Cossutta, un leader in grigio di Lietta Tornabuoni

Cossutta, un leader in grigio Cossutta, un leader in grigio ROMA — «E risale su l'Armando..,' canterellata senza troppa allegria, la parodia della canzone di Jannacci accompagna Armando Cossutta, uno dei protagonisti della seconda giornata congressuule, e non solo di quella. Previsioni precipitose già ne assicurano l'ingresso nella nuova Segreteria, riorganizzata secondo il metodo antico: ogni componente delegato a un settore precìso, non più jolly né tipi che s'occupano un pò dì tutto, invece maggiore concentrazione della gestione del partito nelle mani di sei-sette persone. Per Cossutta, sarebbe una gran rivincita: ..E' cascato giù l'Armando», si canticchiava al precedente congresso, nel 1975, quando con un capitombolo gigantesco venne escluso dal più alto organismo dirigente. L'ascesa politica compiuta nell'ombra di Luigi Longo l'aveva portato a sovrintendere all'amministrazione, all'organizzazione, in parte ai rapporti con l'Urss: «Il compagno Cossutta ha accentrato molto potere. Non se ne serve scorrettamente, però non è bene», fu la frase di Berlinguer che segnò la caduta. Ma «Il grande incassatore» è uno dei suoi nomignoli, insieme con «manager rosso.., ..sedere di pietra» o «Squallor... «Torquemada» lo chiamavano gli studenti e intellettuali del Sessantotto, verso ì quali si mostrò chiuso e duro, senza indulgenze né voglia di capire. «Uno del partito comunista (bolscevico) dell'Urss che s'è iscritto al pei», lo definisce chi non apprezza il suo speciale legame con l'Unione Sovietica, critico ma forte: è riinasto uno dei pochi leader comunisti a passare le vacanze in una dacia sul Mar Nero (l'ultima volta si trovò accanto dirigenti comunisti cecoslovacchi assai ostili al pei) e anche recentemente s'è dato molto da fare per portare a buon fine un accordo tra l'Italsider e l'Urss per un'importante fornitura di tubi. Simbolo dei cinquantenni grigi che guidano oggi il pei. senatore e dirigente della sezione Enti Locali, Cossutta è milanese, nato nel 1926. E'piccolo di statura, occhialuto e bruttino, molto in forma: non mangia più di una volta né fuma più di sei sigarette al giorno, fa una vita molto semplice e regolare, per tirarsi su usa la vitamina C, si scalda soltanto per l'Inter di cui è gran tifoso. Abita a Roma in un vasto appartamento d'affitto nel quartiere di Monteverde, pieno di libri, arredato con qualcosa di moderno e molti neri mobili Rinascimento da notaio. La moglie Emy lavora all'Istituto Gramsci; la figlia Anna è medico all'ospedale di Modena; la figlia Maura è nella segreteria di redazione di un giornale romano; il figlio Dario, dopo una brutta esperienza di segretario della Federazione giovanile comunista romana, s'è laureato benissimo in statistica e adesso studia a Cambridge. Nato, vissuto e cresciuto nell'apparato del partito, Cossutta, dicono, è un duro: ma non ottuso nè gesuita. Sul lavoro, «un mastino, sgobba come un mulo..: ma metodico, senza l'attivismo frenetico che nel pei viene sempre guardato con molta diffidenza. Figlio d'un operaio licenziato dalla Marcili e divenuto proprietario d'una fabbrica a Sesto San Giovanni, dalla origine piccolo industriale e lombarda ha ereditato il pragmatismo riformista, il culto della concretezza e dell'efficienza. I suoi collaboratori ne lodano la moralità, la cortesia dei modi privi di tratti caporaleschi o di scatti d'ira; la lunga pazienza alla Teng Shiao-ping, capace di fruire dei momenti buoni e di non avvilirsi né incarognirsi in quelli cattivi; la ricca umanità; l'abilità mostrata a Milano nei rapporti con industriali e uomini d'affari, persino col cardinal Montini. Ma è insofferente, dicono, dei compromessi e delle confusioni, impaziente verso quelli che «nel pei giocano come Rivera, a piccoli tocchi eleganti». Considerato da sempre uomo di destra nella geografia politica del suo partito, paradossalmente assume adesso una fisionomia di sinistra. E in più, anche se lui non lo dice, lo dicono i suoi: «Fino al 1975. finché Cossutta ha avuto in mano l'organizzazione del partito, è stata una vittoria elettorale dopo l'altra. Adesso...... Adesso, col franare dell'ala moderata nel riflusso del pei e con le imminenti ansie elettorali, niente di strano se davvero «risale su l'Armando». Lietta Tornabuoni

Luoghi citati: Cambridge, Milano, Monteverde, Roma, Sesto San Giovanni, Unione Sovietica, Urss