La dura battaglia per Lang Son è diventata guerra di posizione

La dura battaglia per Lang Son è diventata guerra di posizione La dura battaglia per Lang Son è diventata guerra di posizione DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BANGKOK — La grande battaglia di Lang Son non ha ancora un vincitore. E' come tutta questa storia, che continua a trascinarsi anche quando ogni giorno sembra quello buono per chiudere, prima che salti in aria tutto. I combattimenti sono stati violentissimi anche ieri, la linea del fronte è un paio di chilometri a Nord della città vietnamita, lungo l'altalena di colline e di montagne ripide che circondano la statale 1A diretta verso Hanoi. Al tempo della guerra d'Indocina, quando il Viet Minh controllava questa foresta montagnosa e costringeva i legionari francesi a restare arroccati dentro le casematte dei piccoli paesi, i soldati coloniali avevano imparato a chiamare il territorio con il toponimo facilmente allusivo di «tette della baronessa». A. parte Lang Son. che sta allungata al centro di una piccola valle dove sfociano la strada e la ferrovia per la Cina, tutto intorno il paesaggio è infatti una corona di cime puntute, alcune di poche centinaia di metri, ma altre infl- late nelle nuvole, che ai legionari dovevano ben ricordare i seni aguzzi di qualche bistrot di Parigi o Casablanca. Su queste punte l'avanzata cinese incontra difficoltà impensate. Chiuse da un fitto cannoneggiamento o minate le piccole stradine di montagna, i vecchi T-34 di fabbricazione sovietica restano bloccati all'imboccatura delle valli, o diventano un bersaglio facile per le batterie dei razzi Sagger. che i vietnamiti hanno imparato ad usare benissimo nella guerra contro il Sud. Poco aiutata dai carri armati, la fanteria cinese deve adattarsi ad attaccare quasi allo scoperto la vetta in mano ai Viet. dissanguandosi sotto il fuoco che arriva anche dalle colline vicine. E la guerra di manovra finisce per somigliare a una dura guerra di posizione, dove chi sta meglio piazzato ha buone probabilità di tener duro. Con i limiti di escalation che. almeno finora, la Cina pare essersi imposta, i suoi generali non hanno potuto ancora dar fondo a un attacco che altrimenti avrebbe — è probabile — una forza superiore di penetrazione; gli ae¬ rei e gli elicotteri, che in simili circostanze sarebbero utilissimi, sembra siano stati usati molto poco, e cosi si va avanti con battaglie dove non pare venir mai giocato il tutto per tutto, anche se il conto delle perdite non deve essere molto basso. I vietnamiti dicono di aver messo fuori combattimento, fino a ieri, ventisettemila soldati cinesi e trecentoventi carri armati: da Pechino si risponde che i vietnamiti hanno avuto, nella sola prima settimana, diecimila morti, settemila feriti, e millesessanta prigionieri, compresi un co- Raul Castro conclude la visita a Mosca MOSCA — Il ministro della Difesa cubano, Raul Castro, ha lasciato ieri Mosca, diretto a Sofia, al termine di una visita ufficiale in Urss durata otto giorni. Il fratello di Fidel Castro si è incontrato due giorni fa al Cremlino con Breznev. Il segretario generale del pcus, assente da qualsiasi attività pubblica dal 25 gennaio scorso, martedì ha insignito Raul Castro dell'ordine di Lenin. Cerimonie a Washington e Pechino lónnello e un U mte colonnello. Le cifre sono elementi della battaglia propagandistica lanciata tra i due nemici, con la ripetizione giornaliera della «lezione» da dare e degli obiettivi raggiunti o no. Tranne ieri, che è stata una giornata straordinariamente parca di notizie dal fronte, e costringe ora gli esperti militari di Bangkok a domandarsi cosa ci sia dietro questo silenzio improvviso: siamo all'inizio di uno sganciamento cinese? O al contrario siamo all'affondo decisivo lanciato su tutta la linea? Luna ipotesi vale l'altra, fino a questo momento, ma nessuno pare avere ancora in mano elementi risolutivi per decifrare quanto sta accadendo sulle montagne che sono a nord di Quang. Per cui, bloccato dal silenzio radio il quadro militare, gli Indochina watchers si muovono ad analizzare le informazioni che arrivano dalle altre capitali della regione, per cercare nuovi strumenti di interpretazione di una guerra sempre più strana ma anche sempre più pericolosa. Mimmo Candito Appello "segreto Senza aviaz ione, per limitare in ogni modo l' escalation