Da oggi lo Sme (senza gli inglesi) ma l'Europa resta ancora lontana di Paolo Patruno

Da oggi lo Sme (senza gli inglesi) ma l'Europa resta ancora lontana Annuncio ufficiale a Parigi dei leaders di otto Paesi Da oggi lo Sme (senza gli inglesi) ma l'Europa resta ancora lontana Lo scopo principale del nuovo sistema è di garantire la stabilità tra le monete - L'avvenimento si inquadra in una situazione difficile per la Cee: squilibri economico-sociali e crisi energetica - Mancano, finora, posizioni comuni e impegni a breve termine - Rimane da risolvere la delicata questione agrìcola DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Il Consiglio europeo, riunitosi ieri a Parigi, ha finalmente varato lo Sme. inceppato dal 1 gennaio per il dissidio a'gromonetarìo tra Francia e Germania. Prendendo atto dell'accordo di compromesso raggiunto martedi scorso a Bruxelles sui «montanti compensativi», i leaders della Comunità europea hanno constatato che erano alfine adempiute tutte le condizioni per far entrare in vigore lo Sme da oggi 13 marzo, all'apertura dei mercati dei cambi. Le quotazioni delle otto monete incluse nel sistema valutario europeo sono state fissate in base ai corsi di ieri mattina, durante la riunione a Basilea dei governatori delle banche centrali. Nel suo primo intervento alla conferenza parigina, l'on. Andreotti ieri pomeriggio ha espresso l'auspicio dell'Italia che lo Sme non si limiti ad essere soltanto «un meccanismo tecnico», ma rappresenti il prezzo per favorire «un avvicinamento fra le situazioni economiche e sociali» degli otto Paesi aderenti per realizzare e migliorare «il concetto di comunità». Anticipando poi i motivi di fondo delle richieste italiane espresse al Consiglio europeo (convergenza delle politiche economiche e revisione della politica agricola comunitaria), Andreotti ha aggiunto che da Parigi dovrebbe scaturire una rinnovata «volontà di sviluppare la Comunità europea» incapace fino a questo momento di affrontare «molti gravi problemi». L'auspicio italiano, appoggiato con pesante impegno polemico da Callaghan a proposito della politica agricola comunitaria, in realtà sembra destinato a trovare soltanto misurata applicazione concreta a Parigi, al di là delle generiche dichiarazioni di buona volontà espresse dai leaders della Cee. Se ne è avuta una riprova appena avviata la riunione del Consiglio europeo, dopo che Giscard d'Estaing aveva accolto nel centro delle conferenze internazionali dell'avenue Kléber (dove fu firmata la pace in Vietnam e si è imbastito il «dialogo Nord-Sud» i colleghi della Comunità, nella rapida sfilata aperta dal lussemburghese Thorn, seguito da Andreotti, dall'arcigino Callaghan, da Sc'nmidt e da tutti gli altri. Esaurito infatti il «battesimo» ufficiale dello Sme (disertato come è noto dalla Gran Bretagna) si è avuta presto la percezione dei limiti ristretti della riunione parigina, priva di grandi «progetti», di rinnovati slanci europeistici, in sintonia con una situazione obiettivamente difficile a livello comunitario davanti agli squilibri economico-sociali fra i nove partners, che rischiano di essere semmai acuiti dall'ondata della nuova crisi energetica. Della serietà della situazione sono ben consapevoli tutti i leaders della Cee, e ne è una riprova la stessa «agenda» del Consiglio europeo, ma fin dall'inizio dell'esame dei vari temi (situazione economica, politica sociale, energia, agricoltura) è affiorata la difficoltà di pervenire a posizioni comuni capaci di sfociare in impegni concreti a breve termine. Le discussioni si sono avviate con un esame della situazione economico-sociale dei nove Paesi della Comunità, e di qui è scivolata rapidamente sul problema dell'occupazione e della politica sociale. Nella Cee vi sono sei milioni e mezzo di disoccupati, distribuiti in proporzioni diverse fra i vari Paesi, il livello d'inflazione in Germania è ben diverso da quello italiano, ma anche da quelli inglese e francese, come il ritmo d'espansione. In questo «scenario» cosi difforme come è possibile armonizzare le politiche economiche e sociali dei nuovi partners? Una prima risposta è stata fornita dalla nascita dello Sme e dalla creazione d'una zona di stabilità monetaria che dovrebbe facilitare uno sviluppo più armonico. Difficoltà simili si incontrano anche sul problema dell'energia (uno dei temi principali di questo Consiglio europeo), davanti all'urgenza di rimedi e politiche comuni per fronteggiare la riduzione dei rifornimenti petroliferi e i rincari generalizzati dell'Opec. La questione della revisione della politica agricola comunitaria è un altro argomento scottante qui a Parigi, e Italia e Gran Bretagna sono riuscite ad anticipare a ieri sera l'avvio delle discussioni che gli altri partners avrebbero volentieri fatto «slittare» alla giornata conclusiva di oggi. L'Europa monetaria è partita a otto. l'Europa agricola è ugualmente a otto per l'opposizione inglese, l'Europa delp'energia è difficilmente attuabile, come quella sociale, mentre la Francia richiede adesso anche una rinegoziazione del trattato dell'Euratom. Nel giorno del «battesimo» dello Sme. affiora l'immagine di un'Europa zoppicante, d'una Comunità alle prese con problemi difficili in una situazione obiettivamente più difficile di pochi mesi. Si vedrà oggi, tirando le somme di questo «Consiglio europeo», come a Parigi i nove leaders della Cee riusciranno a controbilanciare queste difficoltà Paolo Patruno

Persone citate: Andreotti, Callaghan, Giscard D'estaing, Thorn