Senza benzina a fine marzo? di Lorenzo Del Boca

Senza benzina a fine marzo? I cisternisti (fermi per due giorni) minacciano sciopero a oltranza Senza benzina a fine marzo? II 26 e il 27 si bloccano anche i rifornimenti di gasolio e quelli per le industrie siderurgiche Lunedì e martedì della prossima settimana il Piemonte rischia di rimanere sema benzina. Le colonnine, esaurite le scorte, non potranno contare sui rifornimenti dei-cisternisti che incroceranno le braccia per due giorni. Lo sciopero è stato proclamato ieri mattina nel corso di una affollata as¬ semblea alla quale hanno preso parte gli autotrasportatori di Torino e della «cinturar con i dirigenti sindacali della categoria. «Se non verranno accettate le proposte, legittime, che sono state avanzate — è stato detto — ad una prima agitazione del 26 e 27 marzo ne potrebbe seguire un'altra di quattro giorni. Addirittura l'astensione dal lavoro potrebbe essere proclamata ad oltranza». La presa di posizione degli autotrasportatori piemontesi, che sono sul piede di guerra da anni, si inserisce nel contesto di uno sciopero nazionale indetto da tutte le organiszazioni di categoria. Dovrebbero fermarsi almeno* un milione di automezzi (centomila in Piemonte): non verranno trasportati i «eontainers». le autovetture, i rifornimenti per le industrie siderurgiche ed i prodotti petroliferi per il riscaldamento e per i distributori di benzina. Già nel marzo 1977 i cisternisti avevano rifiutato di lavorare lasciando all'asciutto le colonnine di benzina con conseguenze drammatiche: le paurose colonne di auto ai distributori di benzina che non avevano una sola goccia di carburante da erogare: la benzina venduta al mercatonero: la vita economica della città semiparalizzata. «Eppure — dicono gli interessati — quella protesta non è servita a nulla. Siamo ancora qui a dirci le stesse cose e a protestare per identici motivi». «La contestazione — spiega Beppe Gamboni, segretario provinciale del sindacato di categoria Fifa — nasce soprattutto da ragioni economiche. Gli autotrasportatori vengono pagati dopo una contrattazione privata con il committente. Alcune volte riusciamo a spuntare qual-< che cosa in più. ma in altri periodi dobbiamo accontentarci di rimborsi da fame. C'è una legge nazionale già approvata dal Parlamento che stabilisce tariffe eque ed eguali per tutti ma non è stata ancora ratificata: dal 1974 è nei cassetti di qualche ministero ed è come se fosse lettera morta». Gli autotrasportatori si lamentano, perché sono stati i più colpiti dagli ultimi au¬ menti per le polizze di assicurazione, per i biglietti delle autostrade, per la lievitazione del prezzo del gasolio che potrebbe, in un prossimo futuro, crescere ancora. Gli interessati vorrebbero che i pagamenti da parte dei datori di lavoro avvenissero int tempi «ragionevolmente brevi; e-non dopo 180 giorni. E chiedono che il credito agevolato a loro favore che adesso è limitato ad un prestito di 25 milioni («Sufficiente per acquistare le ruote di un 8 cavalli»; sia portato al tetto di 80 milioni. «Altrimenti — aggiungono gli interessati —come potremo andare avanti? Siamo la categoria che oggi deve sop¬ portare i maggiori disagi. Siamo i "padroncini" che lavorano 16. anche 17 ore al giorno: a volte per un guadagno di cento lire al chilometro. Rischiamo la pelle sulle strade; siamo costretti a code dì mezze giornate ai valichi di frontiera dove la dogana è paralizzata da carenze di organico. Dobbiamo fare la guerra con chi. abusivamente, ci fa concorrenza sleale. E se poi il committente ci dà una bolletta irregolare e la polizia ci scopre, siamo noi e non lui a pagere la multa dalle 300 mila lire a tre milioni. Così per quel mese, si è lavorato per nulla». Lorenzo Del Boca

Persone citate: Beppe Gamboni

Luoghi citati: Piemonte, Torino