Un duro banco di prova per la navicella-Italia

Un duro banco di prova per la navicella-Italia Parlano Rondelli, Spaventa, Barca e Romiti Un duro banco di prova per la navicella-Italia ROMA — L'avvio del nuovo sistema monetario europeo ha riacceso il dibattito non solo sulla validità di uno strumento, che dovrebbe garantire la creazione in Europa di un'area di stabilità monetaria, da tutti riconosciuta come necessaria ai fini di una ripresa dei tassi di sviluppo, ma anche sulla partecipazione immediata dell'Italia, che potrebbe costituire motivo, inassenza di incisivi interventi di politica economica interna, di gravi ripercussioni quanto meno dal punto di vista valutario. Le preoccupazioni di quanti nell'autunno scorso richiedevano una «pausa di meditazione-: prima di accettare l'impegno della partecipazione allo Sme, sembrano trovare oggi maggiore forza per le tensioni inflazionistiche provenienti dalla crisi petrolifera e dagli aumenti di prezzo delle materie prime. Dice Lucio Rondelli, amministratore delegato del Credito Italiano: «Quei motivi di perplessità non si può dire che nell'ultimo periodo si siano attenuati. Anzi, bisogna riconoscere che in più di un caso si sono accentuati e non offrono oggi, all'improvvisa decisione di dare inizio al nuovo sistema monetario, quel quadro di certezze e di punti fermi che invece sarebbe necessario per un progetto di così grande portata e dalle profonde implicazioni non solo per l'Europa. Le vicende del petrolio e delle materie prime ma anche tutta una serie di avvenimenti politici hanno dimostrato — continua il banchiere — la profonda inquietudine che in questo momento vivono i rapporti internazionali e hanno risvegliato l'inflazione mondiale. L'impatto dei nuovi avvenimenti è stato finora registrato da tutti i Paesi industriali in misura abbastanza simile. Ma non è detto che dopo il primo urto gli effetti abbiano per tutti la stessa intensità e durata. Esistono economie più vulnerabili di altre e diversi gradi di indicizzazione possono avere nel tempo effetti più o meno prolungati nei vari sistemi-. Anche Luigi Spaventa, indipendente di sinistra, considerato uno degli economisti maggiormente esperti di problemi monetari, non nasconde le sue perplessità' «Le riserve espresse — dice — quando si decise di entrare nello Sme riguardavano il metodo del sistema in generale e i modi e i tempi della nostra adesione. Si spera che le vicende successive del bilancio comunitario e della controversia agricola, inducano ad una valutazione più realistica e più sobria dello spìrito europeistico di altri governi e, dunque, ad una impostazione più ferma e coerente della nostra politica europea. Le condizioni, comunque, in cui lo Sme inizia a funzionare non sono certo migliori di quelle di due mesi fa. Soprattutto, meno fa¬ vorevoli appaiono le prospettive economicìie internazionali (aumento del greggio ecc e quindi riattizzarsi dell'inflazione) che rischiano di provocare a medio se non a breve perioda nuove tensioni monetarie». Ancora più incisive sono le considerazioni che ci fa Lu ciano Barca, responsabile economico del partito comu nista e uno dei principali «interlocutori» del ministro del Tesoro durante il dibattito sull'adesione italiana allo Sme: «L'avvìo del nuovo siti, e. (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Barca, Lucio Rondelli, Luigi Spaventa, Romiti, Rondelli, Spaventa

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma