Folla a Palazzo Chigi per Ugo la Malfa di Francesco Santini

Folla a Palazzo Chigi per Ugo la Malfa Una Roma inattesa e commossa ha reso omaggio al presidente del pri Folla a Palazzo Chigi per Ugo la Malfa Il giornale francese "Le Monde,, ha scritto: "E' morto un generale senza esercito,, - Giorgio, figlio dello scomparso, replica: "Ecco il suo esercito,, -1 funerali di Stato saranno trasmessi oggi in tv, sulla seconda rete ROMA — Accorrono nel grande palazzo che fu dei principi Chigi, salgono la scala maestosa, sfilano muti dinanzi a un padre della Repubblica, irriconoscibile nel gelo della morte. Le stanze del governo s'aprono a una Roma inattesa, sterminata. Una roccaforte superprotetta si schiude per un incontro che nulla ha del rito e fa domandare a un funzionario dell'antiterrorismo: -Machie questa folla?, chi è questa gente?». Mai, come in questa sala, il potere appare lontano, mai, come in questi appartamenti ufficiali, si avverte lo smarrimento di chi ha paura e vuol stare insieme. Giorgio La Malfa che a Villa Margherita, nell'agonia di suo padre, s'era visto costretto a ricevere la Roma del quadro politico, a Palazzo Chigi stringe la mano alla gente. Un uomo enorme firma il registro come -artigiano socialista», si trattiene più degli altri, infine domanda: -Ma nel Paese, chi prenderà il suo posto?». Gli è accanto Raffaele, l'autista di La Malfa. S'è vestito di blu, ha la cravatta nera e la camicia bianca. Mai s'è allontanato da quel tragico venerdì e. al vecchio socialista, è luj a rispondere: -Nes- .s'uno, nessuno potrà ridarlo a noi tutti: siamo nel vuoto». «Le Monde» ha scritto: E' morto un -generale sema esercito» e Giorgio La Malfa, che nel dolore mostra resistenze insospettate, ha un solo attimo di cedimento: «Ecco il suo esercito» dice. Osserva i romani che continuano a percorrere il tragitto circolare at¬ torno al legno scuro ornato di rose piccole, dense di petali e trattiene il pianto. Luisa, la figlia, che ha voluto il volto del padre impresso nel gesso per ricordarne -il viso affilato». sussurra: -Un plebiscito, il suo ultimo, grande comizio: è caduto il velo che faceva da schermo tra lui e il Paese». C'è chi ricorda la Roma che salutò Togliatti al pianterreno delle Botteghe oscure e chi ritorna all'anno passato quando la città, alle due di un pomeriggio già caldo si portò in via Caetuni, dinanzi alla Renault rossa del corpo di Moro. Una donna che viene da Montesacro dice: «Se ne è andato l'ultimo uomo degno di essere chiamato onorevole». Una giovane: -L'avevo, una volta, ascoltato per radio, sono venuta per un saluto». Ecco un gruppetto di venti persone. Giorgio La Malfa bacia tutti due volte. -Sono i dipendenti del partito» spiega Raffaele, -ecco il nostro "apparato", tutto qui». La Roma laica e la Roma politica sono passate tra domenica e lunedi nella hall di Villa Margherita. I politici passeggiavano nel parco. Tra loro si respirava l'aria di Montecitorio, del Transatlantico. La Roma laica, gli amici di La Malfa del periodo dell'antifascismo e del partito d'azione, del gruppo di Milano e della cultura non marxista mostravano lo sgomento di chi avvertiva la fine di una storia italiana. Poi proprio nel «palazzo», tutto è cambiato. I politici che ieri si sono presentati nella «sala delle galere» si sono confusi, nel flusso delle duecento persone al minuto che salutavano Ugo La Malfa. I vecchi amici, o i loro figli, i superstiti di un mondo che scompare sono stati ammessi nell'appartamento verde che è stato riservato alla famiglia. Le tende tirate sulle finestre che toccano vicolo dello Sdrucciolo, le lampade sempre accese, anche nella luce di mezzogiorno, illividita da alcune gocce di pioggia. Pochi intimi. Arriva Maccanico, il segretario generale della presidenza della Repubblica. Si deve provvedere ai funerali di Stato. Ci sarà Pertini. E' stato il primo, lunedi mattina, a gettarsi un cappotto blu sul pigiama e ad accorrere nel mo mento della morte. -L'uomo di cui avevo bisogno è andato via per sempre» è stato udito mormorare. Più tardi in un telegramma concludeva: -Io ho perso, con Ugo La Malfa, un amico sicuro, così da oggi mi sento più solo». Tornerà Pertini. stasera, accanto all'amico, in piazza Montecitorio quando una banda in arrivo dalla Romagna saluterà Ugo La Malfa in testa al corteo che il partito repubblicano farà partire da piazza Santi Apostoli alle 15. Ci saranno le vecchie bandiere. Lo storico Leo Valiani pronuncerà l'ultimo saluto. In diretta la Rai trasmetterà la cronaca nella seconda rete dalle 16.15. Dalla Sicilia sonopartite un migliaio di auto. Trenta pullman sono in viaggio, nella notte che si riempie di pioggia. Le onoranze funebri ad Ugo La Malfa, vicepresidente del Consiglio del quinto governo Andreotti, hanno mostrato un Paese pieno di partecipazione. Ma la gente che in questi due giorni s'è presentata a Palazzo Chigi fitto di bandiere a mezz'asta rivela, come ha detto un maestro di Catania che: -Anche la fine di un leader può essere un momento di crescita». E un altro maestro, quest'ultimo di Rovereto, che ha accompagnato la sua scolaresca, ha spiegato: -Anche i bambini si devono abituare alla morte e questa è una morte storica: scompare un protagonista della Repubblica, è bene che rimanga nella loro mente». Francesco Santini Roma. La lunga fila di cittadini davanti a Palazzo Chigi, dove è composta la salma di La Malfa

Luoghi citati: Catania, Roma, Romagna, Rovereto, Sicilia