Hanoi disposta a negoziare mentre i cinesi si ritirano
Hanoi disposta a negoziare mentre i cinesi si ritirano Dopo 24 ore, il Vietnam sembra avere cambiato posizione Hanoi disposta a negoziare mentre i cinesi si ritirano DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BANGKOK — Hanoi accetta il negoziato con Pechino, la macchina della pace ora è veramente in moto. La comunicazione è stata data poco dopo il tramonto di ieri: forse era solo una coincidenza, ma passavano in quel momento ventiquattro ore esatte dall'annuncio cinese di riti- Manifesto di Teng eroe a cavallo PECHINO — Il vice primo ministro Teng Hsiao-ping è definitivamente entrato nell'olimpo dei «grandi» cinesi con un manifesto che lo .rappresenta in sella a un cavallo bianco durante la guerra civile contro le forze nazionaliste del Kuomintang. Apparso ieri in vendita in una libreria del centro di Pechino, il manifesto è il primo a riprodurre l'effigie del vice primo ministro e a celebrarne le imprese militari. Egli è ritratto assieme al maresciallo Liu Bocheng durante l'offensiva strategica che nel 1947 rovesciò in favore dei comunisti le sorti della guerra. Liu Bocheng e Teng Hsiaoping comandavano allora l'armata di campagna che varcò per prima il Piume Giallo e aprì la strada alla conquista della Cina. ro delle truppe. La notizia è stata captata dalle radio di Bangkok sintonizzata sulla lunghezza d'onda vietnamita, e subito rilanciata in città e al mondo. Da fonte sicura viet-i namita si è appreso che le truppe cinesi da 24 ore stanno ripiegando verso il territorio cinese. La stessa fonte afferma che le truppe vietnamite non interverranno per ostacolare questa manovra, a condizione che i cinesi si ritirino al di là della frontiera «storica» che separa i due Paesi. Ora certamente prevale la seconda. Il negoziato sarà a livello di vice ministri degli Esteri e comincerà, dice Radio Hanoi, «se la Cina ritira subito tutte le sue truppe-. E' la formula che aveva adottato da sempre il governo vietnamita. La formula è chiara e ambigua nello stesso tempo, come molte cose del contenzioso diplomatico. Una delle tante ragioni di questa guerra, forse non la più importante, è infatti la disputa su molti punti controversi del confine: le accuse di espansionismo sono rimbalzate spesso da una parte all'altra, e proprio una settimana prima che i cinesi invadessero le montagne verso sud c'era stato l'ultimo incontro della -commissione di confine-. Allora come oggi era co¬ stituita dai due vice ministri degli Esteri. In qualche modo si torna alla normalità, anche se l'Indocina di oggi è assai diversa da quella che ancora si conosceva all'alba del 17 febbraio. Ma pur restando strettamente ancorati ai rapporti bilaterali, non ci si può non chiedere quale sarà il momento in cui il Vietnam e la Cina decideranno di considerare -avvenuto- il rientro totale, visto che molte zone di frontiera sono contestate. E' facile prevedere che i soldati cinesi manterranno l'occupazione di alcune zone almeno di quelle parti su cui Pechino rivendica la sovranità; come reagirà Hanoi? Il Vietnam, o meglio i suoi mezzi di comunicazione ufficiale, seguono con molta diffidenza l'annuncio cinese di ritiro delle truppe. In un aspro notiziario di ieri. Radio Hanoi faceva un lungo elenco delle battaglie che si erano combattute -nello stesso giorno in cui Pechino aveva comunicato al mondo di chiudere la sua aggressione-: i nomi sono quelli di sempre. Lang Son. Cao Bang, la provincia di Hang Lien Son. That Khe: un intero battaglione cinese sarebbe stato -spazzato viadalle parti di Cao Bang, e altri 640 soldati sarebbero stati uccisi a nord. -Non ho mai visto tanti morti nemmeno durante la guerra con gli americani-, diceva un veterano viet. Ma che ci sia un clima abMimmo Candito (Continua a pagina 2 in settima colonna)
Persone citate: Cao Bang, Hang Lien, Lang Son, Liu Bocheng, Radio Hanoi, Teng, Teng Hsiao-ping, Teng Hsiaoping
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