Gorkij contro Lenin di Lia Wainstein

Gorkij contro Lenin «Pensieri intempestivi» finalmente tradotti Gorkij contro Lenin Maksim Gorkij: «Pensieri intempestivi - 1917-1918». ed. Jaca Book. pag. 315, lire 4000. E' uscito finalmente in italiano, con un ritardo di oltre sessant'anni, un libro tra i più interessanti e non conformisti. Dopo la ^rivoluzione del febbraio 1917 Gorkij. che faceva parte del gruppo dei social-democratici internazionalisti, diresse a Pietrogrado il giornale Novaja zizn', (Nuova vita) da non confondersi con il quotidiano omonimo, primo organo legale dei bolscevichi, pubblicato a Pietroburgo tra l'ottobre e il dicembre 1905 sotto la direzione di Lenin. Il giornale di Gorkij si proponeva di appoggiare il proletariato internazionale nel suo tentativo di conchiudere al più presto la pace e, in politica interna, mirava al rinsaldamento delle conquiste della recente rivoluzione. Tra il 1 maggio 1917 e il 16 luglio 1918 — quando la Novaja zizn' fu definitivamente chiusa per ordine di Lenin — nel giornale uscirono i Pensieri intempestivi di Gorkij. in parte tradotti in quegli anni in Francia e in Cecoslovaccliia. Seguirono, ma solo a partire dal 1968. le edizioni americana. inglese, russa (Editions de la Seine, Paris 1971. a cura di Gennari Ermolaev) tedesca, e infine quella francese (Age d'homme. Losanna 1975) ora tradotta in italiano. Chi conosce unicamente il ritratto ufficiale sovietico di Gorkij rimarrà non poco stupito da quanto leggerà in questi settantasette articoli. Nella sua prefazione. Boris Suvarin. unico superstite della redazione della Novaja zizn'. mentre si dichiara d'accordo con Cecliov sulla maggiore possibilità di Gorkij di venire ricordato come personalità die come artista, ne mette in rilievo ambiguità e contraddizioni, pur rifiutandosi di formulare un giudizio definitivo. Tra gli argomenti affrontati nella Novaja zizn' — polemiche con la Pravda, condanna dei disordini, della giustizia som maria, dell 'antisemitismo — un tema, la difesa della cultura e il suo ruolo nell'educazione del popolo, costituisce una delle principali preoccupazioni di Gorkij. La monar'chia dice lo scrittore, ha tarpato lo sviluppo intellettuale dei russi e ora bisogna risparmiare gli artisti, non mandandoli al fronte, dove potrebbero essere uccisi e uccidere dei colleghi tedeschi. Fanno poi inorridire il saccheggio di chiese, musei palazzi, i loschi traffici che includono un mercato delle donne aperto a Feodosja, dove «turche, armene, curde sono vendute a 25 rubli l'una». Gorkij esige ancora dalle autorità un divieto temporaneo di esportazione per impedire ad una società americana, che dispone di venti milioni di dollari, di acquistare i tesori d'arte in Russia. Sconvolto dalla violenza e dall'anarchia dilaganti nel paese, Gorkij, che ne attribuisce la responsabilità ai bolscevichi, alla vigilia della rivoluzione d'ottobre esprime il suo pessimismo nell'articolo Non si può tacere! In quello stesso numero di Novaja zizn' (18 ottobre 1917) fu pubblicata la dichiarazione di Kamenev e Zinoviev. che si opponevano ad un'immediata rivolta armata dei bolscevichi, considerandola prematura, un parere giudicato da Lenin equivalente ad un tradimento. Intanto Gorkij (in Verso la democrazia, 7 novembre) inasprisce la sua condanna. Lenin e Trockij gli sembrano «già avvelenati dal potere, come prova il loro vergognoso atteggiamento verso la libertà di stampa e tutti quei diritti per i quali lottò la democrazia». Questi avventurieri senza scrupoli si stavano avviando' verso un'anarchia che avrebbe causato la fine del proletariato e della rivoluzione. L'unica speranza è che gli stessi operai capiscano l'anarchismo alla Necaev-Bakunin di Lenin e l'orrore di un esperi-, mento che può condurre solo «ad una lunga, sanguinosa anarchia e poi ad una non meno sanguinosa e truce reazione». Per quanto riguarda la soppressa libertà d'espressione, Gorkij non vede differenza alcuna tra Lenin e Stolypin o Pieve (ministri dello zar) e «gli altri semiuomini». Non pago di aver paragonato con insistenza Lenin a Necaev (l'ottocentesco anarchico cui Dostoevski s'ispirò nei Demoni e che lo storico americano Ulam in un recente studio definì un criminale impostore). Gorkij gli rinfaccia addirittura l'origine nobile: «Lenin possiede tutte le qualità del capo e insieme l'indispensabile mancanza di senso morale e un atteggiamento tipicamente da barin, spietato, verso la vita delle masse popolari... (che) non conosce». Anzi lo contrappone ad un chimico, che dalla materia inerte sa trarre risultati utili per la vita, al contrario di Lenin, che lavora su di una materia viva e «conduce alla morte la rivoluzione». Sin dal 1900 Gorkij si considerava un socialdemocratico, ma ancora, più profondamente, si sentiva «dappertutto un eretico» dalle numerose contraddizioni tratti che nel 1920 non impedirono a Lenin di realizzare il ricupero di questo suo ex ne- mico- Lia Wainstein 1-4 Gorkij visto da Levine

Luoghi citati: Francia, Necaev, Pietroburgo, Pietrogrado, Russia