Lezioni di guerriglia a Rivalta? Il docente: «Provocazione del pci» di Claudio Giacchino

Lezioni di guerriglia a Rivalta? Il docente: «Provocazione del pci» Lezioni di guerriglia a Rivalta? Il docente: «Provocazione del pci» Aspra polemica sul corso delle 150 ore frequentato da Caggegi «17 questionario antiterrorismo? Un assurdo che rischia di generare conseguenze molto gravi. Non è di sicuro con la denuncia anonima, facendo leva sull'individualismo, che si soffocherà l'eversione. Anzi, cosi agendo si darà soltanto nuova linfa al partito armato. In un certo senso quest'iniziativa è già la prova che il terrorismo ha già fatto perdere la testa a qualcuno*. Sono le parole del prof. Marco Revelli, figlio di Nuto. responsabile del corso delle 150 ore alla Fiat di Rivalta. Tra i suoi allievi c'era Matteo Caggegi, il terrorista ucciso il 28 febbraio nello scontro a fuoco con la polizia in un bar di via Veronese. Su questo corso, da una settimana si è accesa la polemica, l'ha innescata una lettera del dirigente provinciale del pei, Giuliano Ferrara, pubblicata da la Repubblica. -In un corso delle 150 ore (e il caso vuole che fosse proprio quello seguito da Caggegi) sono state impartite anonime lezioni di guerriglia urbana* ha scritto Ferrara. Revelli ha replicato con una lettera sullo stesso quotidiano ed ha querelato il dirigente pei: gli allievi hanno discusso in assemblea, l'episodio è stato definito -una vera e propria provocazione*. Adesso, alcuni di loro ribadiscono: -E' inconcepibile che vengano scritte cose simili sul nostro corso. Non è assolutamente vero che da noi qualcuno abbia teorizzato la guerriglia. Purtroppo è tutta una manovra del pei per boicottare i corsi delle 150 ore laddove essi non sono sotto lo stretto controllo del partito. Il fatto poi, che il povero Matteo fosse con noi a scuola, non significa nulla. Era un ottimo studente, non aveva mai professato le sue idee, nessuno di noi era a conoscenza della sua scelta politica. Una scelta che non condividiamo, anzi, che rifiutiamo in blocco. Quel passo della lettera di Ferrara è molto grave; oltretutto, prima di scrivere certe cose bisognerebbe vedere se hanno anche un pur labile fondamento di verità*. Aggiunge un compagno: • Speculando su Caggegi si sta cercando di criminalizzare tutto il nostro corso. Un tentativo che condanniamo ed al quale ci ribelliamo. Subito, a caldo, volevamo adire tutti insieme le vie legali. Per noi l'azione di Ferrara ha sapore censorio. Nel nostro corso ci sono molti che non condividono appieno le tesi del pei e dei sindacati: forse è per questo che siamo stati attaccati*. Un attacco che il prof. Revelli definisce «incauto e strano*. Il docente però preferisce non tornare sulla polemica, «non facciamone un caso gigante e soprattutto personale* e si sofferma su come è strutturato il corso, su quali sono i suoi intenti e quali i risultati finora raggiunti. •E' il quarto anno che insegno a Rivalta; al corso, organizzato dall'Flm e dalla facoltà di scienze politiche, partecipano una trentina di operai*. Prosegue Revelli: -Gli anni passati abbiamo studiato il fascismo e problemi di organizzazione del lavoro, in particolare è stato analizzato il fenomeno dell'assenteismo. Adesso c' occupiamo dei rapporti tra i comportamenti degli operai e la ristrutturazione delle tecnologie. Lo scambio di vedute, le esperienze tra nuovi e vecchi della fabbrica si stanno rivelando molto utili per comprendere contraddizioni all'interno del mondo operaio. Di terrorismo se n'è parlato, ma sempre in termini di analisi critica e di condanna*. Aggiunge il docente: «Da tempo siamo avversati dal pei. Il giornale pei di Rivalta ha già attaccato la Fim-Cisl accusandola di aver compiuto discriminazioni nell'accettare le iscrizioni al corso e di aver boicottato i lavoratori comunisti. Falso pure questo: ci sono diversi studenti che hanno la tessera del pei. Diciamo piuttosto che il pei mal sopporta i corsi di cui non Ila il controllo diretto. Ma, allora, die senso hanno le 150 ore?*. La polemica continua. Ieri, con una lettera al «Manifesto». Ferrara ha giustificato le proprie affermazioni aggiungendo: « Un anno fa ad una manifestazione per Moro vidi un giovane che distribuiva volantini in favore delle Br. Quel ragazzo era. Matteo Caggegi*. Si domanda il prof. Revelli: -Accidenti, che memoria ha Ferrara, chissà come ha fatto a riconoscerlo*. Claudio Giacchino

Persone citate: Giuliano Ferrara, Marco Revelli, Matteo Caggegi, Revelli

Luoghi citati: Ferrara, Rivalta