«Sentivo profondamente ingiuste tante cose, ero diventato triste»
«Sentivo profondamente ingiuste tante cose, ero diventato triste» In corte d'assise il processo ai giovani di «Prima linea» «Sentivo profondamente ingiuste tante cose, ero diventato triste» Su questa frase di Corrarati, l'aw. Guidetti Serra ha costruito la difesa: «La sua colpa è nell'immaturità, nella fretta di cambiare il mondo. Di qui al terrorismo c'è un abisso» -E'difficile seguire il nascere e l'evolversi dei gruppi dell'autonomia-all'interno del movimento della sinistra extraparlamentare nel biennio '76-77 Oggi, nel '79. si discute dell'esperienza del '68 come di qualcosa avvenuto ne! passato remoto dell'Italia. Tra qualclie anno capiremo meglio di quanto possiamo fare oggi i fenomeni del biennio '76-77. Di certo, tra la sigla della sconosciuta "Prima Linea"che firmava gli attentati in quegli anni e "Prima Linea" di oggi, cosi tristemente famosa, c'è una differenza sostanziale-. Questo il discorso conclusivo dell'avvocato Bianca Guidetti Serra e ed il tema di fondo nelle arringhe dei difensori, al processo che si celebra in Corte d'assise contro quindici imputati, accusati di appartenere al gruppo «Prima Linea», ritenuto responsabile di una serie di attentati compiuti a Torino tra l'ottobre del '76 e il giugno del '77. Guidetti Serra difendeva Giorgio Corrarati (imputato a piede libero, diciottenne all'epoca dei fatti), il latitante Felice Maresca e il detenuto Marco Scavino, accusato di essere l'ideologo del gruppo. Parlando di Giorgio Corrarati. l'avvocato Guidetti Serra ha detto: -Per capire il modo in cui questo ragazzo è approdato ai "Comitati comunisti per il Potere Operaio"di via della Consolata 1 bis (dove veniva stampato il giornale "Senza Tregua", accusato di propagandare la lotta armata) è bene rileggere le cose die egli ha detto al giudice istruttore: "Dal circolo di Borgo Vittoria che frequentavo assieme a dei coetanei, mi spostai al gruppo di via della Consolata Volevo capire la realtà che mi staila intorno. Sentivo prof ondamente ingiuste certe cose. Ero diventato triste ma non volevo tirarmi indietro di fronte a certe scelte"-. Quando si è giovani si crede di poter cambiare il mondo. «Cosi Corrarati, e i suoi amici Favero e Rambaudi (altri imputati nel processo) — dice Bianca Guidetti Serra —passa dall'assemblea alla riunione politica, dal dissenso verbale al volantinaggio e poi all'azione dimostrativa contro il deposito Satti, per protestare contro l'abolizione delle festività (si voleva impedire agli i A l a e operai di recarsi al lavoro il 2 giugno del 77)». -La sua colpa, e la sua responsabilità penale al processo, sta in questa immaturità, in questa fretta di cambiare il mondo, scegliendo il mezzo più spiccio. Da queste colpe alla partecipazione ad una banda armata clandestina, c'è un salto logico che questa corte non può fare-, ha concluso Guidetti Serra. Dopo di lei ha preso la parola l'avvocato Rogolino. difensore di Enrico Galmozzi e di Giulia Borelli. entrambi detenuti. «Tra le idee die Galmozzi e i suoi amici propagandavano sul giornale "Senza Tregua"e la lotta armata clandestina c'è una differenza incolmabile-, ha detto Rogolino. ■ Già al momento dell'arresto, contro Galmozzi vi erano soltanto indizi, sospetti, alimentati dai rapporti degli ufficiali di polizia die ne avevano seguito l'attività, ]irima come operaio impegnato politicamente a Sesto San Giovanni, poi a "Lotta Continua" e al giornale "Senza Tregua". Dal punto di vista della prova, contro Galmozzi c'è soltanto il riconoscimento fatto dalla parte lesa aiwocato Ennio Galasso (irruzione nello studio del fratello, deputato di Dono crazia nazionale, Andrea Galasso). Ma nella descrizione che la parte lesa fa dell'aggressore si parla di un biondino, dalla bar- ba corta e dai capelli ricci, senza nessuna inflessione dialettale. Galmozzi è incontestabilmente bruno, con capelli e barba nerissimi ed una spiccata inflessione dialettale lombarda-. -Quanto a Giulia Borelli —ha continuato Rogolino — l'unica sua colpa è di essere la donna di Galmozzi-. Hanno parlato anche gli avvocati Nisi per Cesare Rambaudi. Zezza di Milano (per Galmozzi). Il processo continua oggi con le arringhe di altri difensori. Sabato la corte dovrebbe entrare in camera di consiglio e la sentenza potrebbe aversi in serata. < f ■ s 11 ! 11111111 r 1111 r i 1111111 [ 11111111 ( i p 11 r 11111 ! i m Marco Scavino, Barbara Graglia e Giulia Borelli durante una pausa dell'udienza
Luoghi citati: Italia, Milano, Sesto San Giovanni, Torino
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