Chi non potrà dare garanzie riceverà ugualmente credito

Chi non potrà dare garanzie riceverà ugualmente credito Però ritarda la legge sulla fidejussione Chi non potrà dare garanzie riceverà ugualmente credito Che fine ha fatto la Sezione Fidejussione del Fondo Interbancario di Garanzia? Costituito dal primo Piano Verde per fornire alle banche esercenti il credito agrario una garanzia sussidiaria, il Fondo ha accumulato nel tempo varie decine di miliardi, provenienti dai beneficiari dei mutui a tasso agevolato chiamati a pagare una piccola quota (uno zero virgola qualche cosa per cento) sulle somme assunte a prestito. In complesso, però, tanti piccoli versamenti costituenti una massa di denaro, che è rimasta praticamente inutilizzata. E' stato cosi smentito clamorosamente il luogo comune o il pretesto (che per tanti anni ha penalizzato gli agricoltori e l'agricoltura) che questi operatori — per le condizioni storiche di miseria o per una presunta incapacità di gestirsi — tenderebbero a non onorare i propri debiti. I fatti hanno invece dimo strato che gli agricoltori, fatte pochissime eccezioni (un nu mero del tutto insignificante sul totale, specie se raffrontato al numero di debitori morosi appartenenti ad altre categorie di operatori: e le attuali vicende di alcuni grandi complessi chimici stanno a dimostrarlo), hanno puntigliosamente e puntualmente restituito le somme avute a prestito. Le banche, peraltro già ampiamente garantite dalle ipoteche, non hanno cosi potuto attingere al Fondo, che è rimasto praticamente inutilizzato. Si è così pervenuti alla legge n. 193 del 1975 che ha recepito nell'ordinamento giuridico italiano le «Direttive socio- strutturali della Comunità Economica Europea». Una legge che prevede — tra l'altro — la formazione di piani di sviluppo aziendali e interziendali al fine di ammodernare le aziende agricole incrementandone la produttività, anche attraverso opportuni investimenti. Titolari di tali piani — ed è la prima volta che si accetta un tale principio — possono essere anche gli imprenditori affittuari o le cooperative agricole. Gli uni e le altre potrebbero però non essere in grado, una volta presentato il «piano», di attuarlo per la impossibilità di fornire le garanzie reali richieste dalle banche per la concessione dei mutui necessari per gli investimenti. Per questo motivo, molto opportunamente, il legislatore ha previsto l'istituzione, presso il Fondo Interbancario Lambnisco: «guerra» tra Italia e Europa REGGIO EMILIA — La lotta dei vinificatori francesi e tedeschi (e alcuni italiani) al lambnisco continua a Bruxelles. Considerano il Lambnisco un vino «povero» anche se doc. E allora, come tale, va colpito con una tassa di 350 lire alla bottiglia, che su un prezzo medio attuale di 500-600 lire è una punizione spropositata. Francesi e tedeschi ( e concorrenti italiani) avrebbero voluto che la tassa sugli spumanti, estesa al lambrusco, scattasse da maggio. Marcora e cooperative reggiane e modenesi sono riusciti a rimandare di qualche mese. di Garanzia, di una speciale sezione per la prestazione della «fidejussione per la differenza tra l'ammontare del mutuo, compresi i relativi interessi, e il valore convenzionale delle garanzie offerte». Un ritardo (ma non nei termini in cui si è verificato) poteva anche essere giustificato, in quanto la legge di applicazione delle Direttive sociostrutturali demandava alle Regioni il compito di emanare a loro volta proprie leggi in materia. Le Regioni non sono state sollecite, ma molte di esse hanno nel tempo finalmente adempiuto al mandato (non sempre manifestando più convinzione di quanta non era emersa a livello governativo e parlamentare, dove il processo di accoglimento delle Direttive era durato ben tre anni). Ora sono ormai numerose le Regioni (e tra queste il Piemonte, con le leggi 15 e 63) che hanno ottemperato al mandato del Parlamento e nelle quali sono stati formulati piani di sviluppo aziendali e inte-' raziendali. Ma la Sezione Fidejussione del Fondo Interbancario di Garanzia non è ancora operante, e ciò vanifica gli sforzi di quegli imprenditori che non possono presentare proprie garanzie reali per la accensione dei mutui. E' cosi che ci accingiamo a integrarsi sempre di più nella Comunità Economica Europea? Eppure si tratta di un provvedimento non complesso se il legislatore aveva valutato nel marzo del 1975 che in 60 giorni sarebbe stato possibile emanarlo. Giuseppe Màspoli

Persone citate: Giuseppe Màspoli, Marcora

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Italia, Piemonte, Reggio Emilia