Carter si ferma in M.O.: spera nella pace per le prossime ore

Carter si ferma in M.O.: spera nella pace per le prossime ore Con improvvisa decisione rinviato il ritorno in Usa Carter si ferma in M.O.: spera nella pace per le prossime ore Oggi torna al Cairo per convincere Sadat sugli ultimi ritocchi - L'appassionato discorso di Carter alla Keneseth seguito da una drammatica seduta - Begin interrotto più volte DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TEL AVIV — Carter ha deciso di rimanere a Gerusalemme. In un primo momento, un portavoce aveva detto che il presidente sarebbe ri-> masto «magari fino a venerdì», poi dal Cairo si è appreso — e la notizia qui non è stata smentita — che Carter partirà oggi alle 12 per la capitale egiziana, dove sarà ad attenderlo Sadat. Non si sa ancora se il presidente farà una lunga sosta al Cairo, se tornerà di nuovo a Gerusalemme o se proseguirà alla volta di Washington dopo il colloquio con il rais, lasciando nella regione il segretario di Stato Vance. Comunque sia. la decisione del presidente del più potente Stato del mondo di prolungare il suo soggiorno in Israele presuppone, se non la certezza, la più fondata delle speranze che la situazione possa essere sbloccata nelle prossime ore. L'annuncio del rinvio della partenza di Carter è giunto nella serata di ieri, al termine dell'ennesimo incontro tra le delegazioni di Israele e Usa. Begin. che appariva molto affaticato, ha detto con un sorriso: «Abbiamo compiuto grandi progressi. Tutto lascia sperare che la pace sarà firmata presto». Ora non rimane che attendere notizie dal Cairo. Forse finalmente la pace si avvicina. Ma vediamo il film della giornata. Alle 5,30 del mattino termina la riunione straordinaria del consiglio dei ministri, iniziata la sera prima alle 10. Solo quattro ore di riposo e poi i ministri incontrano Carter. L'addetto stampa di Begin, Dan Patir dichiara ai giornalisti: «Sono stati compiuti progressi, almeno secondo il nostro punto di vista». Il presidente americano (che, dicono, ha pregato a lungo nella notte) prende il caffè col ministri, viene informato ufficialmente^ delle loro decisioni. Il governo israeliano accetta la richiesta di Sadat di instaurare un regime dt auto-, nomia amministrativa nella» striscia di Gaza, prima che In1 Cisgiordanìa. Accetta di cominciare i negoziati sull'autonomia un mese dopo la firma» del trattato di pace, tuttavia si oppone a una «presènzaegiziana a Gaza. Mantiene fermo il principio che l'Egitto debba impegnarsi a fornire il petrolio del Sinai a Israele, a prezzi commerciali, insiste per la normalizzazione dei rapporti con lo scambio di ambasciatori. C'è poi da risolvere il problema rappresentato dal famoso articolo 6 dell'accordo di Camp David: Israele pretende che il trattato con l'Egitto abbia la priorità su tutti gli impegni interarabi assunti da Sadat. La riunione dura 80 minuti e, a mezzogiorno in punto, il presidente americano fa il suo ingresso, tra squilli di tromba, nell'aula di pietra bianca della keneseth. In pieIgor Man (Continua a pagina 2 in seconda colonna) Gerusalemme. Il presidente Carter e il premier Begin

Persone citate: Begin, Sadat