La Cina ha proposto a Hanoi di trattare «al più presto»

La Cina ha proposto a Hanoi di trattare «al più presto» Con una nota diplomatica consegnata ieri sera al Vietnam La Cina ha proposto a Hanoi di trattare «al più presto» Il negoziato dcreati - Non si PECHINO — In ùria noia ufficiale trasmessa all'ambasciata vietnamita a Pechino, il governo cinese propone al Vietnam di iniziare 'appena possibile^ la trattativa per giungere ad una soluzione del conflitto di frontiera in atto da due settimane. Lo rende noto l'agenzia Nuova Cina. Stando alla stessa fonte, già il 17 febbraio il governo cinese propose che i due Paesi •intavolassero celermente trattative per discutere il ripristino della pace lungo la frontiera e dirimere la vertenza concernente i territori di confine". 'Ma — prosegue il comunicato della Hsinhua — ci si deve rammaricare del fatto che il Vietnam non rispose positivamente alla proposta cinese^. •Il governo cinese — afferma il documento — spera ancora in una soluzione della vertenza mediante negoziati pacifici e a questo scopo propone ancora una volta al governo vietnamita che ciascuna delle due parti nomini un vice-ministro degli Esteri incaricandolo di incontrarsi al più presto possibile con la controparte in una località concordata al fine di dar vita a negoziati, concreti. Il governo cinese a questo proposito è disposto ad accogliere le proposte vietnamite circa il livello e le modalità del negoziato oltre ad altri aspetti inerenti la trattativa'. Il comunicato non fa riferimento ad alcuna precedente richiesta da parte della Cina al Vietnam affinché vengano ritirate le truppe vietnamite in Cambogia. •La proposta del governo cinese — conclude il documento — si accorda con la volontà e gli interessi'del popolo cinese e di quello vietnamita nel mantenere relazioni di pace e di amicizia e viene altresì incontro al legittimo desiderio della maggioranza delle nazioni mondiali e dell'opinione pubblica internazionale di vedere cessare il conflitto di frontiera tra Cina e Vietnam garantendo la pace tra i due Paesi. Si spera che il governo vietnamita prenderà seriamente in considerazione la proposta del governo cinese fornendo una risposta positiva'. Che un'iniziativa di questo genere fosse nell'aria era apparso in giornata, con una conferenza stampa del vice premier Li Hsien-hien per i giornalisti britannici. Li è il quarto in ordine d'importanza fra i leaders cinesi, e le sue dichiarazioni perciò finiscono per avere un peso politico che gli analisti di questa guerra non possono ignorare. Spostando molto indietro le condizioni e le cautele espresse l'altro giorno da Teng Hsiao-ping, Li dice ora che i cinesi si ritireranno «a condizione che non ci siano più provocazioni armate al confine'. E aggiunge: 'Il nostro esercito non deve necessariamente aspettare l'inizio di un negoziato con il Vietnam, per cominciare a rientrare nel territorio cinese'. Quanto poi alla data possibile della fine delle operazioni, ha detto testualmente: .Ci stiamo avvicinando a quel giorno'. Gli è stata posta poi una domanda più precisa sul ritiro delle truppe cinesi, e Li ha risposto: 'Voglio essere molto chiaro: una volta che avremo raggiunto il nostro obiettivo, ci ritireremo a condizione che i vietnamiti non facianno più provocazioni militari. Se le faranno, contrattaccheremo'. Restava allora da precisare che cosa è veramente «l'obiettivo, dell'azione cinese, e Li ha risposto con queste parole: 'L'attacco continuerà finché i viet non avranno capito che le provocazioni armate non gli portano alcun giovamento'. ovrebbe essere avvi pongono condizioni Soldati vietnamiti si preparano niziativa fosse stata anticipata o no al ministro del Tesoro americano Blumenthal, che si trova a Pechino da una settimana, dal presidente cinese Hu Kuo-feng o dal vicepremier Teng Hsiao-ping. Appare tuttavia probabile, perché l'altro ieri Blumenthal aveva inviato alla Casa Bianca un rapporto in cui asseriva che • la fine dell'offensiva cinese in territorio vietnamita è vicina'. Il Dipartimento di Stato non ha voluto neppure fornire particolari sul contenuto ato da due vice ministri degli Esteri pregiudiziali - Un discorso distensivo d a raggiungere la zona dei combattimenti nella provincia di Ho ang della proposta cinese, che gli è noto solo in parte. Non considera tuttavia la proposta stessa un segno del fallimento delle, 'lezione" che Pechino intendeva impartire al Vietnam. Esclude anche che sia strumentale, intesa cioè ad attribuire ad Hanoi la responsabilità del proseguimento del conflitto. , A Washington si pensa che, anche se le ostilità cessassero tra pochi giorni, eventuali trattative richiederebbero sforzi e tempi notevoli. La Ci¬ na infatti non negozierebbe se nell'ordine del giorno non fosse inserita altresì l'invasione vietnamita della Cambogia: e il Vietnam continuerebbe a dire di no, come ha già fatto, se prima non si ritirassero le truppe cinesi attualmente sul suo territorio. La misura delle difficoltà, ha detto un funzionario della Casa Bianca, è data dall'insuccesso della mediazione dell'Asean e degli Stati Uniti all'Onu. Ieri il Consiglio di Sicurezza non ha tenuto nessu¬ appositamente i Li Hsien-nien Lien Son (Associated Press) na riunione, ed è dubbio che la tenga oggi. Ha dovuto sospendere i lavori giovedì, quando i suoi quindici membri si sono trovati in disaccordo su quattro mozioni diverse. La negativa esperienza all'Onu è il motivo fondamentale per cui Washington, nonostante la schiarita, non è ottimista. Sia la Casa Bianca sia il Dipartimento di Stato hanno comunque ribadito la loro determinazione a dare •un fattivo contributo" alla pace in Indocina. e. c.

Persone citate: Blumenthal, Hu Kuo-feng, Lien, Teng, Teng Hsiao-ping