Il premier Bazargan attacca l'ayatollah

Il premier Bazargan attacca l'ayatollah Durissimo discorso alla televisione Il premier Bazargan attacca l'ayatollah Processi a porte chiuse e esecuzioni hanno «insozzato la gloria delia rivoluzione» NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEHERAN — Il primo ministro Bazargan ha dimostrato di non essere «debole» come ha detto Khomeini una settimana fa. Calmo, disteso, sicuro, caustico, in un discorso imprevisto alla televisione ha duramente criticato alcuni aspetti della condotta dell'oyatollah e del suo entourage. ••Che vergogna per noi» ha detto Bazargan riferendosi ai processi a porte chiuse ed alle esecuzioni sommarie fatte dai «Comitati Khomeini». E ha aggiunto che questi sistemi hanno -insozzato la gloria della nostra rivoluzione, l'hanno sminuita... la rivoluzione ha assunto un aspetto non spirituale, non religioso, inumano-. Ricordando che alcune organizzazioni internazionali in passato avevano contribuito alla sconfitta del regime delioScià denunciando le atrocità della Savak, i processi irregolari e le tragiche condizioni dei prigionieri durante il vecchio regime, Bazargan ha aggiunto: «Con vergogna, vediamo oggi che quelle stesse organizzazioni ci rivolgono le stesse accuse». Tracciando poi un nero quadro della situazione economica del Paese in preda all'anarchia, e rivolgendosi direttamente all'ayatollah Khomeini, il premier ha dichiarato: -Anche lei, come gli altri, ha complicato la nostra missione prendendo, dietro istigazione di alcuni, certe decisioni senza consultarci». Alludendo, sembra, all'attività di alcuni membri dell'entourage di Khomeini e dei «Comitati dell'imam», ha affermato che «quanti sono contro la rinascita della nazione» fanno pressioni sia sul governo che sull'afa to(la/i.-L'Agha (Khomeini) ha buon cuore, è generoso, vuol aiutare i diseredati. E' bastato che alcuni gli dicessero una parolina all'orecchio perché ordinasse al governo di sospendere la vendita di carne congelata e dichiarasse che trasporti, acqua ed elettricità fossero gratuiti». Bazargan ha precisato che questi suggerimenti non potevano essere realizzati. «Abbiamo fatto studi sull'acqua gratuita, e siamo giunti alla conclusione che, se questo principio fosse applicato per esempio a Qom, l'acquedotto di quella città farebbe bancarotta. Ecco perché siamo andati dall'Agha a dirgli: "Se vuol essere generoso, prima ci consulti, poi dia ordini"». Bazargan ha anche criticato le rivendicazioni «eccessive» dei lavoratori, che a suo parere, avendo fatto la rivoluzione, credono ora di aver qualsiasi diritto, senza considerare la situazione economica del Paese. In questo momento, ha detto, è importante produrre per colmare il defi¬ cit provocato dai lunghi mesi di sciopero: gli introiti perduti dal monopolio dei tabacchi, dalle dogane, dalla società petrolifera. -Malgrado questa situazione drammatica, gli operai, die pure in gran parte hanno percepito il salario durante i mesi di sciopero, chiedono ora gratifiche che equivalgono a due-tre mesi di stipendio». Il capo del governo non ha mai pronunciato le parole «repubblica islamica»; ha reso omaggio all'atteggiamento di fedayn e mujahidin (musulmani progressisti) che hanno recentemente annunciato il loro appoggio al governo. In compenso, non ha parlato delle notizie sulle dimissioni del ministro degli Esteri, Sanjabi. Notizie ufficialmente smentite; ma Sanjabi da tre giorni non va in ufficio. I portavoce affermano che il ministro è -ammalato». j. g. Copyright Ix Monde e per l'Italia la Stampa

Persone citate: Agha, Khomeini

Luoghi citati: Italia, Teheran