«Uccidete, uccidete tutti» urlava il capo dei 6 terroristi a Torino di Clemente Granata

«Uccidete, uccidete tutti» urlava il capo dei 6 terroristi a Torino «Uccidete, uccidete tutti» urlava il capo dei 6 terroristi a Torino Voleva far sparare agli ostaggi nel bar, poi al taxista che aveva sequestrato - Testimoni hanno visto un terrorista falciare col mitra lo studente - A Palermo e Roma mistero sui due agguati Torino, Roma, Palermo. Lungo quest'asse verticale che percorre da un capo all'altro la penisola, nel breve arco di ventiquattrore, dalla sera di giovedì a quella di venerdì, il terrorismo ha colpito in modo spietato e nefando: sangue, morti e di nuovo l'arma del sequestro di persona. Si piange a Torino Emanuele Iurilli, 18 anni, studente dell'Itis di via Paolo Veronese, falciato venerdì nel primo pomeriggio dai mitra di «Prima linea» in via Millio. durante l'agguato teso dall'organizzazione criminale alla pattuglia degli agenti e c'è preoccupazione per il poliziotto Gaetano D'Angiullo. ferito all'addome. Si piange a Palermo Michele Reina, 47 anni, segretario provinciale della de falciato da due killers venerdì alle 22,20 sulla sua auto sotto gli occhi della moglie Marina e di due amici. Si vivono ore d'ansia a Roma per la sorte di Emilio Francesco Falco, 38 anni, presidente del Consorzio di cooperative edilizie «Case Lazio Cenasca-Cisl» e membro del comitato romano de rapito da un «commando» giovedì sera mentre rincasava. E a Torino, a Roma, a Palermo si susseguono le telefonate. «Prima linea» chiama l'Ansa del capoluogo piemontese, rivendica l'agguato a «tre servi dello Stato» e minaccia altro sangue. Le Brigate rosse e poi «Prima linea» informano nella capitale i quotidiani L'Unità e Paese Sera che Falco è loro «prigioniero» e annunciano successivi comunicati, ancora a Palermo «Prima linea» telefona al Giornale di Sicilia: «Abbiamo giustiziato il mafioso Michele Reina». Nel bar di via Millio a Torino sono stati trovati i volantini di «Prima linea» con le immagini di Matteo Caggegi e Barbara Azzaroni uccisi dalla polizia mentre stavano per aprire il fuoco sugli agenti e l'agguato di venerdì alla «Volante» della Questura- deve essere interpretato, secondo il linguaggio e le folli intenzioni dei terroristi come vendetta e rappresaglia per la morte dei due giovani. Sia a Roma, sia a Palermo non sono ancora giunti i documenti annunciati, ma gl'inquirenti sono sempre più propensi a escludere che assassinio e sequestro siano attribuibili alla criminalità comune. Tre città, tre agguati. Officile dire se ci troviamo di fronte a un piano preordinato. Probabilmente no. Ma la rapida successione degli eventi delittuosi al Nord al centro e al Sud dell'Italia, l'offensiva pressoché simultanea della criminalità politica, dimostrano quanto siano agguerriti e decisi a tutto i gruppi terroristici. E veniamo alla ricostruzione del tragico agguato di via Millio. a Torino, sulla base delle testimonianze. Tre terroristi, scendono da una «131» ed entrano nel bar di Marco Pizzato. Li capeggia un giovane con gli occhiali, molto nervoso. Nel bar ci sono sette i persone. Il capo del commando ordina: «Legate tutti». Compaiono manette americane. Dopo qualche minuto il capo urla: «Uccideteli, uccide- I u^Mtt'mn^mo^ 1 e Ma l'attenzione dei terroristi è attirata dall'arrivo della «Volante». Sparano i componenti del «commando» dall'interno del bar. sparano i complici che li attendono fuori. L'appuntato D'Angiullo è colpito. In quel momento compare Emanuele Iurilli. Una guardia gli grida «A terra». Lo studente si china nello spazio tra due vetture in sosta. Un terrorista spara una raffica verso il ragazzo e lo colpisce (particolare confermato dall'autopsia: dal corpo del ragazzo sarà estratta una pallottola calibro 7,62. di una mitraglietta di fabbricazione russa K47. la polizia ha in dotazione pallottole calibro 9). La sparatoria continua. Un poliziotto ferisce il capo della banda. Alcuni complici lo trascinano verso la «Volante» e scompaiono. Poi salgono su un taxi, scendono in via San Paolo. Ancora un grido del biondino : « Uccidete il tassista». I complici invece rapinano il conducente dei documenti e lo minacciano: «Se parli sappiamo dove trovarti». Gli altri componenti del commando intanto sono fuggiti su una «124» verde. Clemente Granata (Servizi alle pagine 2 e 6)

Persone citate: D'angiullo, Emanuele Iurilli, Emilio Francesco Falco, Marco Pizzato, Michele Reina