Come si elegge la donna dell'anno di Giulia Massari

Come si elegge la donna dell'anno NASCE A SAINT-VINCENT UN PREMIO INTERNAZIONALE Come si elegge la donna dell'anno ROMA — Promosso dalla Val d'Aosta, una regione che ha una tradizione magnifica nel campo dei premi, ospitato nella cornice un tempo sfarzosa, ora soltanto costosa, del Grand Hotel di Roma, collocato sotto il patrocinio della Presidenza della Repubblica, è nato il Premio Internazionale Saint-Vincent «La donna dell'anno». Le consorti degli ambasciatori di tutto il inondo accreditati presso il Quirinale (signore che a torto spesso vengono chiamate ambasciatrici) compongono la giuria che entro il mese di giugno dovrà inviare la biografia della donna che ogni Paese intende candidare al titolo, per poi procedere, nel dolce e piovoso autunno valdostano, a una prima, a una seconda, a una terza e persino a una quarta votazione, tutte a scrutinio segrt'to. un meccanismo complica to, come si ve¬ de, per cui si è ritenuto necessario nominare anche un comitato coordinatore, al quale alla fine hanno aderito tre politiche. Agnelli. Carettoni. Falcucci. Per lanciare quest'iniziativa, nel grande albergo romano sono convenute signore non troppo giovani vestite di tradizionali chemisiers, i bei capelli ondulati e tinteggiati, i gioielli discreti ma veri: mogli di ambasciatori e personaggi per così dire diplomatici, più. alcune amiche di Maria Pia Fanfani e Beatrice Rangoni Machiavelli, che sedevano al tavolo della presidenza. Come dovrà essere, dunque, questa «donna dell'anno». La donna dell'anno' dovrà avere contribuito al progresso del genere umano in qualsiasi campo, scientifico, artistico, politico. Cosi è stato spiegato, in tre lingue, dopo i brevi interventi dei rappresentanti della Val d'Aosta, a un uditorio continuamente occupato in bacetti e convenevoli e chiacchiere, e dove spiccavano solo i veli della donne del terzo mondo e le divise prive di colore della delegazione cinese, i Qualche nome, naturalmente, già circolava. Forse l'esponente dei conservatori inglesi Margaret Thatcher? la francese Evelyn Sullerot? Coretta King? Suor Maria Teresa di Calcutta? Di madame Curie, come si sa, non ne nascono molte: come, del resto, pochi Albert Einstein. Ogni consorte di ambasciatore, da questo momento, penserà al nome da proporre, e com'è ovvio cercherà di difenderlo. E l'Italia? Come si farà la scelta in Italia? Era la domanda che più premeva, durante la conferenza e davanti al buffet Per l'Italia non ci può essere un'ambasciatrice a fare i la proposta. Si nominerà forse una giunta, si farà forse ricorso alla moglie del ministro degli Esteri. E si porrà quel nome. L'antropologa Ida Magli? Ma dovrebbe essere anche una signora rappresentativa, si insinuava da qualche parte. E si facevano nomi, si indicavano salotti: il salotto, è noto, contribuisce molto al progresso dell'umanità e perciò si vedevano, nella riunione, alcune esponenti del genere. Tutti nomi improbabili, certo: però quello che è improbabile, talvolta capita. Fare il nome di Carla Pertini Voltolina poteva apparire uno scherzo per amore di polemica. Sarebbe invece la più adatta a ricevere questo premio, per le antiche virtù che sempre più di rado si trovano nel sesso femminile: discrezione, coerenza, difesa della propria vita. Giulia Massari

Luoghi citati: Calcutta, Italia, Roma, Saint-vincent, Val D'aosta