Firenze: preso un giovane ricercato per tre attentati compiuti a Torino di Vincenzo Tessandori

Firenze: preso un giovane ricercato per tre attentati compiuti a Torino Secondo gli inquirenti è un capo di "Azione rivoluzionaria,, Firenze: preso un giovane ricercato per tre attentati compiuti a Torino Si chiama Roberto Gemignani - Avrebbe partecipato al raid contro "La Stampa,, (una bomba che per caso non fece una strage), contro un impianto del gas e contro il giornalista de "l'Unità,, Ferrerò, ferito alle gambe davanti a casa - Come si è giunti alla cattura FIRENZE — Una nuova cellula dell'organizzazione clandestina anarchica «Azione rivoluzionaria» è stata scoperta e un uomo, ricercato da un anno e mezzo, sabato scorso è finito in carcere. L'arrestato si chiama Roberto Gemignani, 33 anni, livornese. L'hanno catturato alcuni giorni or sono a Firenze i carabinieri. E' legato a Gianfranco Faina, già docente di Storia dei partiti politici all'Università di Genova, maggior ideologo del gruppo. Un attentato fallito tragicamente (una bomba esplosa anzitempo la notte del 4 agosto 1977 in corso Umbria a Torino uccise i terroristi Attilio Di Napoli e Alberto Marin Pinones, cileno) fu il primo episodio che vide protagonisti i militanti dell'organizzazione. Il mese successivo, nella notte del 18 settembre, un altro ordigno venne fatto esplodere contro lo stabilimento de La Stampa: uno scoppio tremendo, dal lato reparto spedizione, e soltanto il caso evitò che avvenisse una carneficina: l'onda d'urto della bomba venne respinta da una grossa trave di cemento armato della quale i terroristi ignoravano l'esistenza. Dall'altra parte di quella protezione lavoravano una ventina di operai. Il raid dei terroristi, però, non era finito. Il pomeriggio successivo fecero scoppiare un ordigno contro un impianto per la distribuzione del gas al parco Ruffini e, a notte, tesero un agguato contro il giornalista Nino Ferrerò de l'Unità: gli spararono alle gambe. L'indomani, per rivendicare le «azioni», l'orga¬ nizzazione fece pervenire a un'agenzia di stampa un volantino. Fu il primo documento del gruppo. Per finanziarsi, Azione rivoluzionaria segue, almeno pare, la strada consueta degli «espropri», cioè delle rapine e dei sequestri di persona a scopo di estorsione. Cosi, un commando di quattro o cinque terroristi, il 18 ottobre 1977. a Livorno, tentò di rapire l'industriale Tito Neri. La vittima designata reagì, i sequestratori vennero colti alla sprovvista e dovettero rinunciare. Il tempestivo intervento della polizia, poi, portò all'arresto di alcuni presunti rapitori, tra cui Vito Messana. che in un drammatico confronto Ferrerò riconobbe come uno dei suoi attentatori. Dal maldestro tentativo di sequestro di Livorno presero il via le indagini. Vennero fatti alcuni arresti: contro Gemignani. il 12 dicembre fu spiccato ordine di cattura per il rapimento e per tentato omicidio perché, nell'azione, i terroristi avevano sparato. Poi magistratura e polizia cominciarono a riordinare gli indizi. Le indagini proseguono: un mese fa, a Parma, su un'auto carica di armi ed esplosivo, vengono bloccati due italiani e due tedeschi. Diranno di appartenere ad Azione rivoluzionaria: il gruppo prende uh profilo preciso, i giudici fiorentini Pierluigi Vigna e Gabriele Chelazzi conducono l'inchiesta a ritmo forzato. E sabato, a Firenze, presso la stazione di Santa Maria Novella, i carabinieri del gruppo speciale del generale Dalla Chiesa, bloccano Gemignani. Ha in tasca una patente falsa, che fa parte di uno stock rubato in una città dell'Italia centrale. Non oppone resistenza. Vincenzo Tessandori

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