Cemento, il 1978 è stato difficile ma l'Unicem è in piena espansione

Cemento, il 1978 è stato difficile ma l'Unicem è in piena espansione Il fatturato salito del 13%, gli utili sono quasi raddoppiati Cemento, il 1978 è stato difficile ma l'Unicem è in piena espansione Tra una ventina di giorni assumerà il controllo (50 per cento) della Cenu di Siniscola TORINO — L'Unicem sta per acquisire il 50 per cento della Cenu (Cementi Nuoresi) di Siniscola. un'azienda entrata in funzione solo nell'aprile del '78, con una capacità di 450 mila tonnellate di cemento l'anno e nella quale l'azienda cementiera torinese (28,12% Ifi, u,41 Ifi International e 5,59 Ifil) era già presente con una quota minoritaria; l'altro 50 per cento del capitale farà capo alla Meroni, controllata dal gruppo svizzero Ciment Portland. La leadership della gestione della cementeria sarda sarà interamente dell'Unicem. L'operazione sarà formalmente conclusa nel giro di una ventina digiornì, come ha detto l'altra sera l'amministratore delegato dell'Unicem. Ezio Testore, al consiglio di amministrazione della società riunito sotto la presidenza di Giovanni Nasi per discutere la bozza di bilancio dell'esercizio '78. «Un anno difficile — commenta l'ing. Testore — concluso tuttavia con risultati per noi molto positivi: fatturato di 129.4 miliardi ( + 13% rispetto al '77), utile netto di 6.895 milioni (rispetto ai 3888 del '77) dopo aver fatto ammorta- menti per 14.926 milioni». Il consumo di cemento in Italia l'anno scorso è diminuito del 2.6%. «Noi, però —dice Testore — essendo riusciti a contenere la perdita sul mercato interno all'I % e ad incrementare decisamente le esportazioni abbiamo potuto aumentare le vendite complessive dell'1,9% sul '77». La sola società capogruppo ha introitato dall'esportazione oltre 10 milioni di dollari, che si raddoppiano con il fatturato estero delle consociate Cementeria di Barletta e Cenu. «Su questa strada delle esportazioni — dice l'ing. Testore — intendiamo andare avanti dato che il mercato dei Paesi mediorientali e nordafricani è molto promettente». In questa prospettiva si colloca l'acquisto effettuato lo scorso anno dalla Ciment Portland della Cementeria di Barletta, che sta per essere attrezzata con un terminale in porto per l'imbarco di cementi) sfuso. «Progetti analoghi — annuncia Testore — sono allo studio a Civitavecchia, dove fa capo la produzione dello stabilimento di Guidonia e, in tempi successivi, ad Olbia per la Cenu e a Megara, presso Siracusa». Intanto in Arabia Saudita cominciano a circolare le autobetoniere gialloverdi della Riyadh Concrete, una società costituita dall'Unicem insieme con un partner saudita per la produzione di calcestruzzo; un secondo impianto è già in progetto. Lo scorso anno l'Unicem e le consociate hanno superato le 450 mila tonnellate di cemento esportato, circa il 7% del fatturato e il 34% dell'intera esportazione italiana del settore. Nel '78 l'Unicem ha investito 8 miliardi in impianti (oltre a 9 miliardi nell'acquisto di nuove partecipazioni); intanto è stato deciso un investimento di 18-20 miliardi nello stabilimento di Sant'Arcangelo di Romagna per portarne la capacità produttiva a 320 mila tonnellate l'anno; è in programma anche l'ampliamento della cementeria di Megara, la più vicina ai mercati africani, dove si prevede di investire 60-70 miliardi e per la quale si spera in un finanziamento agevolato. Per ridurre i costi di combustibile, che nella produzione del cemento sono molto elevati l'Unicem sta facendo sempre più ricorso a materiali alternativi, prodotti poveri o di scarto, in grado di sostituire il petrolio e l'elettricità. Così, mentre ci si sta attrezzando per usare il carbone, sono state impiegate per alcuni aspetti della lavorazione le terre esauste, le melme acide, gusci di arachidi, cascami della lavorazione dei tessuti, copertoni usati spazzatura (in particolare a Guidonia, che utilizza i rifiuti di Roma). «Abbiamo investito un miliardo negli esperimenti e nell'adattamento degli impianti — dice Testore — ma questa spesa è già stata interamente recuperata lo scorso anno; d'ora in poi avremo un risparmio netto». L'assemblea della società è stata convocata per il 26 aprile (3 maggio in seconda convocazione); dovrà tra l'altro approvare l'accantonamento a riserve di2744 milioni l'acquisto di azioni Unicem fino a 2 miliardi e la distribuzione di un dividendo di 270 lire (contro 230 lire dello scorso anno). Vittorio Ravizza UNICEM Vendite ili n-mcnlo p calce dal 1968 al 197B < in milioni di l<iniii'llali-)_ 73 74 75 76 77 78