«Voglio dare al giocatore le possibilità che merita»

«Voglio dare al giocatore le possibilità che merita» Farina spiega i motivi della difficile decisione VICENZA — Un mese fa avevamo anticipato l'orientamento del Vicenza circa il futuro di Paolo Rossi. A distanza di tempo è arrivata puntuale la conferma. Un'unica precisazione: l'attaccante sarà ceduto ma in comproprietà. Prima di riferire le reazioni dell'ambiente, è opportuno spiegare o cercare di interpretare le ragioni che hanno indotto i responsabili vicentini a preferire la cessione al cinquanta per cento piuttosto che la vendita del giocatore. Farina per primo, ma anche altri autorevoli consiglieri come Grumolato e Cavinato. spiegano questa, scelta come un'ulteriore dimostrazione di affetto e di legame nei confronti del più grande giocatore che mai abbia espresso il Vicenza nei suoi 75 anni di storia calcistica. "Tenerlo al Vicenza — dice Farina —significherebbe condizionarlo. Paolo Rossi ha bisogno di una grossa squadra per potersi esprimere al meglio della sue possibilità. L'attuale Vicenza non lo merita. Se fra qualche anno avremo l'opportunità di allestire una squadra migliore, se saranno cambiati determinati presupposti, nulla ci impedirà di riprenderlo per continuare il discorso che ora siamo costretti a interrompere: «Voglio dare al giocatore le possibilità che merita» Dunque, sembrerebbe un problema soprattutto di legame affettivo, ma le obiezioni non mancano. Che Rossi fosse un lusso per il Vicenza lo si era capito il giorno stesso in cui vennero aperte le buste: l'offerta del Vicenza alla Juventus era commovente, ammirevole, ma soprattutto preoccupante: 2 miliardi e 600 milioni avrebbero pesato In modo insostenibile sul bilancio di una piccola società di provincia. Torniamo al perché della scelta della comproprietà. La risposta più verosimile appare un'altra: Rossi costa al Vicenza non meno di 4 miliardi e mezzo. Trovare un acquirente disposto e in grado di pagare una cifra del genere sembra abbastanza improbabile. Di qui la necessità di dividere in due il giocatore con la speranza di facilitare la vendita e di ottenere il maggiore ricavo possibile. E' un'immagine cattiva e che forse, in questa occasione, non rende giustizia a Farina. L'operazione-Rossi. accanto all'aspetto economico, ha sempre avuto anche un risvolto sportivo più generale. E' vero: Farina per un momento ha accarezzato l'idea di mobilitare un'intera regione su quel suo giocatore balzato alla notorietà addirittura come secondo miglior giocatore dei mondiali in Argentina. Ha sperato, ma ha trovato soltanto promesse poi puntualmente disattese. E veniamo alle reazioni. Per Fabbri la rinuncia a Rossi rimane un qualcosa di inspiegabile: • Nessuna società al mondo —afferma con amarezza l'allenatore — si priverebbe di un fuoriclasse, non la Lazio di Giordano, non il Catanzaro di Palanca. Ecco, non vedo perché debba farlo proprio il Vicenza che tra l'altro si ritrova con il miglior giocatore oggi sul mercato». A questo sfogo Farina replica con un'altra spiegazione: -All'origine della nostra decisione di cedere Rossi non ci sono motivi di carattere economico ma soltanto la constatazione che il giocatore è sprecato nel Vicenza. Ha bisogno di nuovi e più robusti stimoli». — Voi dovete alla Juventus' ancora qualche cosa come un miliardo e mezzo. Rimane questa la società più avvantaggiata? «Rossi andrà al miglior offerente, l'unica preclusione è che non finisca in una società straniera. Rossi è patrimonio anche della nazionale azzurra». Franco Mognon

Luoghi citati: Argentina, Lazio, Rossi, Vicenza