Amica di Alunni, 29 anni, madre di una bimba Barbara Azzaroni apparteneva a «Prima linea» di Claudio GiacchinoMarina Cassi

Amica di Alunni, 29 anni, madre di una bimba Barbara Azzaroni apparteneva a «Prima linea» Identificata la terrorista uccisa con il complice nel bar Dell'Angelo a Madonna di Campagna Amica di Alunni, 29 anni, madre di una bimba Barbara Azzaroni apparteneva a «Prima linea» Con un volantino l'organizzazione annuncia: «Lei e Matteo Caggegi erano dei nostri» - La giovane, riconosciuta dal fratello, viveva a Bologna - Scomparsa a settembre dopo la cattura di Alunni - Secondo la Digos i due uccisi volevano attac- ■ care la sede del quartiere Madonna di Campagna-Lanzo: in tasca al Caggegi c'era un biglietto col nome del presidente Barbara Azzaroni. nata a Rimini il 2 febbraio del 1950. madre di una bimba di 10 anni, Monica, un matrimonio fallito alle spalle. Ex militante di «Potere operaio», ex segretaria della elementare «Ercolani» di Bologna, fino al settembre scorso aveva vissuto con la madre ed 11 fratello Paolo. 22 anni, e Monica in via Vitale 28. in pieno centro del capoluogo emiliano. Poi. subito dopo la cattura a Milano di Corrado Alunni, si era immersa nella clandestinità. La magistratura milanese aveva spiccato contro di lei mandato di cattura per partecipazione a banda armata. Questo il ritratto della terrorista uccisa martedì mattina nel conflitto a fuoco con la polizia nel bar-trattoria -Dell'Angelodi via Veronese 340/D. Barbara Azzaroni è stata identificata ieri pomeriggio, all'obitorio, dal fratello e dal suo legale. Ghidoni. Un lungo sguardo al cadavere allungato su una barella, quindi Paolo e l'avvocato hanno mormorato: «St. è lei Povera Barbara, finire cosi». Ha aggiunto il giovane: -Ero già sicuro che fosse mia sorella la morta. Ma per tutto il viaggio da Bologna a qui ho spera to lo stesso». A mezzogiorno Paolo era stato convocato in questura a Bologna, gli era stata mostrata una foto del volto della vittima, non aveva avuto nessun dubbio. Con il legale era stato caricato su un'.Alfetta» della Digos e condotto nella nostra città per il riconoscimento ufficiale. Alle 21 di ieri con un volantino, la cui autenticità è però dubbia, fatto trovare in una cabina telefonica di corso Vittorio angolo via Bellini, -Prima Linea» ha rivendicato l'appartenenza al proprio gruppo di Barbara Azzaroni e Matteo Caggegi. •Ieri 28 febbraio sono caduti per mano degli sbirri della Digos la compagna Barbara Azzaroni, "Carla", ed il compagno Matteo Caggegi "Charlie", combattenti di Prima Linea». Dopo tre capoversi con le solite frasi di minaccia a quanti lottano contro il terrorismo, il volantino, un foglio battuto a macchina, conclude affermando: •Compagni, il vostro fucile non è caduto invano». Cosa faceva a Torino Barbara Azzaroni? Perché era insieme a Matteo Caggegi? Qual era l'obiettivo dell'attentato che si apprestavano a compiere? L'inchiesta prosegue serrata, a molte domande gli inquirenti sono già riusciti a dare una risposta. Vediamole. L'obiettivo — E' certo che la coppia di terroristi, insieme al complice che è fuggito con la -128» verde durante la sparatoria, stava per assaltare il consiglio di quartiere Madonna di Campagna-Lanzo la cui sede si trova a poche centinaia di metri dal bar-trattoria .Dell'Angelo», nel vecchio edificio dell'ex dazio, in piazza Stampalia. .Doveva — affermano in questura — essere un'incursione sul tipo di quella condotta contro gli uffici della ditta Navone. Caggegi. la donna, e l'altro compare avevano con sé tre Ioniche di benzina, nascoste nel baule della "128". contenenti 60 litri di carburante, tre pistole, un mitra e 105 pallottole. Nella borsa dell'Azzaroni c'era inoltre un rotolo di cerotti: pensiamo sarebbe servito per imbavagliare gli impiegati. Inoltre, la terrorista aveva una bomboletta spray di vernice rossa, per scrivere slogan e firmare l'attentato». Ma c'è di più. Nel taschino del giubbotto del Caggegi è stata trovata una pallina di carta: vi era appuntato il nome di Michele Zaffino. Zaffino. 27 anni, iscritto a scienze politiche, attivista del pei. è il presidente del consiglio di quartiere. Quale sorte gli aveva riservato il commando? Tutte le ipotesi sono valide: azzoppamento, assassinio, forse soltanto l'intimidazione. Michele Zaliino infatti era stato seguito con attenzione da Caggegi e compari. Nella borsa di tela dell'Azzaroni gli agenti hanno rinvenuto alcuni tesserini del pullman 62. quello usato sempre, e con orari regolari, dal presidente del consiglio di quartiere. -Chissà quante volte l'Azzaroni o i suoi complici hanno pedinato Zaffino — dicono alla Digos — quante volte qualcuno del commando ha viaggiato con lui sullo stesso bus». A poca distanza da via Veronese c'è una grossa concessionaria Fiat, in via Ala di Stura, e il centro elettronico della Stet. Come mai i terroristi avevano scelto la sede del consiglio di quartiere, pochi locali dove di si-, curo gli .incursori» non avrebbero trovato né schedari con nomi interessanti né altro? E dove, al massimo, avrebbero dovuto vìncere l'improbabile resistenza di un'impiegata. del presidente, e forse di qualche pensionato? Di giorno, infatti, specie il mattino, la sede è pressoché deserta. Michele Zaffino ci va non tutti i giorni e vi si trattiene poco. Martedì mattina avrebbe forse dovuto andarci attorno alle 11.30. Rispondono gli investigatori. .11 commando voleva attaccare questo, in apparenza insignificante bersaglio, per punizione. In tutti i 23 quartieri si sono svolte assemblee sul terrorismo. Ma a Madonna di Campagna' l'intervento dei cittaditii ai dibattiti era stato particolarmen le massiccio, il consiglio di questa circoscrizione è quello che si era impegnato di più, in modo concreto, per sensibilizzare la popolazione al grave problema della violenza politica. Ed ai'eva elaborato un questionario da diffondere tra la gente». Nel documento (6 domande) la quinta è cosi articolata: .Avete da segnalare fatti che aiutino magistratura e forze dell'ordine ad individuare chi commette allentati, delitti, aggressioni?». Colpendo questo attivissimo consiglio di quartiere, forse agendo sul suo presidente, i terroristi avrebbero senza dubbio allargato la spirale della paura, l'intimidazione avrebbe avuto riflessi sul lavoro condotto dalle altre 22 circoscrizioni torinesi. Madonna di Campagna è una zona che è stata teatro di diversi episodi di violenza politica: a gennaio due brigatisti avevano sparato contro la polizia ferendo gravemente l'appuntato Francesco Sanna: in via Venaria era stato scoperto un covo-archivio delle Br. •Non è forse un caso che proprio in questo quartiere, ad alta concentrazione operaia — spiegano in comune —ci sia stata la più pronta risposta dei cittadini al terrore del partito armato. Il fatto che un cittadino abbia segnalato al "113" la presenza in via Veronese di giovani sospetti, e che l'abbia fatto sia il lunedi ette il martedì mattina, è una prova dell'impegno popolare contro brigatisti e altre formazioni clandestine». Perché Barbara Azzaroni era a Torino? — La donna scompare dalla circolazione il 13 settembre, poche ore dopo che Corrado Alunni è arrestato nel covo milanese di via Negroli. Nella base c'è una lettera indirizzata a Federico (uno dei nomi di copertura dell'Alunni) firmata Barbara e proveniente da Bologna. Dice: .Se hai bisogno di me cerca Mary a questo numero». E' quello dell'elementare «Ercolani». alla periferia del capoluogo emiliano, dove Barbara è segretaria e c'è una maestra di nome Mary Alberani. La lettera è analizzata dai periti, la grafia risulta identica a quella vergata dall'Azzaroni sui registri della scuola. Il giudice attende un mese nella speranza che la donna si faccia viva, poi spicca contro di lei un mandato di cattura che non verrà mai eseguito. Il nome di Barbara Azzaroni. a differenza di quello di altre terroriste latitanti, non compare mai nelle indagini sulle numerose imprese terroristiche in tutta Italia. Che ha fatto fino all'altra mattina? Dove ha vissuto? Come è giunta a farsi uccidere insieme ad un tipo come Matteo Caggegi? Interrogativi cne non sono confortati da risposte precise. A detta degli inquirenti. l'Azzaroni da tempo si nascondeva a Torino. • Non dimentichiamo — osservano — che forse era in contatto con Antonio Marocco. 2fì anni, ex elettricista di Settimo, ade¬ rente, pare, a Prima Linea, evaso dal carcere di Fossombrone nel '76e ricatturato il mese scorso dopo un conflitto a fuoco con i carabinieri nel Cremasco», Dicono alla Digos: •L'Azzaroni era amica di Alunni, forse amante. Sospettiamo che abbia partecipato a diversi crimini a Torino. Il volto di Barbara assomiglia molto all'identikit della donna che era con i kilìers del maresciallo Berardi e con i feritori del presidente dei piccoli industriali Carlo Ravaioli». Secondo indiscrezioni. Caggegi e l'Azzaroni potrebbero avere avuto qualche ruolo nel delitto della guardia delle .NuoveGiuseppe Lorusso c- nell'azzoppamento della vigilatrice del reparto femminile del carcere. Raffaella Napolitano. • E con l'eccidio dei due agenti Salvatore Lanza e Salvatore Porceddu. a dicembre, sotto il muraglione delle Nuove — aggiungono gli investigatori — Stiamo analizzando il mitra trovato sulla "128". Potrebbe essere quelloche hasi'entagliato le raffiche mortali contro i due poliziotti». Nel bar-trattoria di via Veronese non ha sparato soltanto la pistola dell'agente Nocito: 15 colpi, l'intero caricatore. Otto hanno falciato Matteo Caggegi. la sua compagna è stata uccisa da sei pallottole. Prima di morire. Matteo Caggegi è riuscito a premere il grilletto quattro volte. Il giovane sarà sepolto oggi, la Corte d'Assise ha concesso al padre Giovanni, che sconta l'ergastolo a Porto Azzurro, di dare l'ultimo saluto al figlio. Giovanni Caggegi sarà condotto a Torino stamane. Claudio Giacchino Marina Cassi Alvaro Gili Barbara Azzaroni, 29 anni, riconosciuta dal fratello Mauro, giunto da Bologna (qui con l'avv. Ghidoni) - Matteo Caggegi Identikit eseguiti dopo gli attentati a Ca.salegno e a Ravaioli