«Salvatore della Patria» in anni difficili di Fabio Galvano

«Salvatore della Patria» in anni difficili «Salvatore della Patria» in anni difficili (Segue dalla 1* pagina) Kasuri — fu condannato a morte. Zulfikar Ali Bhutto era nato a Larkana il 5 gennaio del 1928. da una ricca famiglia di latifondisti. Aveva frequentato le scuole e l'università di Bombay ancora sotto il Raj britannico nella tempesta irredentista dell'immediato dopoguerra. Andò a Berkeley, la fucina del dissenso americano, nel '47. Laureatosi in scienze politiche, proseguì gli studi al Christ College di Oxford, in Inghilterra. E a Londra, dopo la seconda laurea in legge, esercitò l'avvocatura nel '52e nel '53. Rientrato in patria, si sposò: ha avuto quattro figli. Il maresciallo Ayub Khan, presidente del Pakistan e amico di famiglia, lo volle nel '58 nel suo governo, come ministro del Commercio: Bhutto aveva appena trent'anni. Due anni dopo il presidente, che stava per porre mano alla difficile opera di dare al Paese una nuova Costituzione, gli affidò contemporaneamente una serie impressionante di ministeri: Informazioni. Radio, Ricostruzione nazionale. Turismo. Minoranze. Energie. Risorse naturali. Nel '60 Bhutto rinunciò a tutte le cariche tranne l'ultima: dopo avere contribuito a un importante accordo per le ricerche petrolifere con l'Unione Sovietica, ebbe modo di confermare le sue doti di negoziatore nel '62, come capo della delegazione pakistana alle trattative di pace con l'India, dopo la crisi del Kashmir, e nel '63 divenne ministro degli Esteri. Due anni dopo, ai tempi della nuova guerra con l'India, il suo nazionalismo e la sua convinzione che il Pakistan fosse stato «tradito» dall'Urss. lo portarono a cercare nella Cina l'appoggio di cui riteneva che il suo Paese avesse bisogno. I suoi rapporti con Ayub Kìian si raffreddarono: fondò nel '67 il suo partito — il Ppp, socialisteggiante sul piano interno, decisamente nazionalista su quello esterno — per finire quasi subito (1968) agli arresti domiciliari. Quando Ayub Khan lasciò il potere al generale Yahia Khan. Bhutto riacquistò la libertà. Alle elezioni del '70 il suo partito trionfò nel Pakistan occidentale, mentre in quello orientale prevalse la Lega Awami dì Mujibur Rahman. Di fronte al pericolo di una secessione Yahia Khan tentò la via della trattativa con i capi bengalesi, affidandola a Bhutto che in quel frangente condivideva la sua linea «dura». Fu il fallimento quasi immediato: il presidente replicò annullando le elezioni e facendo arrestare Mujibur Rahman. Pochi mesi dopo la situazione sfociò in guerra, con l'intervento armato dell'India in favore dei ribelli bengalesi: la guerra che si sarebbe conclusa con la nascila del Bangladesh. Bhutto, in quel momento vicepremier, diventò presidente a furor di popolo. Non gli restò altro da fare che liberare Rahman, sperando di ricostruire nella pace l'unione del Paki¬ stan Ma la Repubblica del Bangladesh non si è mai più riavvicinata a Islamabad. Cercò allora di ristrutturare dall'interno quello che restava del Pakistan: si fece amici, ma ancor più nemici. Fabio Galvano Scene di disperazione in una strada di Rawalpindi per la morte dell'ex premier Ali Bhutto