La Vitrofil non è un ramo secco ma la Montedison vuol cederla di Marco Borsa

La Vitrofil non è un ramo secco ma la Montedison vuol cederla La Vitrofil non è un ramo secco ma la Montedison vuol cederla MILANO — ■ /( nostro timore è che l'abbandono della Vitrofil venga interpretato come la volontà della Montedison di non impegnarsi nella chimica fine». Claudio Barro, responsabile della pianificazione Montedison. è reduce da Savona dove ha discusso con i sindacati l'intenzione di cedere la Vitrofil. 500 dipendenti e 15 miliardi di fatturato, alla società francese SaintGobain. un colosso mondiale nel settore del vetro che ha realizzato l'a -corso utili di 90 miliardi. La decisione di vendere da parte della Montedison è coerente sia con l'impegno preso da due anni di alleggerirsi di tutte le partecipazioni che non rientrano nel ciclo chimico (ad eccezione della Standa) sia con il piano di risanamento delineato nel prospetto con cui Mediobanca ha illustrato il recente aumento di capitale chiedendo alle banche Iri 100 miliardi per garantirne il buon fine. Una strategia che evidentemente non può essere assunta rigidamente come una specie di obbligo da parte di Foro Bonaparte di liberarsi di tutto quanto non é chimico e con l'implicita condizione che. invece, tutto quanto è chimico va tenuto ad ogni costo. I sindacati chimici di Savona e i partiti di sinistra, temendo ripercussioni sull'occu¬ pazione e un indebolimento del gruppo Montedison. hanno accusato Foro Bonaparc di -vendere le cose migliori» in una strategia liquidatoria. -E' vero che la Vitrofil non è un ramo secco» replica Barro «ma è anche vero che i rami secchi non sono facilmente cedibili. La Vitrofil, poi, è un ramo troppo verde se vogliamo a tutti i costi mantenere l'immagine». Costituita nel 1976. la società produce fibre di vetro, un prodotto ad alto valore aggiunto ma, per il proprio sviluppo, ha bisogno di 30 miliardi di investimenti che la Montedison. nelle condizioni finanziarie in cui si trova, non ritiene opportuno spendere. -E' un ramo verde» dice ancora Barro -che noi non siamo in grado di far fiorire. Non perché non siamo abbastanza bravi ma perclié abbiamo fatto proprio negli ultimi dieci anni l'amara esperienza che l'ingresso in nuovi settori costa un biglietto d'entrata e richiede un'agilità operativa e finanziaria che il nostro gruppo non ha. La tradizione gestionale Montedison è industriale e non finanziaria». Nel passato Foro Bonaparte ha fatto troppe cose ed ha finito cosi per farle troppo spesso male. Come del resto é sottolineato anche nelle delibere governative sulla programmazione chimica il problema oggi dei gruppi italiani è quello di concentrarsi nei settori dove maggiori sono le possibilità di riuscita specializzandosi nelle,, produzioni più congeniali. In quest'ottica non esiste né la chimica in senso generale e neppure la chimica secondaria e fine. -Non possiamo fare tutto nella chimica e neppure nella chimica secondaria o fine», spiega Claudio Barro. I sindacati, tuttavia, sembrano decisi a non mollare sulla questione Vitrofil. Alle proteste di quelli locali si aggiungono quelle dei nazionali. «Ci opponiamo alla vendita della Vitro-' fil» dice Domenico Trucchi, del-, la Fulc nazionale, -essenzialmente per due ragioni: la prima, perché l'impianto è uno dei tre investimenti innovativi di Montedison di questi anni e non siamo certo felici di vederlo scaricare: la seconda perché, se come sembra, il compratore fosse la Saint-Gobain abbiamo il fondato timore che il gruppo francese non sia interessato alla costruzione del nuovo forno e agli altri ampliamenti necessari a rendere lo stabilimento veramente efficiente dal punto di vista industriale». -Oltre tutto» conclude Trucchi «assistiamo ai paradosso di uno stabilimento venduto ad investitori esteri ma costruito con i soldi della 464. una legge agevolatimi: „ „ Marco Borsa

Persone citate: Bonaparte, Claudio Barro, Domenico Trucchi

Luoghi citati: Milano, Savona