Processo od Acerra contro 393 occupanti abusivi di alloggi
Processo od Acerra contro 393 occupanti abusivi di alloggi Sono decisi a non muoversi Processo od Acerra contro 393 occupanti abusivi di alloggi NAPOLI — La fame di case, la ricerca assillante di un alloggio, sono argomenti di palpitante attualità. Anche, e soprattutto, ad Acerra, grosso centro agricolo della provincia di Napoli con circa 38 mila abitanti. Lunedi, davanti al pretore Ciro Demma compariranno 393 imputati, uomini e donne, accusati di aver violato la proprietà privata, occupandola abusivamente, e di avere arrecato notevoli danni alla società immobiliare IceSnei. Per una decina di loro c'è anche l'aggravante di aver promosso e organizzato l'occupazione del parco sorto quattro anni orsono nella zona periferica della cittadina: 12 palazzi per 263 appartamenti, destinati alla vendita, e che dal luglio dello scorso anno rappresentano un'ancora di salvezza per 1500 persone costrette a vivere in tuguri e topaie. «Non ci muoveremo di qui neppure con i carri armati», è lo slogan scandito dalle 400 famiglie su cui incombe la minaccia di ritornare a spaventose condizioni di vita, di ritrovarsi «in mezzo ad una strada». «La casa è un diritto e non un privilegio» e all'insegna di questa parola d'ordine la popolazione si è mobilitata. Spalleggiata dai comitati di lotta, dai disoccupati organizzati dei «Banchi nuovi», dal coordinamento proletario di Napoli, da una catena di collettivi, ha organizzato ieri pomeriggio manifestazioni, cortei, e una sorta di controprocesso in un cinema cittadino. Le costruzioni Ice-Snei. che sono il nodo della vicenda, sono poste alla periferia della citta. La società immobiliare, nell'eseguire i progetti, non rispettò i limiti imposti dalla licenza edilizia e i lavori furono bloccati quando le palazzine erano quasi ultimate e mancavano soltanto le ultime rifiniture. Dopo una lunga serie di atti amministrativi, alla fine si raggiunse un accordo. L'amministrazione comunale, con una giunta composta da democristiani e socialisti, avrebbe usufruito di alcuni edifici per scopi sociali, mentre il rimanente degli alloggi sarebbe stato messo in vendita. Una scappatoia che non fu accettata passivamente dai senzatetto, che speravano invece in una requisizione degli alloggi, in un atto di forza del Comune. Dopo due tentativi falliti per l'intervento della polizia, agli abusivi, nel luglio dello scorso anno, il colpo di mano riuscì. 1500 persone si installarono di forza nelle palazzine dell'Ice-Snei, decise ad una lotta ad oltranza. Dalla loro parte si schierò il vescovo mons. Riboldi. di recente trasferito alla cittadina napoletana dal Belice, dove aveva svolto una proficua attività a favore dei terremotati. Il suo intervento valse ad evitare il ricorso alla forza e gli agenti si limitarono a controllare una situazione incandescente. Anche il consiglio comunale e il sindaco democristiano. Salvatore Di Nuzzo, espressero all'unanimità la propria solidarietà agli abusivi che erano scesi in lotta per vedersi riconosciuto il diritto ad avere una casa. a, 1.
Persone citate: Ciro Demma, Riboldi, Salvatore Di Nuzzo
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