Agenti e carabinieri ai posti di blocco soltanto con la divisa di Gianfranco Franci

Agenti e carabinieri ai posti di blocco soltanto con la divisa Una disposizione di Rognoni Agenti e carabinieri ai posti di blocco soltanto con la divisa Per evitare tragici errori come a Roma dove un medico fu ucciso per non essersi fermato ROMA — I posti di blocco devono essere attuati con poliziotti o con carabinieri in divisa. La disposizione è tassativa ed il ministero dell'Interno l'ha ribadita più volte. Lo ha detto il ministro Rognoni, parlando ieri alla Commissione Interni della Camera che 10 aveva invitato a svolgere una relazione sul problema dell'uso delle armi da parte delle forze dell'ordine, della utilizzazione di agenti in abiti civili e dei servizi di scorta. A proposito dei posti di blocco l'ultima volta che il ministero intervenne fu con una circolare telegrafica inviata a tutti i comandi in data 8 luglio 1978. Se ci si fosse attenuti alle disposizioni che conteneva, 11 medico romano Luigi Di Sarro non sarebbe stato ucciso per essere caduto nel tragico errore di scambiare per rapinatori i carabinieri in borghese che gli avevano intimato l'alt mentre in macchina percorreva il Lungotevere. Il ministro dell'Interno ha naturalmente giustificato l'uso di agenti in borghese per le normali operazioni di polizia giudiziaria, per ogni attività di prevenzione o nelle indagini sui gruppi eversivi o anche quando vi sia necessità di particolari controlli in situazioni che potrebbero degenerare in gravi turbamenti dell'ordine pubblico. Diverso, però, è il caso dei posti di blocco. Lo stesso ministero ha riconosciuto che in determinate circostanze di traffico e di illuminazione, è effettivamente difficile riconoscere subito il personale di polizia non in uniforme e che ciò può comportare equivoci e gravissime conseguenze. -In estrema ipotesi — dice la circolare che l'on. Rognoni ha letto alla Commissione —può accadere che persone alle quali venga intimato l'alt facciano uso di armi in loro possesso, convinte erroneamente di essere fermate e aggredite da malviventi o terroristi. Allo scopo di scongiurare incresciosi incidenti del genere, si prega di ribadire le istruzioni affinché tali servizi siano attuati con personale in divisa, riservando l'uso di elementi in abito civile ai compiti di osservazione e vigilanza oltre che naturalmente di investigazione e informazione». La circolare stabilisce una limitata deroga a questa disposizione ma parla testualmente di -necessità eccezionale» ed anche in questi casi il controllo deve avvenire con modalità tali da non lasciare incertezze sul fatto che ad agire sono appartenenti alle forze dell'ordine: paletta di segnalazione, qualifica ad alta voce, tessera di riconoscimento. -Quando per condizio-ni di tempo e di luogo questa segnaletica fosse inidonea ai fini per cui è richiesta — ha aggiunto il ministro — nessuna eccezionalità può essere allegata a giustificazione di controlli da parte di agenti in borghese». Dopo aver affermato che gli uomini addetti a questi servizi saranno comunque ulteriormente sensibilizzati, Rognoni ha rivolto un invito anche ai cittadini perché collaborino con le forze dell'ordine, facendo maggiore attenzione ai propri comportamenti specie in circostanze in cui è più facile una cattiva interpretazione. Quanto all'uso delle armi da parte della polizia, il ministro si è detto «pienamente consapevole della delicatezza della materia» ed ha informato di aver anche su questo problema impartito precise istruzioni per il migliore addestramento del personale e perché siano sempre rispettati i principi fondamentali della tutela della incolumità e della vita dei cittadini. Ha però ricordato che il problema dell'uso delle armi non può essere separato dalle difficili condizioni dell'ordine e della sicurezza pubblica: dal1973 al 1977 i delitti accertati dall'autorità giudiziaria sono aumentati del 20 per cento, quelli commessi con l'uso delle armi del 36 per cento. Infine, le scorte. Il ministro ha osservato che alcuni episodi hanno portato a dubitare della loro utilità. Si è detto tuttavia convinto che la presenza di una scorta rende più difficile l'atto criminoso e può far desistere in molti casi i possibili attentatori. Il ministero ha ridotto il nu-j mero delle scorte, assegnandole con criteri di assoluta necessità, e le misure poste in atto -già impegnano l'amministrazione al di là, forse di un corretto equilibrio tra le esigenze di sicurezza dei singoli e la necessità di non distogliere troppe risorse da altri compiti». Gianfranco Franci

Persone citate: Luigi Di Sarro, Rognoni, Rognoni Agenti

Luoghi citati: Roma