Il crack dei chimici di Marco Borsa

Il crack dei chimici Il crack dei chimici (Segue dalla 1 ' pagina) nanziamenti agli scambi internazionali (dal 35 al 53 per cento del prodotto interno lordo nel quinquennio in esame) e al disavanzo pubblico (salito nello stesso periodo dal 3 all'I 1 per cento del prodotto interno lordo mentre restavano fermi quelli alle imprese! La crescente rigidità della struttura finanziaria del Paese ha progressivamente semplificato l'attività di intermediazione della banca che diventava sempre di più un canale di trasferimento del risparmio dalle famiglie verso il Tesoro. Un'attività, quest'ultima, che non richiede particolari qualifiche o specializzazioni, che implica una forte riduzione del rischio (finché il Tesoro è considerato solvibile) e. alla lunga, stretti rapporti di dipendenza con il mondo politico, detentore del reale potere di scegliere dove destinare le risorse del Tesoro. Al banchiere, dunque, ha detto Cingano, non resta che «il ruolo di passivo intermediario del passivo» se non verranno modificate le condizioni strutturali che oggi influenzano l'attività creditizia. Un ruolo che lo stesso Cingano riconosce per certi versi voluto dai banchieri perché meno impegnativo di quello del banchiere tradizionale. -Non siamo stati anche noi — si domanda Cingano — a preferire i tranquilli impieghi verso le aziende a partecipazione statale?». L'autocritica del banchiere, come è stata ribattezzata la coraggiosa diagnosi di Cingano, non è però l'autocritica del banchiere pubblico, come vorrebbero alcuni. Se si deve individuare una linea di demarcazione che serva a dividere lo schieramento bancario italiano più efficiente e moderno da quello meno efficiente non serve certament'i il criterio della proprietà pubblica o privata. I dissesti bancari in Italia, ultimo quello di Michele Sindona, sono prevalentemente privati. L'Ibi, l'Istituto : ancario Italiano, una delle tre banche che facevano capo a Pesenti, fino ad un anno fa il maggior banchiere privato italiano, è nato più di 10 anni fa dalla fusione di piccoli istituti in difficoltà perché male gestiti. Il Banco Ambrosiano, che oggi ha la palma del maggior raggruppamento bancario privato, continua a compiacersi dell'espansione della propria raccolta, vittima della «mania dimensionale» denunciata da Cingano nel suo discorso (nel 1978 le banche piccole e medie hanno incrementato la raccolta più delle grandi banche pubbliche). D'altra parte la banca che oggi è considerata la più dinamica ed aggressiva sul mercato è il San Paolo di Torino, banca pubblica, i cui utili raggiungono circa 200 miliardi all'anno. Fra le banche ordinarie il Credito Italiano, grande banca pubblica, può vantarsi di non aver prestato neppure una lira alla Sir nonostante l'azienda abbia sede a Milano, la piazza principale del Credito. Marco Borsa

Persone citate: Cingano, Michele Sindona, Pesenti

Luoghi citati: Italia, Milano, San Paolo, Torino