Le «isole» del partito

Le «isole» del partito Le «isole» del partito Il discorso con cui Armando Cossutta, considerato da sempre uno dei «duri», ha vivacizzato, per cosi dire, la seconda giornata del congresso comunista può essere considerato una risposta polemica da sinistra alla relazione di Enrico Berlinguer? In parte si. Ma solo in parte. Questo non è un partito in cui qualcuno possa mettere in discussione il giorno dopo la linea espressa dal segretario generale, frutto di un dibattito, al vertice e nella base, già concluso quando il congresso si apre. Del resto è dagli Anni Venti, cioè dal caso BordigaGramsci, che il pei non conosce ribaltamenti repentini di orientamento e di strategia (con l'eccezione della «svolta del '30», imposta dal Comintern, negli anni di ferro dello stalinismo). Sui fermenti critici interni prevale l'esigenza, ritenuta fondamentale, dell'unità e della continuità o, nel caso, della 'evoluzione nella continuità». Ciò che in un congresso può accadere è che, senza discutere la linea generale, se ne accentui questo o quell'aspetto. Ed è quanto ha fatto Cossutta. Gli aspetti che egli ha accentuato sono quello della difficoltà oggettiva del rapporto tra il pei e la de, del suo carattere problematico, critico, di sfida aperta, e quello della forza e del valore permanente della «tradizione comunista» o magari veterocomunista. Due aspetti che erano presenti, ma in diversa misura e certo insieme a molte altre cose, nella relazione di Berlinguer. L'accentuazione è stata netta, a tratti pesante. In pratica Cossutta ha detto: va bene perseguire, continuare a perseguire, nonostante tutto, il disegno di andare al governo con la democrazia cristiana; ma non illudiamoci che sia un disegno facile o solo relativamente difficile. Non basterà una nuova situazione di stallo numerico, dopo le future elezioni: ciò che occorre è dimostrare alla de che non è possibile governare senza il pei, e a questo si arriverà solo attraverso una fase lunga e dura di opposizione, non solo in Parlamento, ma nella società. Bisogna intendere: mobilitazione delle masse e dei sindacati, rifiuto di ogni ipotesi di tregua politica e di pace sociale. E tutto questo in vista di che? In vista di portare al governo un partito comunista che, se non chiede alla de di rinnegare i suoi caratteri di partito «interclassista, cristiano e atlantico», a maggior ragione deve conservare i suoi connotati storici, che «stanno nel pensiero di Marx e di Engels e nel pensiero e nell'opera rivoluzionaria di Lenin» e in slegami di collaborazione e di fraternità, pur nel rispetto della sua autonomia, con l'Unione Sovietica e con i paesi socialisti». Parole appassionate sono state dedicate anche alla difesa del -centralismo democratico». Ciò, s'intende, non è senza significato. Chi rappresenta nel pei un personaggio come Armando Cossutta, quali stati d'animo esprime? Quelli, certo, di settori tradizionalisti della base; ma anche o soprattutto quelli dell'apparato, dei quadri intermedi dell'organizzazione del partito, della La rubrica «Cattivi pensieri» di Luigi Firpo è a pagina 14.

Persone citate: Armando Cossutta, Berlinguer, Cossutta, Engels, Enrico Berlinguer, Lenin, Luigi Firpo, Marx

Luoghi citati: Unione Sovietica