi. Martino. Mirate e Nespolo. I senatori furono nove: Berti. Colajanni. Galante Garrone. Pecchioli. Pollidoro. Sassone, Tourn. Vignolo e Vinay. Le riconferme, come detto, dovrebbero essere preponderanti. Scontata la presenza di Gian Carlo Pajetta, il quale capeggerà le liste per la Camera (Torino. Novara, Vercelli) e per l'Europa (Piemonte, Lombardia. Liguria. Valle d'Aosta), per il resto ci saranno quasi tutti gli uscenti: da Guasso a Libertini, da Pugno alla Rosolen. Qualche dubbio, fra i parlamentari più noti, ci sarebbe per Carmen Casapieri che tornerebbe ad attività di partito, dopo il lungo impegno romano. Quanto agli indipendenti (oltre a Brusca e Napoleoni, eletti nel '76) non sono previsti nuovi nomi di richiamo. Nel Piemonte Sud il capolista sarà ancora Ugo Pecchioli, affiancato dall'ex sindaco di Fossano. Manfredi, da Nespolo e Martino. Ad Asti non dovrebbe riprensentarsi Mirate, dopo due legislature trascorse nell'impegno parlamentare. Per il Senato infine, probabili le riconferme di: Vinay. Tourn, Berti. Colajanni. Pecchioli (che avrà doppia candidatura. Camera e Senato). Pollidoro. Sassone. Incerta la presenza di Galante Carrone e Vignolo. Queste le indicazioni di massima che provengono dal pei torinese. Vi potranno essere variazioni, anche se non sostanziali, poiché il partito proprio in questi giorni è impegnato nella scelta degli uomini che dovranno rappresentarlo di fronte agli elettori. Le decisioni definitive — soprattutto per i capilista e per i nomi più significativi — potrebbero però già essere prese oggi a Roma. Giuseppe Sangiorgio