Attenti, i bambini ci ritraggono

Attenti, i bambini ci ritraggono Attenti, i bambini ci ritraggono Parte da Torino una mostra itinerante dedicata all'Anno internazionale del fanciullo TORINO — In occasione dell'Anno internazionale del fanciullo, al Circolo degli Artisti, in via Bogino 9, s'è aperta l'altra sera una duplice rassegna di pittura. Da un lato le opere di ventun artisti di varie parti d'Italia, tra i più noti, i quali, aderendo all'invito dell'Utet, che ha organizzato la manifestazione col patrocinio dei locali enti pubblici, dalla Regione al Comune, hanno offerto una loro interpretazione del mondo dell'infanzia. Dall'altro un'esposizione di disegni di bambini delle scuole materne ed elementari torinesi: lavori che, nelle successive tappe di questa mostra itinerante, saranno via via sostituiti da quelli dei bimbi delle altre città. Pittori e bambini, dunque che si affiancano in un incontro che non consente veri confronti. Perché l'arte degli adulti (cioè di quelli nei quali là vita non è riuscita a reprimere la spontanea vena creativa della fanciullezza) è cosa ben diversa dai frutti di quell'originale stato di grazia, caratterizzato da una piena felice creatività propria dei primi anni dell'uomo: quando tra l'altro, come giustamente fa notare Pinin Carpi, il quale ha diretto la realizzazione della nuova collana Utet su •Il mondo dei bambini», nel loro lavoro pittorico •contrariamente a quanto pensano gli adulti i bambini sono convinti di disegnare proprio quello che vogliono: Che cosa possa interessarli si vede In questa mostra, nella quale vi sono pagine degne della migliore antologia sul mondo dell'Infanzia, che andrebbero conservate in una civica raccolta. I bambini hanno naturalmente un proprio punto di vista, e un loro mondo che sviluppano accanto a quello degli adulti con cui amano misurarsi, come prova la frequenza dei ritratti che dedicano ai familiari, agli amici, alle loro maestre. Ma Maria e Gianni, cinque anni e mezzo, dipingendo una Mamma africana e una Mamma cinese devono pensare, anche, che in ogni parte della Terra ciò che unisce madre e figlio sia lo stesso amore e la felicità ch'essi provano accanto alle loro mamme. Qualcuno sarà sorpreso dall'intuizione cromatica con cui Monica, 5 anni e mezzo, nel dipingere La compagna di Arlecchino, sembra trovare gli stessi accordi di colore d'un quadro di Klee. C'è sapienza nella Bambina a passeggio disegnata dall'alunna d'una terza elementare: fa parte delle facoltà innate dell'uomo dei nostri giorni, al pari dell'abbandono con cui alcuni di questi piccoli sognano il paesaggio sotto un sole allegro o il pupazzo di neve col quale si son ritratti Davide e Riccardo. Non svagati, ma allarmati e allarmanti, devono apparirci i ragazzi che hanno disegnato La città confusa, o certe strade come mostri dai grigi ten¬ tacoli, da incubi. Ciò che può maggiormente colpire è tuttavia l'inconscia capacità con cui Giulia, di 4 anni, ha saputo cogliere, in una stupenda Maschera carnevalesca (che ricorda le forme dell'espressionismo astratto americano), ciò che di drammatico può sempre albergare nell'uomo, anche nei momenti più spensierati. I pittori — tutti molto bravi, da Luca Alinari di Firenze, ai romani Sarnari e Turchianv come Dova, Rossello e Savinio, o i torinesi Casorati, Eandi, Pico, Lattes, Macciotta, Paulucci, Ramella, Ruggeri, Soffiantino e Tabusso — offrono una delle più belle mostre della stagione: dove il mondo dei bambini è talora offerto come l'immagine di un gioco, mentre più spesso appare sentito e interpretato come lo struggente ricordo d'un passato bello da rievocare, ma impossibile da far rivivere. a. d.

Luoghi citati: Firenze, Italia, Torino