Nuove scoperte sulla malattia di un'equipe medica francese
Nuove scoperte sulla malattia di un'equipe medica francese Nuove scoperte sulla malattia di un'equipe medica francese Scarso il rischio d'ipertensione fra i bassi consumatori di sale L'equipe francese dell'Hopital Necker. diretta dal prof. Philippe Meyer (unità di Fisiologia e Farmacologia dell'Inserm) ha annunciato un passo avanti nella interpretazione della genesi e della natura dell'ipertensione arteriosa», malattia da • incontro» tra predisposizione costituzionale e fattori ambientali. Gli studi etnologici ed epidemiologici hanno ampiamente confermato che tra le popolazioni a basso consumo alimentare di sale (gli Esquimesi della Groenlandia, i nomadi del Kenya, gli indiani dell'America del Centro-Sud, gli abitanti della Nuova Guinea e delle isole Salomone) l'ipertensione arteriosa è, in pratica, inesistente; e che la malattia vi fa la sua comparsa quando l'abitudine al consumo di sale da cucina (cloruro di sodio) viene introdotta dalla civilizzazione (nei Paesi industrializzati il consumo quotidiano raggiunge i 10-30 grammi, quantità 30-60 volte superiore al fabbisogno naturale). In tutte le specie animali la prolungata somministrazione eccessiva di sale prò produrre una elevazione dei valori di pressione arteriosa; e la gran parte delle ipertensioni (umane e sperimentali) migliorano o guariscono con la restrizione alimentare del cloruro di sodio o con la somministrazione di diuretici che aumentano l'escrezione di sali per via renale. Perché, con un regime ricco di sale, non tutti gli appartenenti ad una popolazione —o a un gruppo animale —diventano ipertesi? Evidentemente perche, per realizzare l'ipertensione, al fattore «eccesso di sale» —di per sé non sufficiente —deve sommarsi il fattore «predisposizione». Gli esperimenti sugli animali (con incroci successivi si sono ottenuti ceppi di ratti che, nonostante il regime salato, non diverranno mai ipertesi e ceppi di ratti, invece, con facile tendenza all'ipertensione per apporti anche minimi di sale) dimostrano che questa predisposizione è geneticamente trasmessa. La quantità di sale presente nelle cellule e nei liquidi extracellulari degli organismi viventi è mantenuta notevolmente stabile grazie all'intervento di meccanismi regolatori delle «entrate- e delle «uscite» del sale, funzionanti a livello renale ed ormonico (angiotensina-renina, aldosterone, ADH, ACTH). E' sulle capacità del filtro renale e sulla modulazione ormonica che si è specialmente orientata la massima parte delle ricerche sull'ipertensione arte- riosa; ed è sulla importanza dei liquidi extracellulari — quasi a scapito di quella delle cellule —che, per tre quarti di secolo, si sono indirizzati gli studi rivolti a far luce sulla «cattiva relazione che corre tra il sale e l'iperteso»... Adesso, i dottori R. Garay e Ph. Meyer hanno verificato, con metodiche relativamente semplici di laboratorio, che nell'ipertensione la maggiore anomalia è a livello di permeabilità della membrana cellulare e conduce ad una eccessiva concentrazione di sodio nella cellula stessa; che la caratteristica specifica dell'ipertensione essenziale (nonché dei soggetti giovani, normatesi ma «eredoipertesi») è l'abbassamento del rapporto tra il flusso di sodio che entra nelle cellule ed il flusso di potassio che ne esce; e che, in ultima analisi, i valori di pressione degli ipertesi essenziali sono inversamente proporzionali alla capacità sodio-escretrice delle loro cellule. Negli studi di Garay e Meyer, come «cellule testimoni» sono stati scelti — per facilità di metodo — i globuli rossi: ma è ovvio che l'anomalia riguarda tutte le cellule e che un aumento altrettanto importante della concentrazione in sodio avviene anche nelle cellule dei muscoli lisci delle pareti dei vasi sanguigni (con effetto di aumento della contrattilità e reattività) e dei neuroni del sistema nervoso simpatico (produzione di catecolamine ad effetto costrittivo sulle arteriole). Il test di Meyer e Garay, accanto ad un preciso interesse diagnostico (possibilità di distinzione dell'ipertensione essenziale in base alla perturbazione del flusso elettrolitico di membrana) suggerisce prospettive nel campo della prevenzione (opportunità della restrizione precoce e selettiva del sale nei soggetti giovani predisposti)... Migliaia di ricercatori hanno, per anni ed anni, discusso dell'ipertensione in termini di malattia, di ambiente, di sangue, di vasi sanguigni ma mai, come oggi, di quella vera officina molecolare che è la membrana cellulare. La realizzazione di sistemi biologici di re¬ golazione interna del sale negli organismi viventi si è progressivamente compiuta sin da quando, centinaia di milioni di anni fa, la comparsa dell'ossigeno libero nell'atmosfera terrestre ha permesso a più specie animali di abbandonare l'antica «madre acqua». L'ipertensione arteriosa potrebbe essere il risultato dell'incontro di un difetto genetico (realizzatosi a livello remoto di filogenesi, proprio al momento dell'uscita della vita dai mari originari) con un fenomeno di civilizzazione («consumismo» di sale, rivincita dell'uomo su una lunga storia di penuria, gabelle, traffico e monopolio per il sale, da sempre elemento di rarità e ricchezza). Copyright d; «Le Monda» e per l'Italia ds «La Stampa»
Persone citate: Garay, Meyer, Monda, Philippe Meyer, Scarso
Luoghi citati: Groenlandia, Italia, Kenya, Nuova Guinea
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