Se eccede il giudice di Lietta Tornabuoni

Se eccede il giudice Se eccede il giudice Parla il presidente della Corte Costituzionale ROMA — -La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere; i giudici sono soggetti soltanto alla legge»; trent'anni fa, nella Costituzione venne scritto cosi. Adesso due giudici mettono in crisi quell'essenziale strumento finanziario nazionale che è la Banca d'Italia, e una parte del mondo politico reagisce parlando di torbide manovre, di attacco politico, di capicorrente democristiani nell'ombra. Da anni si ripetono episodi che fanno pensare a speciali connessioni tra certi magistrati romani e settori del potere politico: si ripetono, soprattutto ma non soltanto a Roma, incriminazioni, fughe di notizie, mandati di comparizione che risultano vantaggiosi a particolari gruppi economici o politici. Su questa crisi interroghiamo giuristi e costituzionalisti, a cominciare dal presidente della Corte Costituzionale, il più alto organo di controllo di legittimità del Paese. Leonetto Amadei è uno dei padri della Costituzione: trent'anni fa ha fatto parte della Commissione di 75 deputati incaricata della stesura del progetto costituzionale. — L'autonomia con cui agiscono i magistrati le sembra oggi eccessiva? -Guai per la democrazia, se togliessimo alla magistratura la libertà che la Costituzione le ha dato». — Come giudica la proposta di stabilire con una nuova legge che il magistrato sia responsabile del proprio operato, nel caso risulti chiaro che ha agito con dolo o con colpa grave? -E' una faccenda molto, molto delicata. Se alla magistratura è stato dato l'autogoverno, è perché si è pensato che fosse in grado di esercitarlo. Io non ritengo che episodi anche clamorosi autorizzino a pensare il contrario. E poi basta con questa voglia di editti, dì pugno di ferro, di miracolistici interventi risolutivi: questo lo sbatto dentro, questo lo sistemo, a questo gli faccio vedere io... Sono brutti segni di fragilità, brutti indizi antidemocratici, e per di più non servono a niente. La democrazia va difesa sema debolezze, e sema autoritarismi II principio d'indipendema della magistratura resta, secondo me, validissimo, non intaccato da violazioni, che possono e debbono venir corrette». —Come? -Il procuratore generale, come il procuratore capo della Repubblica, ha un potere di vigilama, non dico di imperio, sui propri sostituti: non so se questo potere, nell'ambito dell'autonomìa di ciascuno, sia stato sempre esercitato». — Se medici, avvocati o insegnanti violano la legge nell'esercizio della loro professione, finiscono in tribunale. Il magistrato, no. Semmai, c'è una Corte speciale. Perchè, preparando la Costituzione, si volle assicurare alla magistratura tanta autonomia e indipendenza? • Per sottrarre il magistrato alle pressioni e agli interventi del potere politico. Per ventanni la magistratura era stata condizionata dal governo fascista, che poteva esercitare Lietta Tornabuoni (Continua a pagina 2 in ottava colonna)

Persone citate: Leonetto Amadei

Luoghi citati: Roma