Steward e hostess preoccupati perché si profilano spaccature di Liliana Madeo

Steward e hostess preoccupati perché si profilano spaccature Movimentata assemblea del «comitato di lotta» a Fiumicino Steward e hostess preoccupati perché si profilano spaccature Dopo tanti giorni di voli bloccati serpeggiano segni di nervosismo - Dicono: «Non vogliamo sostituirci al sindacato, ma desideriamo che esso esplichi le funzioni per cui è nato» ROMA — «Sono lanuto da Messina a Roma in treno con molto piacere, perché sono a vostro favore» un signore di mezza età, con forte accento francese, pronuncia queste parole in apertura della quotidiana assemblea del «Comitato di lotta» e subito si dilegua. Un applauso prolungato lo saluta. L'atmosfera riceve .una sorta di ossigeno dall'intervento. Il gruppo — un centinaio di persone, che via via si sfalda, aumenta di numero, vede arrivare alcuni piloti, poi alcuni camerieri del bar dell'aeroporto — è percorso da molte spinte. Lunedì ci sono state contestazioni, all'interno del «Comitato» stesso, da parte di stewards che hanno parlato dì «strumentalizzazione della lotta», di «becero attacco al sindacato», «di fare troppa politica strisciante», di «democrazia che sta scemando». Al ventiduesimo giorno di blocco dei voli, è il momento della riflessione e dell'autocritica. «Siamo tutti stanchi e nervosi. Abbiamo tutti dubbi e perplessità. Ma non possiamo mollare e sprecare quanto abbiamo fatto. La vittoria è di chi resiste un momento più degli altri», esordisce uno nel megafono. I problemi fondamentali sono il rischio di una spaccatura all'interno del «Comitato», il pericolo — dicono gli altri interventi — che s'insinui il timore delle rappresaglie, che l'azienda e il .sindacato spacchino il fronte della categoria, che la deformazione delle notizie che li riguardano li isoli dagli altri lavoratori. Il tempo, pertanto, gioca un ruolo importante. Le lunghe trattative, di cui la base afferma di non sapere niente — né dei temi dibattuti, né dei livelli di possibile intesa, né delle prospettive — e sostiene elio ciò costituisce un'ulteriore negazione dei loro diritti e delle loro richieste, vengono interpretate in questo senso, come uno strumento di indebolimento e divisione fra loro. L'assemblea, svoltasi a Fiumicino, si apre con l'intento di ricucire le reali o temute spaccature. Dice uno: «Non dobbiamo altere paura della politica, delle etichette. Noi ci battiamo per il riconoscimento di nostri diritti, in difesa di una piattaforma che abbiamo responsabilmente elaborato. Ih questo senso, facciamo politica: il che non significa che stiamo preparandoci a scate-\ ,nare la rivoluzione». Sul rap-< porto col sindacato, aggiunge/ un altro: «Non vogliamo sostituirci al sindacato, ma vogliamo che esso esplichi le funzioni per cui è nato e faccia sue le istanze della base. In questo senso facciamo politica». Ci sono applausi, consensi anche durante gli interventi. Ogni tanto si deve jnterrompere il dibattito, quando un volo decolla. Ogni tanto, inoltre, s'accende una polemica su qualche caso personale, cui in tanti sembrano appassionarsi profondamente: alcuni invece spingono per il superamento di queste diversioni, che rendono meglio di tutto il resto l'idea di come faticosamente si stia qui costruendo una linea politica e sindacale, il senso di una frantumazione durata a lungo, che trova tanti impreparati o immaturi,. L'argomento del «terrorismo» dell'azienda e della possibile repressione trova ascolto interessato. Una hostess riassume i termini di una sua vertenza con l'Alitalia: nel novembre scorso, durante un' Volo a medio raggio, si ammalò e presentò regolare certificato medico; il 13 febbraio l'azienda le contestò la regolarità di quella documentazione; ieri le ha notificato la sospensione dal lavoro e della retribuzione per un giorno. Altri raccontano di lusinghe della compagnia, per farli tornare al lavoro con promesse di vario genere. Alcuni riferiscono di essere stati contattati dal sindacato, con lo spauracchio della precettazione. Contro la legge della precettazione e per la difesa del diritto di sciopero, rivendicato come «una conquista pei lavoratori», l'assemblea si ricompone compatta. Si passa alle comunicazioni. Non è vero — viene precisato s— che ci sia alcuna connessione con l'«embargo» delle mer'ci, annunciato dalla direzione .dell'aeroporto, e lo sciopero in [.questione: i voli che traspor¬ tano merci, viene spiegato, proseguono regolarmente, e" su di essi non prestano servi-, zio gli assistenti di volo. Per chi ha L problemi finanziari, sono stati presi contatti con banche che si dichiarano disposte ad aprire un fido al diipendente Alitalia. Contro lo spauracchio dell'isolamento, il volantinaggio davanti a fabbriche e istituti bancari ha dato risultati sorprendentemente positivi, persino i viaggiatori dell'Ambrosiano — il treno di lusso di cui si servono gli abituali utenti aerei — sono stati avvicinati («prima ci volevano picchiare, poi non ci hanno abbracciato ina almeno si sono resi conto che non siamo pazzi né facciaino richieste assurde»), domani si avviano i contatti con i -marittimi di Civitavecchia. Si avverte l'esigenza di andare avanti, superando uno stallo che appare troppo prolungato e perdente. «Ci si chiede quali strategie adottare — dichiara uno. — Ma noi non siaino il sindacato. La nostra strategia è resistere, e andare avanti». Liliana Madeo

Luoghi citati: Civitavecchia, Messina, Roma