Una lotta per La Malfa di Leo Valiani

Una lotta per La Malfa I solenni funerali del leader repubblicano a Roma Una lotta per La Malfa Un corteo interminabile di bandiere ha seguito il feretro dello statista Pertini ha accompagnato la vedova, signora Orsola - L'orazione funebre pronunciata da Leo Valiani: «Fu chiamato Cassandra, ma i tempi gli hanno dato ragione: era la più alta coscienza critica della democrazia italiana» ROMA — In piazza Montecitorio, ancora deserta e già transennata, passa veloce Giulio Andreotti. Gli è accanto, compatta, la scorta: dieci uomini dai modi decisi, in drappello serrato. Nel pomeriggio già freddo, tutto è pronto per i funerali di Stato di Ugo La Malfa, 76 anni, vicepresidente del Consiglio. Ci sono il tricolore e la bandiera rossa col libro e la vanga cinta d'edera dell'unione romana. Il palco è alzato. La moquette color ocra, distesa. Sui tetti dell'albergo Nazionale, appostati, i funzionari dell'antiterrorismo. Hanno le radio e chiamano i loro colleghi che passeggiano sulle terrazze di Palazzo Lazzaroni. Un'ora di attesa e la folla riempie gli spazi, da Palazzo Chigi, a piazza Colonna, da Montecitorio a piazza Capranica. Sull'ingresso del Parlamento, Marco Pannella. Giorgio Amendola e il senatore Fenoaltea sono tra i primi. Un corteo interminabile di bandiere rosse e di drappi neri ora arriva da piazza Santi Apostoli. C'è. in testa, la banda di San Giorgio di Cesena che è il paese di Biasini. Seguono gli ottoni di Carpinello di Forlì e il panno nero della Casa del Popolo di Ravenna. Nessun rumore di auto, nel centro chiuso. Poi. d'improvviso, un lungo applauso e l'Inno di Mameli. Poi una marcia funebre lenta, e ancora un applauso di migliaia di persone al feretro di Ugo La Malfa che lascia Palazzo Chigi. Sei giovani repubblicani in pantaloni di velluto e giacche di tweed camminano a passi lenti, sorreggono la cassa, appaiono emozionati. E dietro. Orsola La Malfa con il Capo dello Stato. Pertini ha perso il suo smalto. E' un uomo stanchissimo, e porge il braccio destro alla vedova dell'amico. Luisa La Malfa ha un sorriso per questa grande folla che, per un momento, cancella il dolore. Giorgio le è accanto. Una ragazzina di quattordici anni che è li dietro piange. Mastica la gomma americana e piange, senza trattenersi: le uniche lacrime di questo funerale laico che riempie il centro di Roma. Libero Gualtieri, che è il capo dei repubblicani in Romagna e ha in mano l'organizzazione del partito, dice: «Mai ci saremmo aspettati tanta folla». ,Visentini, che prenderà il ministero del Bilancio, non risponde ai giornalisti. Scatta sull'attenti il battaglione Interforze. Il sottufficiale Francesco Anastasio dà il via ai sessanta carabinieri che stringono gli strumenti e attaccano con Chopin. Concluderanno con le note di Cirenei. Sulla pedana tutti gli uomini della politica. Leo Valiani che si prepara a leggere l'ultimo saluto, è senza soprabito. Saragat si stringe nel loden ampio. Zaccagnini è nascosto da Spadolini. Berlinguer è in secondo piano, sulla destra. Ingrao e Fanf ani sono accanto a Pertini. Le bandiere della prima fila superano le transenne e toccano il suolo. «Ugo, Ugo» grida la gente e Leo Valiani legge sui fogli bianchi: «Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria». Inizierà con una citazione, per concludere con un ricordo personale, quando incontrò La Malfa che si preparava ad andare al lago di Martignano in bicicletta per raccogliere il lancio di un ae¬ reo alleato. «La parola d'ordine — dice — era stata presa dalla apologia di Socrate: io vado a morire, voi andate a vivere. Giudicherà Dio chi è più felice». Due citazioni, in principio e in chiusura, per tratteggiare, con la biografia di un leader, la storia del Paese, dall'antifascismo alla Repubblica, al centro-sinistra, alla politica di unità nazionale «che La Malfa volle non meno di Moro». «Fu chiamato Cassandra — dice — ma i tempi gli hanno dato ragione: era la più alta coscienza critica della democrazia italiana». Gli striscioni si agitano, le bandiere si tendono. « Ugo, la tua Romagna» è scritto in campo verde. Un giovane di colore sventola un drappo nero con l'effige di Mazzini. Giorgio La Malfa accarezza il volto della madre. Alle 16,25, la bara è chiusa! Si inizia il funerale di Stato per un leader della Repubblica. Francesco Santini Roma. Orsola La Malfa e il presidente della Repubblica Pertini ai funerali del leader scomparso

Luoghi citati: Cesena, Forlì, Ravenna, Roma, Romagna