Se eccede il giudice di Lietta Tornabuoni

Se eccede il giudice Se eccede il giudice (Segue dalla Y pagina) sui suoi giudizi notevole influenza: basta pensare che il ministro della Giustizia aveva allora l'autorità di rimuovere il giudice dal suo ufficio trasferendolo a un altro, che decideva delle nomine, delle promozioni, delle sanzioni disciplinari. La Costituzione ha eliminato la possibilità d'interferenze del genere affidando queste competenze a un apposito organo dì autogoverno, il Consiglio Superiore della magistratura, presieduto dal presidente della Repubblica, composto per due terzi da magistrati eletti dalla magistratura e per un terzo da componenti designati dal Parlamento. Il ministro ha conservato soltanto la competenza in fatto di organizzazione e funzionamento dei servizi relativi alla giustizia, e il potere d'iniziativa (ma non di decisione) disciplinare. Si voleva la netta separazione tra potere politico e ordine giudiziario, e per il magistrato la piena libertà di giudicare. Li si è ottenuti, magari con qualche "eccedenza"». — Le pare che 1 magistrati siano oggi davvero tutti indipendenti dal potere politico? «La magistratura gode di un'autonomia invidiabile. Non ricordo che siano accaduti episodi tali da poter far pensare a pressioni del potere politico. Ogni volta, ad esempio, che in Parlamento qualcuno ha protestato per il com¬ portamento di certi giudici o chiesto conto delle decisioni della magistratura, il ministro della Giustizia ha sempre risposto: io non ho potere d'intervenire». — Ma oltre al ministro, e fuori dell'aula parlamentare, davvero non crede che alcuni magistrati abbiano subito influenze politiche illecite? «Mi auguro di no. Se esistono legami politici o economici di altro tipo, se un magistrato e un politico militano nello stesso partito o vanno a letto insieme, se un giudice e un finanziere sono soci, io che ne so. cosa ne sa lei? Certi episodi o "eccedenze" cui la stampa e gli organi politici danno grande rilievo bisognerebbe conoscerli a fondo, per valutarli appieno con serietà: bisognerebbe aver studiato i documenti, ascoltato i testimoni». — Da cosa dipendono, secondo lei, questi episodi? «Sempre dal singolo giudice, che deve fare di ogni caso un esame e una valutazione che dipendono dalla legge, ma anclte dal livello di maturazione, di cultura, di "costume" e di senso di responsabilità personale. Leggi se ne possono fare a migliaia, ma la loro corretta applicazione dipende poi dagli uomini, e io non credo che la 7nagistratura appartenga a una specie umana differente, diversa da quella dei politici, dei professionisti, dei finanzieri, di tanti altri contemporanei». Lietta Tornabuoni