Migliorata l'economia in Italia ma il pericolo resta l'inflazione di Emilio Pucci

Migliorata l'economia in Italia ma il pericolo resta l'inflazione La relazione per il '78 approvata dal Consiglio dei ministri Migliorata l'economia in Italia ma il pericolo resta l'inflazione Il prodotto lordo è cresciuto in termini reali del 2,6 per cento rispetto all'anno precedente (nel '77 l'incremento era stato del 2 per cento) - Ventimila miliardi in più dovuti in gran parte all'«economia sommersa» - Esportazioni: saldo attivo di oltre cinque miliardi - Negativo e preoccupante l'aumento dei prezzi: +13 per cento - Un milione e mezzo di disoccupati ROMA — Il 1979 sarà un anno cruciale per la nostra economia: o si consolidano quei risultati positivi del 1978 che ci hanno permesso il riaggancio al convoglio europeo." oppure, senza adeguati e tempestivi interventi contro le nuove spinte inflazionistiche, la crescita della spesa pubblica improduttiva e l'aumento del costo del lavoro, si ripiomberà di colpo nel periodo della crisi più acuta. Questo il succo della relazione generale sulla situazione economica e sociale del Paese che è stata discussa e approvata ieri pomeriggio dal Consiglio dei ministri. Il documento, come prevede la legge, è stato in serata presentato al Parlamento dai ministri del Bilancio e del Tesoro. La relazione, nella parte relativa ai dati sui costi economici nazionali (elaborati dall'Istat sulla base dello schema predisposto dalla Cee), ha subito quest'anno notevoli modifiche per tener conto, è detto nel documento, -dei miglioramenti intervenuti nella rilevazione e nelle stime degli indicatori di base». Il ricalcolo ha permesso cosi di accertare che nel '78 il prodotto interno lordo ai prezzi di mercato (vale a dire l'insieme di ciò che il Paese in un anno realizza e quindi consuma, investe o esporta) è stato di 220.773 miliardi di lire invece dei 200 mila miliardi stimati precedentemente. Il nuovo dato non muta «la realtà strutturale della nostra economia», si sostiene in apertura di relazione, ma gli oltre 20 mila miliardi in più. pari al 10-11 per cento, indicano l'emergere di larghe fette di reddito finora sconosciute al fisco, come il doppio lavoro degli occupati, o l'impiego «clandestino» degli stranieri in Italia. Si tratterà ora di riuscire a portare a galla tutta l'«economia sommersa... Tornando alle cifre ufficiali, l'incremento 1978 del prodotto interno lordo rispetto al 1977 è stato del 16,2 per cento, inferiore a quello registrato nel 1977 sul 1976 (più 21,3), ma, afferma la relazione, -ha sottointeso uno sviluppo quantitativo maggiore»: in termini reali, più 2,6 per cento, a fronte del 2 nel 1977. Circa le singole classi produttive, il settore agricolo, per la prima volta dopo due anni di flessioni, ha segnato un incremento del prodotto lordo pari al 3,5 per cento, mentre la crescita nell'ambito dell'industria è stata del 2 per cento, uno sviluppo dell'I,4 per cento si è inoltre avuto nel settore delle costruzioni e delle opere pubbliche. Questa ripresa della produzione industriale ha determinato un aumento delle importazioni (che nel 1978 sono ammontate a 52.553 miliardi di lire, con un aumento medio in termini reali dell'8.1 per cento rispetto all'anno precedente), e. in misura maggiore, delle esportazioni che sono arrivate a 54.188 miliardi, con uno sviluppo in termini reali del 10,8 per cento. Nel complesso, il miglioramento dei conti con l'estero è giudicato «eccezionale», toccando un saldo attivo di 5308 miliardi di lire. Altro fattore positivo è dato dall'incremento delle entrate tributarie, con un gettito nel 1978 di circa 45 mila miliardi di lire (più 25,6 per cento rispetto al 1977). Tra i punti in negativo, il documento pone soprattutto in rilievo l'ascesa dei prezzi interni: pur ridimensionati rispetto al 1977. hanno continuato a mantenersi elevati sotto il profilo congiunturale ( + 13 per cento). -In un clima internazionale divenuto più teso per il nuovo balzo del prezzo del petrolio — ammonisce la relazione — il controllo della crescita dei prezzi interni si pone sempre più come condizione necessaria perché la ripresa da poco evidenziatasi non si estingua troppo presto. Sotto tale luce va vista anche la necessità di mantenere un rapporto stabile della lira con le altre monete, in linea con quanto l'Italia ha accettato aderendo al nuovo sistema monetario europeo e di controllare l'espansione della spesa pubblica, la cui dinamica rischia dì vanificare quel processo di programmazione economica che il governo ha rilanciato». Sono queste in definitiva le condizioni perché si possano realizzare consistenti incrementi della occupazione. Il numero delle persone in cerca di lavoro continua infatti a mantenersi elevato. Alla fine dello scorso anno i disoccupati erano un milione 571 mila (26 mila persone in più rispetto al 1977) pari al 7,2 per cento: una percentuale, conclude il documento che, già elevata in sé. «é tanto più preoccupante ove si consideri che ha sottointeso punte del 10 per cento con riguardo al Mezzogiorno e del 12,6 per cento per la disoccupazione femminile». Emilio Pucci

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