Continua lo sciopero delle hostess il governo adotta la «linea dura»? di Gian Carlo Fossi
Continua lo sciopero delle hostess il governo adotta la «linea dura»? Voli ancora bloccati nonostante l'accordo raggiunto dai sindacati Continua lo sciopero delle hostess il governo adotta la «linea dura»? Il comitato di lotta ha deciso l'abbandono delle confederazioni sindacali e la costituzione di un nuovo organismo rappresentativo - Preti: «Come ministro non posso neppure pensare che lo Stato ceda di fronte ad un gruppo di assistenti» - L'agitazione è arrivata al 34° giorno ROMA — Il governo si prepara ad assumere una «linea dura» di fronte al netto peggioramento della situazione del trasporto aereo verificatosi ieri per quanto riguarda sia l'Alitalia sia l'Ati. I voli della compagnia di bandiera sono rimasti completamente bloccati per lo sciopero promosso dal Comitato di lotta (giunto al 34 giorno), mentre si è riusciti con molta fatica ad effettuare soltanto il 20% dei voli Ati e alcuni collegamenti essenziali con aerei militari. «Le partenze dei Dc-9, segnala ufficialmente l'Ati, hanno subito una sensibile riduzione. Molti assistenti di volo, aderenti alla Fulat (Cgil, Osi UH), hanno, infatti, optato per la mancata presentazione ai turni di imbarco a Napoli e Roma, al fine di evitare il picchettaggio attuato dai colleghi del Comitato di lotta». Se non ci saranno novità, l'Ati potrà assicurare circa il 20% dei collegamenti, effettuando quei voli sui quali sarà possibile garantire la presenza di almeno un assistente e che, conseguentemente, «saranno penalizzati nell'offerta a 50posti». Si svolgono invece regolarmente i collegamenti tra la Sicilia (Palermo e Trapani) e le isole di Pantelleria e Lampedusa, nonché i voli concordati con l'Itavia, cioè RomaPisa-Verona e ritorno, Roma-Trapanl e ritorno, Roma-Alghero e ritorno, RomaNapoli e ritorno. Un «piano di emergenza» potrà assicurare qualche altro volo: almeno un viaggio andata-ritorno al giorno tra Roma e Torino, Venezia, Genova, Catania, Brindisi, Bari e Reggio Calabria. Nessuna prospettiva di miglioramenti a breve scadenza; anzi la previsione di uno scontro lungo ed aspro, di un vero «braccio di ferro», fra governo, sindacati confederali e Comitato di lotta sul recente accordo per il nuovo contratto nazionale delle hostesses e degli stewards. Il Comitato di lotta conferma la sua netta opposizione, minaccia la paralisi del trasporto aereo ancora per molto tempo, con «esplosioni di esasperazione e di rabbia nei confronti delle confederazioni sindacali e autonome», decìde l'abbandono delle Confederazioni e la costituzione di un nuovo orga¬ nismo rappresentativo della categoria (un ennesimo sindacato) e chiede alla questura l'autorizzazione a poter fare martedì prossimo un corteo nelle strade cittadine. Ma il governo e i sindacati confederali non intendono mollare. «Come ministro dei Trasporti, responsabile anche del trasporto aereo — afferma l'on. Preti — non posso neppure pensare che lo Stato ceda di fronte a un gruppo di assistenti che è riuscito a suggestionare una parte considerevole degli aderenti al sindacato. Nel regime democratico si riconoscono solo le organizzazioni sindacali e non i cosiddetti comitati di lotta». L'on. Preti ha avuto contatti riservati con il ministro dell'Interno e con lo stesso presidente del Consiglio sui possibili sviluppi della vicenda e sulle prevedibili iniziative dirette a riportare la normalità nel settore. «L'assembleari¬ smo — osserva l'on. Preti — è la negazione della democrazia politica. Il referendum fra tutti gli assistenti di volo va organizzato ed eseguito, ed iò ritengo che darà pienamente ragione alle tre grandi confederazioni». E insiste, non a caso, sul ruolo dello Stato: «E' certo, comunque, che lo Stato I non può cedere, perché deve I preoccuparsi di una comunità di 56 milioni di cittadini (tra i quali più di un milione e mezzo di disoccupati) e non delle richieste corporative di questa o quella piccola categoria. Ciò chiede la grande maggioranza degli italiani». Ma proprio sul referendum, che sarà indetto dopo una serie di riunioni e un'assemblea generale di tutti i lavoratori del trasporto aereo, si registrano divergenze all'interno dei sindacati confederali. Il segretario della Cgil, Giovannini, esponente dell'ala di estrema sinistra, è uscito allo scoperto giudicando il referendum «un grave sbaglio». «E' incredibile — sostiene Giovannini — che su proposta sindacale si autorizzi l'introduzione nelle relazioni sindacali di un precedente destinato sicuramente a rivolgersi contro l'organizzazione, a pa- ratizzare i processi decisionali democratici In netto contrasto con Lama, che nei giorni scorsi si è dichiarato senz'altro favorevole al referendum, Giovannini sottolinea come sia ancor più incredibile che una proposta cosi innovativa e «cosi stravolgente nella tradizione sindacale» sia avanzata senza alcuna discussione politica preventiva negli organi responsabili del sindacato. La tesi del referendum trova però larghe adesioni non solo nel vertice delle tre confederazioni, ma anche tra i sindacati dei lavoratori Gian Carlo Fossi
Persone citate: Giovannini, Lama, Preti
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