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Papa Wojtyla ai preti «Rispettate il celibato» Papa Wojtyla ai preti «Rispettate il celibato» CITTA' DEL VATICANO —La piena fedeltà al celibato, non solo per impegno giuridico, ma come «parola data a Crisio». è stata chiesta ieri da Papa Wojtyla nella sua prima lettera ai sacerdoti del mondo, in occasione del Giovedi Santo, -festa del sacerdozio». Contemporaneamente, in altra lettera, esorta i vescovi ad aver cura dei preti come «figli prediletti, fratelli e amici», da aiutare soprattutto nelle difficoltà, e ripete che la collegialità episcopale deve essere «effettiva», cioè nel governo della Chiesa, e «affettiva», come operante fraternità. Il richiamo al dovere del celibato nella Chiesa di rito latino, nel rispetto per la tradizione orientale che ha sacerdoti sposati accanto ai celibi, è inserito in una organica esaltazione teologica e poetica del sacerdozio quale «dono dello spirito» e «peculiare somiglianza a Cristo, buon Pastore». Ma il Papa stabilisce fra celibato e matrimonio cristiano una analogia che non ha precedenti, a quanto si ri¬ cordi, in documenti pontifici. Come nel matrimonio — dice in sostanza — gli sposi cristiani sono impegnati alla reciproca fedeltà coniugale, cosi il sacerdote deve dare ai fedeli «il buon esempio e la testimonianza della fedeltà alla vocazione fino alla morte». Con l'ordinazione, il sacerdote «si impegna al celibato con piena coscienza e libertà, dopo una preparazione pluriennale». Con la rinuncia «per il Regno dei cieli» alla paternità umana, il sacerdote «cerca un'altra paternità e quasi addirittura un'altra maternità» (Papa Luciani, per primo, aveva parlato di Cristo non solo padre, ma anche «madre», sollevando un certo clamore esegetico). Con questa riaffermazione del celibato, aggiunge il Papa, non «soccombiamo al disprezzo manicheo per il corpo umano e per le sue funzioni», né deprezziamo in alcun modo Lamberto Fumo (Continua a pagina 2 in prima colonna)