II «caro tassa» sull' affetto di Renato Rizzo
II «caro tassa» sull' affetto II «caro tassa» sull' affetto I proprietari dei 23.400 cani denunciati al Comune devono pagare quest'anno il 25 per cento in più ■ Una proposta: escludere i bastardi La «tassa sull'affetto» aumenterà quest'anno (la prima rata scade ad aprile) del 25 per cento per tutti i proprietari di cani denunciati al Comune: 23.400 persone (tanti sono coloro che hanno dichiarato di possedere urt amico a quattro zampe) dovranno sborsare, quindi, una somma superiore di un quarto a quella versata l'anno scorso. Un fulmine a ciel sereno che. domenica, ha fatto scendere in piazza a Milano un corteo di 2500 cani che. al guinzaglio dei padroni, abbaiavano la loro protesta. Le nuove tariffe tassano per 24 mila lire i cani di prima categoria («lusso ed affezione») e per 6 mila quelli da guardia e da caccia, a cui vanno aggiunti il 12 per cento dell'esattore e 250 lire per la medaglietta Qualcuno s'era spaventato dopo aver controllato la legge del 21 dicembre del '78 che fissava un aumento del 300 per cento in più rispetto alle precedenti tariffe. Un funzionario del Comune spiega che questa percentuale era da applicarsi alla tassa base risalente a prima del 1967: «Gli incrementi progressivi della tariffa da allora ad oggi fanno si che la maggiorazione sia contenuta, in realtà, nel25 per cento». La tassa sui cani risale al 1931, quando il legislatore sta¬ bili di garantire ai comuni un introito che coprisse le spese sostenute per la pulizia di strade e viali e. in più. fosse una vera e propria «Tassa tributaria» con fini. cioè, di lucro. Con i recenti aumenti, i proprietari di tutti i Fido e i Boby porteranno nelle casse dell'amministrazione comunale di Torino circa 400 milioni. Un particolare che. viste le situazioni di bilancio della maggior parte dei Comuni del nostro paese, fa quasi sorridere. La legge consente, infatti, alle amministrazioni in attivo o in pareggio di applicare un minore aumento sulla tariffa-base: non il 300 ma il 200 per cento. Sull'utilità economica di una legge che, « tassando l'affetto», consenta di dare un po' d'ossigeno alle smunte casse degli enti locali, sono certo tutti d'accordo, compresi i proprietari di cani. Un po' meno accordo, invece, sulle «fasce». A questo proposito abbiamo ricevuto una lettera del Comitato Anticaccia di Torino che. dopo alcune considerazioni sul lavoro di pulizia stradale che i cani impongono agli spazzini («Spesso basta un po' di pioggia per sciogliere certi rifiuti biodegradabili mentre non c'è pioggia die tenga per la plastica o l'inquinamento dei gas di sca¬ rico»), suggerisce di mutare le «categorie». ../cani da caccia —sostiene Elio Carlo Ferrerò — sono strumenti vivi per distruggere e chi li possiede dimostra di avere in abbondanza denaro e tempo libero: potrebbero pagare anche 200 mila lire all'anno». Seconda fascia, per l'Amicacela, i cani da difesa. Il signor Ferrerò suggerisce anche per questi una «tassa salata». Cani di lusso: idem come sopra. Ci sono. poi. i bastardi, i «tabui». quelli che spesso allietano la solitudine degli anziani o i giochi dei bambini. Sono i reietti del Gotha canino che. però, possiedono virtù e pregi e sono oggetto di un amore clie non si cura delle loro origini. Ferrerò propone: «Per questi non venga richiesta tassa. Con gli introiti delle altre tre "categorie" si incasserebbe abbastanza per stipendiare un maggior numero di addetti alle pulizie (purdié, naturalmente, spazzino con serietà e di buona lena) e ridurre, cosi, anche il numero dei disoccupati». E' una proposta certamente non perfetta, ma non si potrebbe prenderla ugualmente in considerazione magari articolandola in modo migliore e togliendole limiti e difetti? Renato Rizzo
Persone citate: Elio Carlo
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