Iran: i rivoluzionari si difendono dalle accuse di esecuzioni sommarie di Igor Man

Iran: i rivoluzionari si difendono dalle accuse di esecuzioni sommarie Intervista con un esponente del regime di Khomeini Iran: i rivoluzionari si difendono dalle accuse di esecuzioni sommarie DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TEHERAN — Il sinistro elenco dei fucilati si allunga. Con le nove esecuzioni di ieri, siamo arrivati a 88 giustiziati. Il hi marzo Khomeini aveva sospeso i giudizi in attesa del nuovo «regolamento giudiziario», promulgato giovedi scorso. Il primo «codice penaledelia Repubblica islamica, in verità, ha consacrato il ruolo supremo dell'ayatollah anche in materia giudiziaria. In pratica poco o nulla è cambiato, si tratta di veri e propri giudizi sommari, pronunciati da giudici designati da Khomeini o dal misterioso «consiglio della rivoluzione»: durano al massimo mezz'ora, la sentenza viene eseguita pressoché immediatamente. Perche il punto è questo: nell'ottica di Khomeini (e dei suoi uomini), non ci sarebbe neanche bisogno di processi per mandare a morte i «criminali». Domenica scorsa, proclamando la Repubblica isla¬ mica, l'ayatollah ebbe a dire fra l'altro: «Certa gente la si sarebbe dovuta uccidere a vista, invece di incarcerarla. Non sono persone accusate di crimini ma criminali. Noi li giudichiamo in base a prove concrete ma in verità pensiamo che non ci sarebbe bisogno di processarli. Basterebbe accertare la loro identità e ucciderli. Sono stati già giudicati dal popolo, dalla storia e condannati ancor prima della rivoluzione». Come a dire, insomma, che giudice supremo e la coscienza popolare, che i plotoni di esecuzione praticamente eseguono sentenze già comminate dal popolo. Per chi. come noi. è contra¬ rio alla pena di morte non è difficile esprimere sconcerto ì e perplessità a un esponente | del regime come Ahined Sala ne francese. Ma Salamatian taglia subito corto ricordandoci come in Iran ci sia stata una rivoluzione, non ancora matian. un laico di educazio- j trattava per P80' colpevoli di aver compiuta, che «combina la Riforma con la rivoluzione francese». «Noi non abbiamo bisogno di fucilare per rafforzarci — prosegue, — e. poi. cosa sono una ottantina di criminali giustiziati di fronte alle stragi perpetrate in tanti anni di dittatura monarchica?». Invero nei 37 anni di regno di Reza Palliavi si è avuto un morto ogni quarantotto minuti. Quattromilanovecento sono i giustiziati, centoventicinquemila i prigionieri politici e i morti assommano a 365.995. Dice Salamatian che solo nell'arco di cinque anni più di 500 «sovversivi» vennero ..ufficialmente» fucilati dallo Scià. L'età inedia dei giustiziati era di 24 anni, si di studenti distribuito manifestini di protesta. «A suo tempo comunicammo l'elenco degli assassina ti. il fiore della gioventù intellettuale del Paese, ad Amnesty International. E con iiuale risulta¬ to? E il signor Faure che deplora l'esecuzione di un criminale traditore della Patria, quale Hoveyda. complice diretto dello Scià, farebbe bene a ricordare quante volte, invano, abbiamo bussato, noi esuli, alla sua porta scongiurandolo di intervenire per salvare la vita di un ragazzo di 21 anni, mandato a morte da sua graziosa maestà, per aver venduto un libretto sovversivo» E Salamatian conclude: «Ripeto, non fuciliamo per rafforzarci, non ne abbiamo bisogno. Facciamo giustizia rivoluzionaria perché il popolo prenda sempre più coscienza di quel che è stato il regime di terrore dei Palliavi». Il discorso di Salamatian vale se non altro a ricordarci come in Iran il processo rivoluzionario non si sia ancora concluso. E come ogni rivoluzione, fatalmente, abbia i suoi giacobini. La rivoluzione islamica non sfugge alla regola. Igor Man

Persone citate: Khomeini, Khomeini Iran, Reza Palliavi

Luoghi citati: Iran, Teheran